Svelato dopo quattro anni il giallo della sposina assassinata a Lodi

Svelato dopo quattro anni il giallo della sposina assassinata a Lodi Era stata uccisa nel corso di una finta rapina Svelato dopo quattro anni il giallo della sposina assassinata a Lodi L'ha fatta sopprimere il marito da un killer - L'uomo temeva che la donna lo denunciasse per i suoi traffici illeciti - Arrestato - Identificato anche l'esecutore del delitto (Dal nostro corrispondente) Lodi, 28 gennaio. Un orefice di 25 anni, Franco Golzi, è stato arrestato stamane su ordine di cattura • del giudice istruttore di Lodi, dott. Stabile, nella sua casa di San Colombano. L'accusa è di aver ingaggiato un killer per uccidere la propria moglie, Giuseppina Sari, 23 anni. Il delitto avvenne la notte del 18 dicembre 1972 nella villetta dei coniugi, sposati da circa un anno, a Graffignana, nel lodigiano. Uno sconosciuto, fingendosi rapinatore, irruppe nella villa, e dopo una breve colluttazione con l'orefice, si impadronì di gioielli e preziosi e uccise la giovane donna. Anche il finto rapinatore, identificato, è stato colpito da ordine di cattura: è Andrea Assevi, un pregiudicato di 32 anni, originario di S. Angelo Lodigiano, attualmente detenuto nel carcere di Milano per furto. Il giudice è arrivato alla ricostruzione del delitto dopo tre anni di pazienti indagini. Non si sa come si sia giunti all'Assevi: è probabile che una «soffiata» sia venuta proprio da San Vittore, dove il pregiudicato è detenuto dall'agosto scorso. Alle indagini hanno partecipato, oltre che i carabinieri di Lodi e di Cotogno, anche ufficiali del nucleo investigativo di Milano. Nel capoluogo lombardo sono probabilmente emersi i collegamenti dell'orefice con il mondo della malavita e il traffico di preziosi. Franco Golzi avrebbe fatto uccidere la moglie proprio perché questa era venuta a sapere i suoi traffici, e aveva minacciato di denunciarlo. Il Golzi era occupato presso una grande industria orafa, un lavoro «pulito», che lo metteva al riparo dai sospetti per il piccolo commercio di preziosi che aveva iniziato nelle ore libere. Vendeva a prezzi imbattibili gioielli di varia fattura, facendo credere che si trattava di scarti di lavorazione o di stock fuori moda. L'improvvisa ricchezza raggiunta gli fece però perdere la testa. Fece costruire una villa, ostentò auto di grossa cilindrata, sovvenzionò in modo esagerato piccole squadre di bar di periferia. La moglie, Pinuccia Sari, titolare di un negozio di abbigliamento, capisce i traffici del marito, e probabilmente gli dice: «O cambi vita o ti denuncio». L'omicidio a scopo di rapina non convince il magistrato. Tre mesi più tardi, il Golzi viene arrestato sotto l'accusa di uxoricidio, mentre il Giandelli finisce in carcere per falsa testimonianza. Un mese più tardi le accuse sono ritirate e entrambi scarcerati; il tappezziere è definitivamente scagionato. La vicenda si complica sulle perizie relative alla morte della Sari: il suo corpo viene riesumato e sottoposto ad una superperizia. Al deposito degli atti, il dottor Stabile riprende dall'inizio l'inchiesta con i carabinieri. Oggi il colpo di scena. p. g. c. Milano. Nuccia Sari, la donna uccisa, con il marito Franco Golzi, il giorno delle nozze

Luoghi citati: Graffignana, Lodi, Milano, San Colombano