Tra le rovine della guerra civile Libano: musulmani assediano i cristiani in città e in villaggi

Tra le rovine della guerra civile Libano: musulmani assediano i cristiani in città e in villaggi Tra le rovine della guerra civile Libano: musulmani assediano i cristiani in città e in villaggi Beirut, 17 gennaio. Divampa su sette fronti la guerra in Libano tra musulmani e cristiani mentre tutto lascia presupporre che guerriglieri palestinesi ed esercito siano ormai prossimi ad una prova di forza che potrebbe essere risolutiva. Ormai alla tregua non crede più nessuno considerato anche come sia naufragata la mediazione siriana. « Prenderemo in considerazione una tregua soltanto a guerra finita e quando i problemi tuttora sospesi saranno risolti una volta per sempre », hanno dichiarato oggi i guerriglieri palestinesi. Negli ultimi dodici giorni di guerra le cifre parlano di 1305 morti e di 22.923 feriti il che fa salire ad oltre novemila gli armati ed i civili periti nei nove mesi di guerra civile. Nella sola giorna ta di oggi sono 116 i morti e circa 200 i feriti. Le comunicazioni sono sempre più difficili e incerte. Secondo alcune fonti, il ministro dell'Interno ed ex presidente della Repubblica Camille Chamoun è assediato da quattro giorni nella sua residenza a Saadyiat. Il patriarca maronita Khoreiche gli ha telefonato per informarsi della sua salute, mentre in certe parti di Beirut e dell'interno le campane delle chiese cristiane suonavano a martello, per chiamare il popolo alla difesa dei cristiani assediati. Gruppi di cristiani hanno brevemente occupato le sedi dei governi provinciali a Jounieh e a Baabda, sobborgo di Beirut dove si trova anche il palazzo presidenziale. Ci sarebbe stato anche un attacco con sparatorie contro il comando delle forze di sicurezza interna a Beirut. Dany Chamoun, figlio del ministro dell'Interno e capo delle milizie del partito nazionale liberale, è riuscito a raggiungere Beirut, e ha anche lui invitato i cristiani ad aiutare i loro correligionari assediati a Sud della capitale. Camille Chamoun comunque si rifiuterebbe di lasciare la sua residenza, dove si sarebbero recati due ufficiali libanesi e due ufficiali palestinesi, per un esame della situazione. Si apprende frattanto che il presidente della Repubblica Suleiman Frangie ha inviato al comandante delle forze armate un messaggio nel quale rende omaggio all'esercito e all'esempio di unità che esso mostra al Paese. I guerriglieri e i musulmani hanno detto che toglieranno l'assedio a Caameh, Saadiyat, Damour e Jiyeh (le quattro cittadine cristiane accerchiate, situate lungo una striscia di 3 km di costa sul Mediterraneo) solo se i cristiani sospenderanno il blocco dei rifornimenti diretti ai campi profughi palestinesi. Oltre che nei tre chilometri di lungomare sul quale si affacciano Jiyeh, Damour, Caameh e Saadiyat, si è combattuto, con scontri a corpo a corpo, anche nel centro commerciale di Beirut e nella zona degli alber¬ ghi prospicente il mare. Nei quartieri si sono verificati diversi incendi mentre cristiani e musulmani hanno impiegato mortai e razzi. Si continua a sparare anche a Zahle, città che dista cinquanta chilometri ad Est di Beirut, dove in nottata l'esercito ha respinto, provocando pesanti perdite nelle file nemiche, un massiccio attacco sferrato da palestinesi contro un accampamento militare della città. Nel ritirarsi dopo tre ore di battaglia i fedayn hanno lasciato sul terreno novanta morti e duecentocinquanta feriti. Alto anche il numero dei prigionieri. Esercito e guerriglieri si sono scontrati stamane anche all'estremo limite dello aereoporto di Beirut. La violenza dei combattimenti si è attenuata in serata. Rimane chiuso per il secondo giorno consecutivo l'aereoporto della capitale mentre sono ancora interrotte gran parte delle comunicazioni telex e telefoniche. «La situazione peggiora di giorno in giorno », ha dichiarato alla radio il primo ministro Karami che ha discusso della crisi con gli ambasciatori di tutti i Paesi arabi a Beirut nel tentativo di iniziare trattative capaci di porre fine al bagno di sangue. Si è appreso intanto che le incursioni degli aerei libanesi di ieri hanno provocato sessantacinque morti e decine di feriti. Karami ha proposto, per risolvere la crisi, un accordo, graduale. Dovrà essere per prima cosa tolto l'assedio cristiano a due campi profughi della periferia di Beirut mentre il campo profughi di Dbayih dovrà tornare sotto il controllo dei fedayn. Una volta fatto questo primo passo i musulma¬ ni dovranno porre fine allo assedio alla città cristiana e « demilitarizzare la capitale e le altre principali città del Libano». (Api a sud. contro le forze dell'Unita. Secondo il giornale inglese, le forze del nord hanno l'ordine di « schiacciare » l'Fnla in ritirata « entro una o due settimane ». Fonti americane hanno definito prossimo al crollo l'Fnla, che appena due mesi fa si era spinto fino a una trentina di chilometri da Luanda. Sotto il suo controllo restano tre sole città, Santo Antonio, Sao Salvador e Maguela do Zomba, vicino al confine con lo Zaire. Il crollo dell'Fnla permetterebbe al Mpla di concentrare tutto il suo dispositivo militare al sud contro l'Unita. (Ap) Beirut. Guerriglieri musulmani nelle strade di Jieh, occupata dalle forze della sinistra libanese (Telefoto Ass. Press)

Persone citate: Camille Chamoun, Dany Chamoun, Karami, Suleiman Frangie