Biennale in tempesta di Giuliano Marchesini
Biennale in tempesta Incerto il futuro dell'Ente veneziano Biennale in tempesta Si estende la polemica dopo le dichiarazioni di Gambetti e la paralisi del settore cinema - Reazioni di Ripa di Meana e del sindaco Rigo (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 23 gennaio. Di nuovo nella bufera, la Biennale traballa. La presa di posizione di Giacomo Gambetti e della Commissione di esperti paralizza il settore cinema e spettacolo televisivo, rende incerto il futuro dell'organismo culturale veneziano, per il quale sembra proprio che le tribolazioni non abbiano fine. Tutto, adesso, è rimesso in discussione: dalle fatiche per la preparazione dei programmi si passa a quelle della polemica, che impegna direttamente il presidente Carlo Ripa di Meana e il direttore della rassegna cinematografica. A Venezia, questa crisi in cui piomba la Biennale lascia parecchio smarriti. Dopo la decisione di Gambetti e della Commissione per il cinema di sospendere l'attività permanente, vi è stato un intreccio di dichiarazioni, di comunicati, di commenti. Le motivazioni di fondo, per la « interruzione dei lavori », sono di natura finanziaria: troppe difficoltà, dicono i responsabili del settore cinematografico. E troppi rinvii, aggiungono, muovendo rimproveri al Consiglio direttivo dell'ente per le manifestazioni artistiche veneziane. La Biennale va incontro ad altre giornate inquiete. Abbiamo parlato di recente con Ripa di Meana, dopo il convegno dei rappresentanti dei Paesi che partecipano alla mostra di arti visive, in programma quest'anno nei padiglioni dei giardini di Castello. Il presidente sorrideva. Il motivo della sua soddisfazione consisteva nel fatto che la larga maggioranza degli ospiti stranieri aveva aderito alla rassegna d'arte: era un riconoscimento del grado di preparazione raggiunto in questi anni dalla Biennale, che aveva percorso parecchia strada dopo essersi finalmente tolta di dosso il vecchio statuto. Carlo Ripa dì Meana ci parlava anche della situazione finanziaria in cui si trovava l'ente. E qui il sorriso si spegneva. Gl'impegni della nuova Biennale, diceva il presidente, sono tanti, mentre i fondi a disposizione per mettere insieme le varie rassegne si assottigliano paurosamente. Il nostro discorso con Ripa di Meana riguardava anche la prossima mostra cinematografica. Si sapeva che l'ultima riunione del Consiglio direttivo, il 21 dicembre scorso, era stata piuttosto agitata, aveva fatto affiorare contrasti che invano qualcuno aveva tentato di comporre. Il settore del cinema e dello spettacolo televisivo, più che altri, mostrava preoccupanti sintomi di malessere. Ma Ripa di Meana era ancora disposto all'ottimismo: « Può darsi — diceva — che nella prossima seduta del Consiglio direttivo, a fine gennaio, si riesca a varare l'intero programma della mostra del cinema ». Adesso, l'ottimismo è svanito: lo ha soffiato via la secca dichiarazione di Giacomo Gambetti e dei membri della Commissione cinema (escluso il critico Giorgio Tinazzì, che non era presente alla stesura del documento e che comunque dissente dal metodo seguito). I responsabili del settore non sono disposti a tollerare « operazioni di scorporo e di riduzione del programma globale ». Ripa di Meana replica che « se l'intenzione è buona, il sistema è settoriale ». E la polemica coglie di sorpresa i veneziani. « Ho saputo soltanto ieri sera — dice il sindaco, Mario Rigo, che è anche vicepresidente della Biennale — del documento diramato da Gambetti e dalla Commissione. Ho preso contatto con Ripa di Meana, che si trovava a Milano: il presidente mi ha confermato che anche lui era all'oscuro di quella iniziativa ». Il sindaco di Venezia commenta amaro: « Ci sentiamo non informati su decisioni di tanta importanza. Per il 31 di questo mese è prevista la riunione del Consiglio direttivo della Biennale: si tratta appunto di parlare dell'attività dell'ente in rapporto alle sue disponibilità finanziarie. C'è anche una proposta per portare a 3 miliardi la dotazione annuale della Biennale. Il progetto, purtroppo, è bloccato dalla crisi di governo. Ma intanto si poteva pensare ad un impegno della Regione, degli enti locali ». E la Biennale è rimasta scossa. « Atteggiamenti come questo — dice Mario Rigo — portano altri disagi a Venezia ». Giuliano Marchesini
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