Sfila l'alta moda per la primavera a Parigi

Sfila l'alta moda per la primavera a Parigi Sfila l'alta moda per la primavera a Parigi Fascino di St-Laurent Gli abiti castigati di Chanel che accontentano anche gli uomini Yves Saint-Laurent rilancia contro tutti la donna "mascolina" (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 28 gennaio. «Gli uomini amano Chanel», dicono le donne. Un po' di vero c'è: in fondo stile, qualità, prestigio e castigatezza sono ciò che gli uomini desiderano per le donne sulle quali vogliono star tranquilli. I tailleur in tweed a quadri bois de rose, bianco e zucchero bruciato, con la blusa di garza rosa, in tweed blu guarnito di impunture alla sellaio, con la camicetta candida stampata in fantasia blu, le sahariane calme sulle gonne quiete, ritagliate entrambe nello shantung di tinta naturale, i quieti abiti in lana rigata tono su tono, in blu con il collettino bianco inamidato, hanno il fascino definito e senza sorprese d'un modo di vestire atemporale. Eppure Jean Cazaubon ed Yvonne Dudel, che oggi reggono Chanel, confessano trepidanti che, sì, in qualche novità sono incorsi. C'è un mantello in lana tessuto a mano sull'abito in jersey ed un mantello tricot bianco con le frange dal collo all'orlo. Un soprabito diritto in tela da barca, blu, profilato di bianco, si permette degli alamari metallici ed i soprabiti tubolari in jersey rigato da larghe bande sui lati, in marron e bianco, mastice e rosso, osano avere le maniche corte. In quanto ai ricami degli elegantissimi cardigan da posare sui lunghi abiti in seta, sono eseguiti in spago: a non saperlo non li avremmo scoperti, in mezzo al brillìo dei cristalli e degli Strass, di cui son tempestate le tuniche sulle affusolate gonne da sera in chiffon bianco, plissettate «bijou». Invece non è sfuggita a nessuno, sulla scia degli agitati fotografi e dei loro flashes, la nuova star e quindi la nuova cliente alla sua prima consacrazione mondana: Emmanuelle in persona, cioè Sylvia Kristel, come dire che il vento dell'erotismo sta arrivando anche in rue Cambon, fra le mogli dei ministri, degli ambasciatori e le regine dell'industria e della finanza. Niente dive, niente piccole stelle, stamani, nel sempre più affollato salone, decorato da cespi di anturius rossi e rosa, di Yves Saint-Laurent, ma la sorpresa concentrata tutta nel breve riquadro libero, percorso e ripercorso dalle indossatrici per i settantré modelli della collezione primavera-estate 1976. Saint-Laurent non è nuovo alle impuntature, ai colpi di spugna su quanto gli sta intorno sulla scena dell'alta moda. Lo può fare perché è sempre lui a dare il tono della musica e in genere finisce di armonizzarla quando gli altri cominciano le variazioni sul tema. Così, nel bel mezzo d'una stagione votata alla più soffice fem- minilità, sia pure verticalizzata in tuniche, blouson, chemisier e ricca di colore, ecco accamparsi la donna del celebre Yves, in rigorosi tailleur mascolini, severi in lana marron, in blu, in grigio sottilmente gessati di bianco, con la giacca a doppio petto, le spalle a sella e una blusa della stessa tinta a pallini bianchi, oppure, più sciolti, ad un petto, in gabardine, bianchi, ocra, marine, con bluse chiuse al collo da un fiocco di nastro basso. Tailleur maschili, con quel tanto di eccessivo da renderli inequivocabilmente femminili, si sono visti da Dior, da Lanvin, ma da Saint-Laurent non c'è bisogno di una cloche ad uomo a situarli: bastano le nuove acconciature, capelli alla garcon, incollati al capo, lucidi come se fosse tornata di moda la brillantina e guidati a formare un accenno di punta sulla nuca. Pantaloni e pantaloni, dunque, ma classici, diritti, come sono piatte o bloccate a colonna ionica, le gonne plissé, sotto i mantelli, i blazer e poi le tuniche in crepe de Chine della sera. I pantaloni sono il complemento più insistito per l'accordo con la tunica: il pantalone è in jersey nero, in crèpe de Chine blu e la tunica diritta, profondamente divisa ai lati è uguale o più spesso in fantasia, a macchiette, a pallini, a stilizzati fiorellini fusi, su fondi scuri. E' la tenuta elegante, per il pranzo, per la sera formale, per la quale non manca certo il più irreprensibile degli smoking in gabardine nera con la blusa in chiffon come la sciarpa, niente bianco, solo il brillìo dell'argento. Dopo tanto Oriente, una specie di rivincita dell'Europa? Saint-Laurent va lodato per l'abilità nell'uso della dissolvenza, passando dalle tuniche del pomeriggio, smagrite e lunghe, a quelle più corte e morbide, a scollo rotondo e maniche ampie, per una sera in turbante, ai mantelli di crèpe Georgette, trasparenti, posati su pantalone e tuniche dalla scollatura simile al costume da nuotata olimpionica, pur mantenendosi sempre fedele ai toni discreti. Poi la malìa del colore, di qua e di là dalle Alpi, deve aver afferrato anche Saint-Laurent, se ad un tratto le tuniche sui pantaloni o sulle gonne, strette da alte cinture, sono ricomparse in satin di broccato con I una tinta diversa per ogni elemento: tunica rossa, su pantalone violetto, con la cintura fucsia, tunica violetta e rosa I su gonna verde giada, cintura rosa e ad avvalorare la fuga in Oriente grandi farfallegioiello alla nuca. Da queste farfalle, piegate nel giro d'un rigido casco, pendeva il velo della sposa in tunica candida, una delle più graziose viste a Parigi, insieme a quella di Lanvin, in chiffon a fiori di tutti i colori, dal momento che era lo sposo ad essere in bianco. Lucia Sollazzo I I Parigi. Un modello estivo di Guy Laroche (Tel. Ap)

Persone citate: Cambon, Guy Laroche, Jean Cazaubon, Lanvin, Lucia Sollazzo I I, Sylvia Kristel, Yvonne Dudel

Luoghi citati: Europa, Parigi