Troppi errori nelle rivelazioni sui rapporti tra Cia-Vaticano

Troppi errori nelle rivelazioni sui rapporti tra Cia-Vaticano Che cosa dice il documento reso noto da un settimanale Troppi errori nelle rivelazioni sui rapporti tra Cia-Vaticano Città del Vaticano, 29 genn. «Ripeto che non intendo perder tempo a smentire i " gialli " ». Così ci ha confermato stamane, dopo le nostre insistenze, il portavoce della S. Sede, prof. Federico Alessandrini. Si riferiva alle « rivelazioni » di pretesi rapporti, dal '42 al '49, fra la Cia e il Vaticano addirittura attraverso l'allora sostituto mons. Giovanni Battista Montini, da quasi 13 anni Paolo VI. Cia, Vaticano, Montini: un cocktail appetitoso. Le rivelazioni sono state anticipate da Panorama il quale ha sintetizzato, con alcuni documenti o brani di documenti, il libro « Gli americani in Italia» di Roberto Faenza e Marco Fini, che Feltrinelli lancerà in questi giorni. I due autori hanno potuto consultare liberamente circa cinquantamila documenti della Cia e del Dipartimento di Stato, divenuti accessibili al pubblico grazie a una legge americana. Basandoci esclusivamente sulla sintesi del settimanale. che riteniamo abbia ricevuto i documenti più significativi, ci sembra doveroso avanzare perplessità sull'attendibilità dei rapporti della Cia e dell'ambasciatore James Dunn. Dal riassunto si ricava, inoltre, che il libro incorre in alcuni grossolani errori su persone o circostanze non segrete, ma facilmente controllabili come indicheremo. Secondo il volume i rapporti Cia-Vaticano si sarebbero iniziati alla fine del '42, quando l'allora delegato apostolico in Giappone, mons. Paolo Marella (e non « Nunzio apostolico », come dice il libro) riuscì a ottenere nientemeno che i piani strategici degli alti comandi nipponici, li trasmise in Vaticano donde mons. Montini provvide a inviarli in codice, attraverso intermediari, a Washington. Il volume, a conferma della sensazionale operazione, cita un « rapporto » di un ex agente segreto, R. Harris Smith. In realtà più che di rapporto si tratta di un intero volume dello Smith « Oss: la storia segreta della prima Cia americana » pubblicato nel '72 dalle edizioni dell'università di California. Le rivelazioni furono smentite a suo tempo da mons. Marella, attuale cardinale, che le definì « fantasia e calunnia ». Quattro anni or sono, quando mons. Giovanni Benelli, sostituto della segreteria di Stato, vide le rivelazioni dello Smith « scoppiò letteralmente a ridere ». Per la conoscenza che abbiamo della diplomazia pontificia, giudicata « la migliore del mondo », ci sembra impossibile lo straordinario caso di spionaggio attribuito a Marella e, in particolare, che mons. Montini si sia esposto a tal punto da lasciare tracce documentate. E' verissimo che Pio XII, i responsabili vaticani, quelli americani, la de, altre forze politiche fossero allarmati, in pieno terrore stalinista e durante la guerra fredda di una affermazione del pei e del psi in Italia. E' molto verosimile ohe la Cia si sia infiltrata presso singoli ecclesiastici, anche in Vaticano. Ma i documenti resi noti nella sintesi, riguardanti colloqui fra Montini e diplomatici americani, comprovano solo che l'allora sostituto non ebbe rapporti con la Cia, ma operò nell'ambito del suo mandato che era, fra l'altro, quello di tenere i contatti con i rappresentanti ufficiali o meno dei diversi Stati. Non è vero, invece, che Montini abbia ideato i comitati civici, che la Cia e l'ambasciata americana consideravano il maggior punto di forza anticomunista. I comitati civici furono ideati dal prof. Luigi Gedda, sostenuti dal card. Giuseppe Pizzardo e approvati da Pio XII. Montini, in quel periodo, era sostenitore dell'avv. Vittorino Veronese, presidente dell'Azione cattolica, e non del prof. Gedda, concorrente di Veronese. Tuttavia, come sostituto, Montini dovette lealmente applicare, anche se a malincuore, le direttive di Pio XII per i Comitati civici già costituiti. Nel '52 Montini fu avversario dell'« operazione Sturzo », il blocco clerico-fascista ideato da Gedda e approvato da Pio XII. Se l'operazione fallì fu merito storico di Montini, di De Gasperi e, per quanto possa apparire strano, di don Sturzo che si era piegato al progetto in nome dell'ubbidienza al Papa. Un documento, citato nella sintesi del libro, pone « profeticamente » sotto la data 2 marzo 1947 una comunicazione telefonica avvenuta venticinque giorni dopo, cioè il 27 marzo 1947. L'ambasciatore Dunn riferiva a Washington che Mons. Me Georg, per ordine di Montini, lo informava quella notte di un piano ideato dai comunisti. « Secondo il Vaticano i comunisti hanno distribuito uniformi da carabinieri a provocatori che domani si mischieranno tra la folla alla Basilica di Massenzio ove è atteso un comizio di Valerio. Il piano è di assassinare Valerio, perché al corrente di troppi segreti, mentre i falsi carabinieri spareranno tra la folla per creare il panico. Dopodiché la stampa comunista accuserà neofascisti e carabinieri dell'assassinio ecc ». Chiunque conosca la « prudenza » di Montini deve dubitare di questa telefonata, tanto più se il mostruoso piano fosse stato da lui ritenuto attendibile. Viene il sospetto che l'ambasciatore Dunn o chi per lui sia stato vittima, in questa come in altre circostanze, di falsari che non sono mai mancati specialmente tra sedicenti « informatori vaticani ». La sintesi del libro attribuisce a mons. Roberto Ronca definito «esponente del Vaticano e direttore di Civiltà cattolica », una relazione a Dunn sull'incarico ai Comitati civici di « assistere la nuova Lcgil nella sua campagna contro l'egemonia comunista nella Cgil» (docum. 865404 del 27 dicembre 1948). Tale documento è viziato in partenza da un gravissimo errore: mons. Ronca non solo non era direttore di « Civiltà cattolica», ma in quanto «prete secolare» non poteva esserlo in nessun modo: la rivista dei gesuiti italiani è diretta sempre e solo da gesuiti. Comunque, mons. Ronca, vescovo titolare di Lepanto, ispettore capo dei cappellani delle carceri, assistente al soglio, ci ha smentito stasera « nel modo più assoluto » di aver mai fatto relazioni per gli americani. Lamberto Fumo

Luoghi citati: California, Gedda, Giappone, Italia, Vaticano, Washington