Una "marcia,, su Canelli dei produttori di moscato di Edoardo Ballone
Una "marcia,, su Canelli dei produttori di moscato Aspra polemica fra agricoltori ed industriali Una "marcia,, su Canelli dei produttori di moscato ( Dal nostro inviato speciale) S. Stefano Belbo, 21 genn. Il gelo che stamane attanagliava la langa di Santo Stefano Belbo faceva contrasto agli animi surriscaldati dei cento contadini in protesta contro gli industriali vitivinicoli. Ormai siamo in piena «guerra del moscato» e oggi i produttori l'hanno apertamente dichiarata. Martedì, 3 febbraio, alcune centinaia di agricoltori del Cuneese, dell'Astigiano e dell'Alessandrino, marceranno su Canelli, cittadella dello spumante, e l'assedieranno. In che senso? I contadini, cioè, muniti di grossi cartelli, stazioneranno dinanzi ai principali stabilimenti vinicoli per sollecitare il pagamento delle uve bianche conferite nel settembre dello scorso anno agli industriali dello spumante. Una delegazione chiederà ufficialmente il denaro entro marzo pena una massiccia protesta con trattori sulle strade della provincia. Insomma, è una situazione ai ferri corti. La storia comincia nel set- tembre 1975. I più grossi in- dustriàli dello spumante, do- po aver minacciato la Cassa integrazione nei loro stabilimenti per mancanza di vendite, convincono l'associazione dei produttori del moscato a cedere le loro uve a trecento lire in meno il miriagrammo, cioè a 1900. Gli agricoltori, seppure scontenti, sono costretti a cedere. Ma non è finita. Mentre per l'anno precedente gli indu¬ striali avevano pagato l'acqui-sto in due rate (a dicembre e marzo), stavolta costoro, uni- lateralmente, stabiliscono il pagamento in quattro rate, Un 25 per cento di acconto, che è già stato dato, un altro 25 a fine aprile, e le ultime due rate a giugno e settembre 1976. Sarebbe a dire saldare i debiti un anno dopo l'acquisto per un prodotto conseguito con spese già attuate due anni prima. Per il povero contadino, un contratto-capestro. A questo punto, i seicento iscritti all'Associazione produttori di moscato hanno detto «basta» e pretendono l'intero pagamento entro il marzo prossimo. E ieri gli industriali hanno ribadito il loro ennesimo «no» a questa richiesta. Da qui la bollente assemblea di stamane nei sotterranei della parrocchia di Santo Stefano Belbo. Dice Piero Spessa, presidente dell'Associazione produttori: «E' una situazione incresciosa che deve finire. Siamo di fronte ad un ricatto ai nostri contadini. Gli industriali la devono smettere di fare il bello ed il cattivo tem po. Il 3 febbraio andremo a Canelli e la protesta sarà una- rirne e decisa». Gli fa eco Natale Carlotto, direttore della Coldiretti di Cuneo: «Presto passeremo alle vie legali contro i grossi industriali dello spumante. Prima minacciano riduzioni di lavoro, poi comprano sottocosto, infine non pagano. Un comportamento veramente assurdo». Anche Oddino Bo, presidente regio- 1 naie dell'Alleanza Contadini, è adirato: «Già qualche anno j fa, per una protesta, i conta i dini dell'Astigiano bloccarono j con i loro trattori le strade della provincia. Ora non escludo che avvenga la stessa manifestazione nel Cuneese. Gli agricoltri sono calmi e pazienti, ma possono anche diventare bestie feroci». C'è pure chi suggerisce di occupare gli uffici dei principali stabilimenti e andarsene soltanto dopo il pagamento pronto-cassa. Comunque, la maretta sta trasformandosi in tempesta e la «guerra del moscato» sta decisamente inasprendosi. Sindacati e Associazione produttori presenteranno in questi giorni una formale protesta alle prefetture delle tre province vinicole affinché lo Stato intervenga per risolvere la vertenza. Ad ingarbugliare la situazione si aggiungono il problema dei mediatori e quello degli «spumantelli». I produttori sono stufi dell'esistenza dei mediatori e chiedono che tale categoria venga abolita. Nell'ultima vendemmia la quantità e il prezzo delle uve sono diminuiti, mentre è aumentata la provvigione per i mediatori definiti «parassiti». C'è poi la lotta agli «spumantelli» messi in vendita a 290 lire e fatti probabiltmente anche con uva, ma chi lo può giurare? Dunque, una concorrenza sleale e nociva al buon nome dei viticoltori. Tempi duri, insomma, per le terre del moscato. Edoardo Ballone
Persone citate: Natale Carlotto, Oddino Bo, Piero Spessa
Luoghi citati: Canelli, Cuneo, Santo Stefano Belbo
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