Viaggio-lampo alla Nato di Renato Proni
Viaggio-lampo alla Nato Viaggio-lampo alla Nato (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 23 gennaio. La crisi italiana è stata discussa oggi al quartier generale della Nato tra il segretario di Stato Kissinger e il ministro degli Esteri Mariano Rumor. Il colloquio è stato breve: non più di mezz'ora, quanto è bastato a Rumor per ragguagliare il segretario di Stato sugli sviluppi della situazione interna italiana, e a Kissinger per esprimere il suo parere. Kissinger aveva già dichiarato a Copenaghen che un eventuale inserimento dei comunisti nei governi di Paesi «atlantici» provocherebbe inevitabili conseguenze sia nel contesto Nato sia sul piano dei rapporti internazionali. Kissinger tornerà a Washin¬ gton, dopo i suoi colloqui a Mosca, con nuove proposte sovietiche sulla limitazione delle armi strategiche termonucleari, ma con l'intenzione di condizionare un accordo sui «Salt II» alla soluzione del problema dell'Angola. Il segretario di Stato ha illustrato ai ministri degli Esteri dei Paesi della Nato l'esito dei suoi incontri con i leaders sovietici, nello spirito di consultazione ormai abituale in sede atlantica. Alla conferenza stampa, Kissinger non ha voluto fornire dettagli sui negoziati «Salt II», ma ha ammesso che è stata discussa la possibilità di ridurre il «tetto» dei missili termonucleari strategici (2400 per Usa e per Urss secondo gli accordi di Vladi- vostok) nel contesto di altri problemi. Da fonte ufficiosa, si è appreso che Mosca avrebbe offerto una riduzione del dieci per cento (240 missili) del suo arsenale strategico, pur di poter mantenere un uguale numero di bombardieri Backfire. Gli Stati Uniti dovrebbero ridurre dello stesso numero la forza dei loro missili intercontinentali e sostituirli con i missili (o bombardieri senza pilota) Cruise. Questi ultimi, però, possono lanciare più di un missile e quindi, secondo Mosca, dovrebbero essere calcolati come armi Mirv Secondo il segretario di Stato, un accordo sulla limitazione delle armi strategiche tra Mosca e Washington è possibile quest'anno. Gli è stato chiesto se, date le difficoltà sull'Angola e sui «Salt», il governo americano inviterà ancora il segretario generale del Pcus Breznev a Washington. Kissinger ha risposto con un avvertimento: «Se un Paese non mostra un autocontrollo, può provocare una serie di reazioni e di controreazioni che possono mettere in pericolo la distensione. Ma se ci sarà un progresso di "carattere generale", Breznev sarà invitato negli Stati Uniti». Kissinger ha affermato, come già aveva detto ai ministri degli Esteri, di avere ricevuto l'impressione che i capi sovietici sono intenzionati a continuare e a rafforzare il processo della distensione, al quale i negoziati «Salt» hanno dato un contributo positivo. Tuttavia — ha avvertito Kissinger — l'intervento sovietico e cubano in Angola non facilita l'evoluzione della distensione. Non è mancata l'abituale gaffe. Richiesto di un giudizio sulla conferenza dei partiti socialisti mediterranei che si terrà questo weekend a Parigi, Kissinger ha risposto: «Non voglio offendere nessuno, mU non ero al corrente di questo incontro. Non mi hanno chiesto la mia opinione prima di convocarlo ». Renato Proni
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