Dopo il successo nel Gran Premio del Brasile di Livio Zanotti

Dopo il successo nel Gran Premio del Brasile Dopo il successo nel Gran Premio del Brasile Lauda e Ragazzoni d'accordo "La Ferrari più forte di tutte,, "La macchina ed io, dice Niki, abbiamo semplicemente compiuto il nostro dovere" Lo svizzero: "Ho il record della sfortuna" - Polemico Reutemann con l'Alfa Romeo (Dal nostro inviato speciale) San Paolo, 26 gennaio. Schivo, con la testa bassa e il passo svelto, quasi non fosse il campione che ha appena dimostrato di essere, sempre il più veloce del mondo Niki Lauda una ora dopo la conclusione del Gran Premio del Brasile è già all'aeroi porro di San Paolo pronto per i tornare in Europa. La nuova vitl (or/a non lo ha tolto dal suo tranI quIHo riserbo. Sfugge, quasi sec! calo, ai sorrisi delle hostesses e | alle attenzioni dei passeggeri che lo riconoscono mentre trangugia un frappé nel bar dell'aerostazione. Il general manager de//a Lo! tus, Colin Chapman, e il boss ! della Brabham, Bernie Ecclestone, che gli siedono accanto, sono invece loquacissimi anche se amareggiati dalla deludente prova delle loro monoposto. « In effetti, non ho molto da dire, la macchina è andata perfettamente e anch'io ho fatto ciò che dovevo fare », spiega il pilota austriaco. L'incalzante inseguimento del francese Jarier non lo ha mai preoccupato. « Mi è sempre stato dietro e quando ho spinto un po' ha finito per uscire di pista. Nes¬ suno può dire se diversamente mi avrebbe raggiunto e che cosa avrei potuto fare io in questo caso. Ma lasciamo stare le ipotesi, che possono condurre tanto lontano quanto in nessun posto ». Niki è felice di avere rotto il dominio dei piloti sudamericani ad Interlagos, ma farglielo confessare non è facile. « Abbiamo dimostrato di essere la squadra meglio organizzata, anche Regazzoni è andato bene e senza l'incidente della gomma sarebbe rimasto nel gruppo di testa. La Ferrari ha vinto perché è andata più forte di tutte le altre. Molto semplice. Chiaro? ». C/ay Regazzoni è della stessa idea. » Abbiamo le vetture migliori ■ commenta ad aita voce, mentre firma autografi. Aggiunge: « lo ho anche la migliore jella di tutti, perché mi sentivo proprio bene, ero riuscito a sgusciare in testa e ci voleva quella maledetta gomma per togliermi di mezzo. La rincorsa, poi, è stata disperata. Davanti, Hunt e Jarier tiravano a più non posso e guadagnargli i secondi perduti era una impresa da aviatori. Inoltre, rimontare posizioni quando si rimane indietro risulta ulteriormente complicato dalla difficoltà di dover superare tante vetture i cui piloti certo non stanno li a facilitarti. Peccato, sono arrivato ad un soffio dal sesto posto, che mi avrebbe permesso di incamerare un puntlclno, un premio di consolazione che può sempre tornare utile al momento opportuno » « Regazzoni ha fatto una bella corsa e Lauda, senza volergli togliere alcun merito, gli deve anche qualcosa. Aver tirato finché ha potuto, ostacolando In una certa misura gli inseguitori, ha poi permesso a Lauda di fuggire via solo e andare a riprendere una Ferrari non è facile per nessuno », afferma Emerson Fittlpaldi. DI se stesso e della sua Copersucar II brasiliano preferisce non parlare. E' andata male: difetti all'apparato elettrico e all'alimentazione non gli hanno permesso di arrivare che tredicesimo, dietro al giovane compagno di scuderia, Ingo Hoflmann, esordiente modesto ma prudente. Adesso tutta la comitiva della Copersurcar si trasferisce a Reding, in Gran Bretagna, dove Emerson cercherà di rivedere il motore Coswort, le sospensioni e tutto il resto che non va. « La Ferrari è la macchina da battere, noi cercheremo di batterla appena possibile », conclude Wilson Fittlpaldi per tagliare corto con le domande imbarazzanti. Il pubblico di Interlagos. deluso, ha fischiato il ritorno del fratello ai box. Ronnie Peterson e Mario Andrew, gli alfieri della Lotus, non si parlano tra loro e riesce difficile comprendere esattamente come si sono scontrati uno con l'altro. Lo svedese. Impulsivo come sempre, ha tamponato il compagno. Un incidente insolito. Jean Pierre Jarrler è intrattabile. Racconta brevemente di essere slittato su una macchia d'olio perduta dalla McLaren di James Hunt. Non risponde quando qualcuno gli domanda perché ha accelerato mentre tutti gli altri rallentavano alle segnalazioni di pericolo fatte Immediatamente dal personale che vigilava la pista. Il francese, che ha compiuto II giro più veloce, non vuole ammettere di avere rischiato In quella circostanza il tutto per tutto. Carlos Reutemann non ha fatto mistero della propria insoddisfazione. «Ho faticato tanto per niente, quello che guadagnavo sui rettilinei lo perdevo nelle curve. Un motore tanto potente e cosi poco agile nella ripresa ad Interlagos non serve. L'ho detto chiaro a quelli dell'Alfa Romeo, adesso se la vedranno con i tecnici della Brabham, lo non ci voglio entrare ». GII domandano perché con la stessa vettura Pace ha fatto meglio di lui. » Ogni pilota ha il suo stile di guida e di corsa. Se io non fossi restato senza carburante sarei arrivato prima dì lui. ma il motore ha bevuto come i un danrato. Il problema non è qui. in ogni caso ». Le polemiche sono una delle code inevitabili di un Gran Premio quando le cose vanno male. Livio Zanotti

Luoghi citati: Brasile, Europa, Gran Bretagna, Interlagos, San Paolo, Trani