Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi "Lei tradirà Dio allevando i figli nell'egoismo" - Domanda: e se uscissimo dall'equivoco? - Visita dallo specialista convenzionato con la mutua - Voglia omicida davanti al televisore - Con tanta speranza Una lettrice ci scrive: » Sono una casalinga che si pone gli stessi problemi del sig. Olivero Mazzi sul propagarsi della delinquenza e della droga. Ho anch'io due figlie, una de. c quali frequenta la T media. « Sono pienamente d'accordo con lei sig. Mazzi per quanto riguarda la disciplina che i ragazzi dovrebbero imparare e por- I si nei riguardi della famiglia e j della società che li circonda e i che tante contestazioni sono so- | lo fasulle e nascondono molte volte solamente la loro pigrizia. » Però lei sbaglia volendo dare ai suoi figli una educazione privata escludendoli dalle scuole pubbliche. Quando i suoi ragazzi affronteranno la vita fuori dagli ambienti asettici in cui lei vuole confinarli, ritroveranno la stessa delinquenza e lo stesso dilagare de! sesso che lei ha voluto nascondere ai loro occhi. « Il compito di noi genitori è di affrontare concretamente, con gli insegnanti, tutti i problemi dell'educazione, aiutare con la nostra presenza e col nostro esempio coloro che non hanno le capacità. « Lei tradirà Dio allevando degli esseri ciechi, egoisti, chiusi nelle loro torri di ipocrisia che guarderanno dall'alto i poveri figli degli altri, abbandonati a se stessi. Si impegni piuttosto ad alutare anche questi ultimi in ciò che non sono riusciti ad imparare nelle loro famiglie. Parli spieghi, li renda consapevoli degli atti che fanno, dica loro che le facilonerie portano solo alla disperazione morale e fisica, alla delinquenza con tutte le sue conseguenze. Questa è la strada giusta, mi creda ». Marisa Gribaldi In Arisio Un lettore ci scrive: « Non ti pare, caro Specchio dei tempi che per uscire dallo equivoco in cui vive il nostro Paese da alcuni anni a questa parte, sia giunto il momento che gli italiani si esprimano chiaramente sull'alternativa: — vogliamo continuare a rimanere nel mondo occidentale osservando le regole del gioco del nostro sistema economico (e conseguente libertà individuale che esso ci concede)? — oppure passare al mondo orientale applicando il loro sistema economico centralizzato (dove però la libertà individuale è fortemente condizionata)? «Tutto è meglio purché venga bene applicato. Ma l'ambigua volontà di far convivere una tendenza a spese dell'altra è una pura follia, il grosso equivoco che minaccia di portarci al suicidio. Con i migliori saluti ». Napoleone Leumann Una lettrice ci scrive: « Racconto in breve il comportamento di un medico (chiamiamolo così), anzi professore ortopedico convenzionato con la mutua, durante una visita effettuata a mio figlio undicenne. « Arrivo nello studio alle ore 14,45. mi accoglie una pseudo infermiera urlando che ero in anticipo di un quarto d'ora e che non avrei dovuto suonare il cam¬ panello prima delle ore 15, sbattendo la porta mi accompagna sgarbatamente i ella sala d'attesa, c'erano già due persone. « Ore 15,05, arriva il "professore", inizia le visite che durano in media 5 minuti l'una. Ore 15,15, fa accomodare me e mio figlio nello studio, dove, senza salutarmi e senza mai guardarmi in faccia, io gli espongo velocemente le ragioni della visita a cui terrei venisse sottoposto mio figlio; (ormai avevo capito l'antifona, e me ne sarei uscita subito). Non vuole che spogli il bambino, gli fa togliere solo la maglietta e gli tira giù II pantalone (sino al polpaccio), non vuole nemmeno che gli tolga le scarpe, perderebbe troppo tempo, gli fa fare un piegamento in avanti. Fine della visita. Cura: 10 sedute di ginnastica correttiva, e una scatola di vitamine. - lo aiuto mio figlio a rimettersi la maglietta e a tirarsi su i pantaloni in un tempo celerissimo, tipo comiche di Ridolini. Esco di corsa dallo "studio", termino di vestire mio figlio In strada e allibita e con l'animo in subbuglio per "una visita cosi approfondita" guardo l'orologio e osservo che sono stata nello studio 4 minuti esatti. « Giuro a me stessa che non andrò mal più da un medico convenzionate con la mutua e, anche se i contributi che detrag- gono mensilmente dallo stipendio di mio marito sono elevati, merlerò mano al portafogli dato che solo così potrò pretendere una visita accurata e coscienziosa. Ma perché certi medici non rinunciano alla mutua, piuttosto che fare queste visite da burla? Agendo in questo modo, infangano tutta la categoria. Da notare che il "professore" mi fu consigliato dal mio ente mutualistico. Chissà gli altril Ora capisco perché le mutue sono sempre in deficit. « Tengo a precisare che sono i figlia di un medico (deceduto I anni or sono) e che ho sempre j difeso la categoria dei medici. ] ma ora ho dovuto ricredermi. | Altro che riforma sanitaria! ». Angiola Maria Re Formlsano Un lettore ci scrive da Savona: « Ho assistito (giovedì 22 gennaio u.s.) alla trasmissione della Tv dell'opera veramente graziosa (come tutte o quasi tutte le altre sue) « Le astuzie femminili » di Domenico Cimarosa « Peccato ciie la serata mi sia andata di traverso per mc.ito j ì I I della sceneggiatura. Infatti, per |tutto il tempo della trasmissione non ho potuto fare a meno di essere ossessionato dalla speranza (ahimè, purtroppo vana e fallace) che a quell'incommensurabile genio (Luca Ronconi, mi pare) che l'ha elucubrata, tra nilllIItlIIIflllllIIIMIIllIllllllllIllllllllllllllMllllll tutte quelle ■ robe (sedie, poltrone, cassapanche, armadi, ecc.) che calavano dal soffitto, almeno una (e possibilmente un armadio dei più pesanti) fosse piombato sulla testa dl tanto talento dotata. Fino a quando si continuerà a deturpare in tal modo un mucchio di trasmissioni? ». prol. Vittorio Leale preside del liceo Chiabrera i I j ] | Un lettore ci scrive dalla Lombardia: « Lettore de "La Stampa" da anni, apprezzo molto che la medesima si occupi, come va facendo da tempo, dei vari problemi degli invalidi di casa nostra; problemi che sento particolarmente in quanto anch'io sono Invalido. Mi sono, peraltro, inserito benissimo nel mondo del lavoro ed ho un posto di tutto rispetto e della massima sicurezza, ancorché lo sia stato colpito da paralisi agli arti inferiori. Tutto sommato, non mi lamento, quinj di, della mia vita. Volevo studlaì re e, fortunatamente, ho potuto laurearmi; l'idea del lavoro mi ha I sempre attratto ed ho potuto I tradurla in pratica, tanto da crearmi l'indipendenza economica che è anche Indipendenza morale. « Dove, viceversa, non mi sono ancora potuto realizzare (ho superata la quarantina), è stato nel campo degli affetti. Ed è molto triste. Non cercavo la luna, ma solo una brava, onesta donna non troppo lontana da me come età e come formazione cul- | turale. Una buona, approfondita seria conoscenza avrebbe potuto sfociare in un matrimonio felice. Invece, fino ad ora, nulla. Chissà che questa lettera cada sotto gli occhi della persona giusta che la legga e la mediti ». Segue la firma

Persone citate: Angiola, Arisio, Chiabrera, Domenico Cimarosa, Luca Ronconi, Maria Re, Marisa Gribaldi, Mazzi, Napoleone Leumann, Olivero Mazzi

Luoghi citati: Lombardia, Savona