I colori degli impressionisti con le tuniche del Marocco

I colori degli impressionisti con le tuniche del Marocco Valentino conclude a Roma le sfilate di moda I colori degli impressionisti con le tuniche del Marocco Roma, 23 gennaio. Per una curiosa applicazione della legge dei vasi comunicanti, i colori esplodono nei momenti critici. Non se n'erano mai visti tanti in una tornata di collezioni, sia pure dedicata alla primavera-estate e di così puri, inventati, rinnovati negli inediti accordi da tavolozza. Immaginate la meraviglia delia prima uscita. Sanlorenzo, quattro giacconi sette-ottavi in compatto panno doublé, in bianco, fucsia, arancio e viola sulla gonna uguale, attillata, scattante ma con piccole bluse scambiate, a giubbotto, ricamate a mano tinta su tinta. Gli impressionisti hanno fatto finalmente scuola nella moda: il fucsia s'accende con l'arancio e questo con il viola, come il viola palpita con il rosa: una festa che rimane nella memoria evocata subito dopo dalle sciarpe in chiffon su rigorosi tailleur bianchi, dai ricami a bastoncino nei caffettani color panna, nelle tuniche tinta burro, lilla, verde, posate su gonne o pantaloni e consegnate a un pallido coté arabeggiante dai kefir di Maria Volpi, in crèpe de Chine, con i caratteristici cordoni a cercine e la sciarpa per coprire il collo o il viso. Enrica Sanlorenzo ha voluto affidarsi al colore e ha saputo dosarlo in una breve ma compiuta collezione che oscilla dal pastello delle tuniche di lino sulle gonne di seta ai trascoloranti caffettani in velluto di seta chiffon su ampi, impalpabili pantaloni, non trascurando nessun accostamento dei colori base nelle tuniche da sera, in sordo viola e giallo, per approdare con intelligenza al tutto nero e allo svariare bianco-nero del pied-de-poule, dei quadretti, delle righe, sovrapposti e falsati in tuniche, gonne grembiale senza peso, multicolori sandali di Giovanni e triplici collari in seta rattorta di Marina Fossati. Anche Fausto Sarli, abbandonati i toni umbratili, incipriati, invita la donna mediterranea a un acceso, solare colorismo con tessuti lievi dove la palma, le farfalle, le piume degli stampati sono coinvolti in un espandersi di forti azzurri, di gialli e soprattutto di arancio, compreso l'abito della sposa fra un corteggio di giovani in pantaloni marron e giacca zafferano. Si afferma per la primavera-estate 1976 una linea diritta morbida nel cui ambito c'è da scegliere tra una femminilità rivendicata con una certa forza e un piglio marinaresco in clima di sport dolce, come i blouson della Galitzine o le giacche alla nostromo della Centinaro. Sarli avvolge la donna in sottili chemisier dalle spalle scese, ma con il busto ricco, raccolto, specie sul dorso, in volute, in solchi, in un movimento che si protende a chiudere carré e maniche, a bomboniera. I fianchi così appaiono più minuti, mentre le braccia emergono da maniche a campana o da oblò carezzevoli, come i gioielli e le cinture di Helietta Caracciolo in corda e bambù, in cristallo iridato a stilizzate palmette. Ma Clara Centinaro ha rubato con il suo stilista Miguel Cruz molte idee al guardaroba maschile, declinando al femminile con malizia: giacche a vento, bermuda, blouson in allegra esplosione di manciate di petali di fiori in crèpe de Chine, in lino ultraleggero fino alla tuta da lavoro assunta ad abito da sera, i lunghi pantaloni negati da studiati effetti gonna. lzcn Più segreto, il richiamo alla linea marinara da Irene Galitzine, nei colli delle camicette blu che sporgono dalle casacche bianche, appena enfiate nella linea del blouson, nei pigiama turchese e bluette scaldati da giacche di panno, nei dinamici scamiciati, tutti piegoline, poggiati in vita e nelle marinare di paglia esotica dolcemente rigide, tempestate di filzette in cotone perle dall'esatta mano di Maria Volpi. Una Galitzine disinvolta propone pantaloni in tessuto ges- sato o in shantung, morbidezza dei carpini, vita nascosta dalle sblusature, gonne diritte ma sciolte da pieghe e spacchi: solo dì sera la sua donna, abbassate le sblusature, accesi i colori del corallo e dell'acquamarina, nude le spalle solcate dalla passamaneria a cordoni e nappe dei gioielli in madreperla, si concede viaggi nei tempi di Dolores Del Rio, ritrovandone turbanti e pellicole d'estate per la passeggiata notturna sulla tolda; un giubbotto di breitschwanz blu, naturalmente di linea marinara come quello di visone, senza maniche, ma con il collo quadro sulle spalle, a piccole righe di visone bianco e visone beige, creati entrambi da Rita Togno. A chiusura delle collezioni, ancora una volta Valentino è andato controcorrente e insieme ha enfatizzato la tendenza costumistica del momento. Se dovunque il colore esplode, luì ha badato ai liliali accordi dell'azzurro cielo e del bianco, del rosa e dell'avana, scegliendo il candore dei lini e della lana cachemere come il migliore antidoto alle brezze primaverili, rilevandone la chiarezza con bordi matelassé, cinture di seta intrecciate, di bindelli annodati. E se, sulla scia di Sandokan, non sono certo mancate nell'alta moda le escursioni in Oriente, di rado si è vista come da Valentino una tale insistenza nella letteratura, badando non certo al racconto quanto al romanzesco: berbere con tamburello in testa, ricoperte da capo a piedi dal caffettano, colonialiste in tenuta safari, mensahib dalla tunica ricamata sui pantaloni sigaretta si sono divise lo stupore della passerella con emule di Lawrence d'Arabia, raja in gonnella e turbante e Vergini Maria alla fuga in Egitto. Liza Minnelli, in lunga pelliccia di visone, inquieta e scossa da piccole risate a scatto, è sembrata colpita dagli ascari in versione femminile, evocati in blu spento da uno spericolato Valentino, accanto agli chemisier con la coulisse, agli abiti millefoglie in chiffon, a triplice orlo e alle tuniche fittamente ricamate su pantalone da harem. Lucia Sollazzo Roma. Questa tunica blu argento in chiffon di seta di Valentino ha aperto la sfilata "alla marocchina" (Tel. Ap)

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