Gli avvoltoi sullo sci

Gli avvoltoi sullo sci Chiacchiere (e menzogne) in chiave olimpica Gli avvoltoi sullo sci Uno scandalo inventato che genera solo tensioni inutili - Il contrasto sulla formazione ha la sua sola origine in un regolamento sbagliato - Come si sono svolti cronologicamente i fatti - Unica macchia nella selezione è l'esclusione di Senoner L'offensiva degli avvoltoi la aspettavo da giorni e quasi mi stupivo che con i motivi di tensione che c'erano, con le selezioni all'americana che lasciano fuori squadra possibili vincitori s! tardasse così tanto a far scoppiare lo scandalo fine a se stesso, puntualmente inventato, forzato nei tempi e nella forma, generatore di tensioni successive. Il meccanismo entra In funzione puntuale quando c'è il grande avvenimento, per ricchezza di partecipazione giornalìstica, e povertà d'informazione e di capacità dì chi alla grande occasione arriva paracadutato dal cielo senza agganci, nozioni, conoscenze, soprattutto senza rispetto dell'uomo-campione e dell'uomo-lettore. Gli uni e gli altri hanno diritti collegati che troppi ignorano, nella ricerca di lettere a formar parole, queste a compitar frasi, ed esse sommate a reggere un titolo falso, grosso e magari colorato. Avendo parlato per primo dello scandalo vero dello sci italiano, l'esclusione di Anzi e Besson dalla squadra nazionale, questo giornale fu classificato anti-federale. Adesso che sì inventa la polemica tra uno Stricker forzato al ruolo di cavallo pazzo, slalomisti gratificati di difetto d'intelligenza, direttore tecnico incapace e allenatori incompetenti, adesso le parti sì invertono, all'insegna però del più facile sempre dalla stessa parte, vuoi l'osservanza delle regole del potere, vuoi il rimestare in acque torbide senza rischio alcuno. Il contrasto per la formazione della squadra olimpica è frutto di un regolamento sbagliato e antiquato che limita la partecipazio. ! degli sciatori considerandoli come tali erano ai tempi di Colò, e non come atleti . super specializzati come sono adesso. Il numero ristretto presuppone uscite di scena importanti che avvengono anzitempo, e quelle selezioni all'americana cui accennavo poco sopra, selezioni cioè sulla base dei risultati e non sui perché e sulle supposizioni. Cronologicamente i fatti si sono sviluppati senza eccessiva suspense. Gros e Gustavo Thoeni vivono sugli allori di sempre e su presenze immediatamente confermate da dicembre. Radici conquista il ruolo con una vittoria, la prima della carriera In Coppa del mondo, poi Plank fa altrettanto, e Bleler completa l'opera mettendo insieme II maggior numero di winners potenziali che mai abbia avuto una sola squadra. Alle Olimpiadi si va per vincere almeno una medaglia, o semplicemente per partecipare, il piazzamento discreto non rientra negli obbiettivi validi. Dopo Morzlne dice Cotelli giustamente: - Potremmo andare alle Olimpiadi con cinque uomini ». E' una boutade ma ha molto di vero e soprattutto introduce un'idea all'apparenza bizzarra ma non troppo, puntare su più di un combinatista. Cotelli chiede a Gros se vuole partecipare alla discesa: Pierino dice di no. A Kitzbùhel Bieler, in corsa per il quarto nella formazione dello slalom speciale (gli altri tre sono Thoeni il combinatista, Gros leadc- di Coppa. Radici vincitore a Garmisch), eli¬ mina Noeckler: quinto posto a Wengen e quarto a Kitzbùhel, contro due squalifiche. Cotelli chiede a Bieler se se la sente di tornare a fare il liberista una volta tanto: Bieler dice di no. Allora si torna alla carica con Gros e come elemento di pressione si punta pure su « La Stampa » che alla vigilia della libera-disastro di Kitzbùhel chiede a Pierino di partecipare alla discesa. Gros ripete no e no. A questo punto con Plank e Gustavo Thoeni selezionati bisogna allinearne altri due. Stri- cker è stato il più regolare nella stagione seppure su livelli piuttosto mediocri e il primo posto tocca a lui. Il secondo andrebbe a Tach che non è più disponibile per l'incìdente di due giorni prima, quindi si prende fra gli altri il meno peggio, quel Rolly Thoeni che in una giornata sfortunata per tutti ha azzeccato una prova discreta e gli si mettono i gradi di titolare. Rimane un posto per un atleta del gruppo slalom specializzato in gigante e gli allenatori puntano su Amplatz preferen¬ dolo a Senoner che ha risultati nettamente migliori. E' una selezione abbastanza empirica questa, l'unica fra tutte, ma nemmeno ci si preoccupa troppo in vista di un piazzamento che non conta, e di un eventuale ruolo di riserva in slalom. In definitiva al gruppo degli slalomisti è rimasto poco, cinque posti su otto, volendo considerare Gustavo Thoeni che è un santone al disopra delle parti. Ci si ritrova a Zwiesel e Senoner esterna la propria amarezza, Paolo de Chiesa sì arrabbia con il mondo e con se stesso per questo arrivare in forma troppo taidi, Noeckler mugugna vendette future a suon di risultati. Discuto sulla pista con i tre in questione con Bieler e Gros, prima della seconda manche e il discorso diventa lungo perché Pierino generoso com'è vorrebbe far qualcosa per sanare un'Ingiustìzia che è estranea alle scelte, e anche Radici calato nella parte del sindacalista non vuole accettare la realtà dei fatti. Si aggiunge Amplatz. che si nasconde dietro al nasone perché sente di dover qualcosa a tutti per una selezione più fortunata e poi anche Stricker che non è amico del gruppo, ma nemico nemmeno. E la discussione va avanti su un altro tema: il quarto posto del gigante, non più quello della libera, perché non c'è contraddittorio: due hanno rifiutato e in quattro bisogna pure correre, lo dico che se Stricker riconferma nella seconda manche il ruolo di numero quattro fra i selezionati — cinque Ira gli azzurri poiché nettamente davanti è Senoner — // posto tocca a lui. Duri si sfidano, uno contro tutti, anche quelli che al gioco non partecipano più come De Chiesa e Noeckler. L'uno la vince e se le condizioni si ripeteranno, neve morbida cioè sul tracciato olimpico, il verdetto è dato dalla gara. Tutto il resto sono chiacchiere, aria fritta, lettere, parole, frasi, come sopra. Gli austriaci hanno messo fuori dopo Kitzbùhel discesisti come Winkler e Engstler, uomini da primo gruppo di discesa e faranno negli allenamenti la selezione sulla base dei tempi per tirar fuori quattro uomini sui cinque disponibili, Klammer, Grissman, Walcher, Eberhard e Steiner. Gli svizzeri hanno lasciato a casa Vesti, unico vincitore nella passata stagione oltre a Klammer. Succede in tutte le squadre più forti di dover rinunciare a qualcuno. E' necessario e spiacevole, ma lo diventa meno se i criteri seguiti sono stati onesti e I nostri lo sono stati. La valanga azzurra che si squaglia, il dibattito lorzato sul numero quattro sicuramente perdente di uno slalom gigante, gli insulti scambiati con la fantasia. Riprendete gli stessi giornali di due anni la alla vigilia di St. Moritz, troverete i giudizi intempestivi di Peccedi, le frasi impulsive di Gros, le discussioni su Varallo e Thoeni. Balle allora, e anche adesso, ma frutto della medesima filosofia e impreparazione. Giorgio Viglino ti Igls. Il nuovo casco da slittino dei tedeschi occidentali

Luoghi citati: Anzi, Garmisch, Kitzbùhel Bieler