Miceli avrebbe indicato alla Cia i politici degni di finanziamento di Fabrizio CarboneSilvana Mazzocchi

Miceli avrebbe indicato alla Cia i politici degni di finanziamento Quando era capo del Sid, dall'inizio del '72 a metà del '73 Miceli avrebbe indicato alla Cia i politici degni di finanziamento Ricevette mezzo miliardo e forse altre somme sono passate attraverso la sua consulenza - Il giudice vuole accertare se il danaro fu usato secondo gli accordi atlantici o per altri fini Roma, 30 gennaio. Dall'inizio del '72 a metà del'73, Vito Miceli, all'epoca capo del Sid, ebbe con i servizi segreti americani rapporti confidenziali. Incassò, per conto del servizio, mezzo miliardo di lire, ma certamente influenzò anche i finanziamenti che, in qual periodo, partirono dalla Cia verso alcuni uomini politici italiani. In pratica Miceli era l'uomo di fiducia dell'ambasciatore Martin. L'alto ufficiale poteva, con il suo giudizio, far sì che la Cia concedesse versamenti a quei politici che sembravano garantire una linea di condotta gradita all'agenzia americana. Si è parlato, nelle recenti rivelazioni sull'attività della Cia all'estero, di 21 nomi di uomini politici italiani. Miceli ne conoscerebbe parecchi. Questa novità svela un aspetto finora ignoto dell'attività dell'ex capo del Sid: quella di tramite fra la Cia e i finanziamenti da concedere ad alcuni esponenti di partiti politici governativi. La procura della Repubblica, che sta indagando sull'operato del «Supersid», (cioè di quell'organismo «segreto parallelo e deviante» attivo all'interno del servizio informazioni della Difesa) dovrà ora prendere in considerazione le rivelazioni sui versamenti effettuati dalla Cia al Sid. Mezzo miliardo a Miceli, forse altre somme passate attraverso la sua «consulenza». A parlare per primo di questa organizzazione occulta e potentissima, fu il giudice padovano Giovanni Tamburino. Nell'ambito dell'inchiesta sul movimento eversivo di destra «La rosa dei venti», il magistrato aveva scoperto che, ac- canto ai vari settori del Sid conosciuti, esisteva «un braccio» fino ad allora ignoto. Dell'operato del «Supersid» erano a conoscenza, oltre al capo del servizio, (Miceli), il ministro della Difesa , nel '72 Mario Tonassi; il presidente del Consiglio dei ministri, allora Giulio Andrdotti, e il presidente della Repubblica. L'organismo era perfettamente legale. I suoi fini istituzionali erano stati fissati, come quelli dell'intero servizio, nell'ambito dell'Alleanza atlantica. Per accertare se questi fini siano stati violati, il sostituto procuratore della Repubblica, Alberto Dell'Orco, sta conducendo l'istruttoria preliminare. La Cia e il Sid hanno spesso operato insieme. Molte sono state negli anni le spese sostenute in comune: apparecchiature militari, radio ricetrasmittenti eccetera. Il magistrato dovrà ora verificare se il mezzo miliardo ricevuto da Miceli è servito a finanziare attività di ordinaria amministrazione nell'ambito dei compiti stabiliti dall'accordo internazionale, o se il «Supersid» si è mosso al di fuori della legge. Per stabilirlo Dell'Orco sta raccogliendo ogni possibile documentazione: alla commissione americana ha richiesto quelle pagi¬ ne del rapporto Pike che riguardano Miceli; dai giudici di Catanzaro aspetta una parte degli atti sulla strage di piazza Fontana, quella che tratta le presunte deviazioni del servizio e le sue possibili responsabilità nella copertura di personaggi coinvolti nel processo. Dai documenti che otterrà, il magistrato potrebbe individuare la destinazione dei finanziamenti che la Cia passò all'Italia, tramite il Sid. Non solo del mezzo miliardo offerto a Miceli, ma anche di altri eventuali versamenti arrivati nel nostro Paese attraverso il canale dei servizi segreti. Qualora questa «destinazione» si rivelasse anti-istituzionale, sarebbero ipotizzabili vari reati: dall'abuso in atti d'ufficio alla corruzione, fino alla cospirazione politica, addebito quest'ultimo già mosso a Miceli da Tamburino nell'ottobre del '74. Dall'accusa il generale fu poi prosciolto. Ora il sostituto procuratore Dell'Orco dovrà ascoltare non solo il generale Miceli, ma tutti coloro che dal 1969 al 1974 si sono avvicendati al vertice del Sid. Il primo della lista sarà Miceli. Resta da vedere se verrà convocato come teste o con una comunicazione giudiziaria. Fabrizio Carbone Silvana Mazzocchi

Luoghi citati: Catanzaro, Italia, Roma