Se il fegato funziona male di Angelo Viziano

Se il fegato funziona male Un convegno a Bologna Se il fegato funziona male Riconosciuta l'importanza dell'acido ciclossalico per la cura della dispepsia epatica Bologna, 17 gennaio. Inappetenza e per di più sonnolenza dopo i pasti, bocca amara al risveglio, senso di stanchezza, un malessere generale, tendenza a frequenti ma! di testa, ecco un noioso discreto emporio di disturbi che, facendo corteo a digestioni lente e laboriose e divenendo abitudinari, inducono a sentire il medico. Talora possono associarvisi intolleranza alimentare, con facile prurito e eruzioni cutanee. I casi sono frequentissimi e in incremento. Che in detta sintomatologia si possa sospettare una dispepsia di origine epatica è plausibile. Ciò tanto più se il fegato appare più o meno modestamente aumentato di volume. Ma è bene inteso che per impostare una corretta cura, adeguata al caso, sono necessari accertamenti con esami di laboratorio. Se i rilievi confermano 1* ipotesi, siamo proprio di fronte a uno stato di piccola insufficienza funzionale del fegato, concretizzata in quella forma di disturbo digestivo. Si sa che il fegato costituisce il nostro grande laboratorio centrale biochimico, capace di espletare svariate decine di compiti, con cui tende a mantenere in funzione il complesso metabolismo corporeo. Orbene, nello stato di dispepsia in discorso, qualora altri elementi di rilievo non affiorino, è sostanzialmente compromessa la funzione esercitata dalla bile, fabbricata dalle cellule epatiche. Di queste è ridotta cioè la potenzialità biligenetica, mentre le altre prove di funzionalità epatica possono risultare appena lievemente alterate. Non si tratta, almeno all'inizio, che di una piccola patologia epatica; ma il fatto è che non concede quiete, favorisce il malumore e rappresenta la quasi totalità della patologia epatica di ambulatorio. A incrementarla e aggravarla sta un certo genere di vita sbagliata moderna: tipo di alimentazione spesso eccedente come potere calorico, con alimenti alquanto sofisticati; intossicazioni voluttuarie; contatto diuturno con sostanze potenzialmente lesive per la cellula epatica in ambienti di lavoro, ma anche al di fuori; impiego di conservanti nei confezionamenti di cibi e bevande; non certo ultima la sedentarietà. Responsabilità di ciò inoltre la attuale frequenza di un maldestro uso di farmaci. Persino l'indiscriminato uso di estrogeni da parte della donna è stato chiamato talora in causa. Di grande interesse è stato pertanto l'odierno simposio nazionale di epatologia svoltosi a Bologna, dedicato precisamente alle alterazioni della secrezione biliare e dei relativi nuovi aspetti terapeutici. Vi hanno partecipato oltre 500 medici. Sono stati i grandi recenti progressi nei metodi di indagine sperimentale e clinica che hanno consentito il miglior aggiornamento sulla genesi, il meccanismo e la dinamica della bile e del suo flusso intraepatico, le variazioni della sua composizione nonché sugli effetti morbosi di un eventuale suo ristagno (colestasi). Sulla base delle nuove acquisizioni di fisiopatologia biliare (relatori principali i professori G. Labò, P. Gentilini, N. Dioguardi, L. Barbara), anche la terapia medicamentosa si è venuta modificando. Nell'ambito del simposio, in una tavola rotonda (presie¬ duta dal professor Teodori) sono stati posti certi limiti di impiego a taluni farmaci già in uso; mentre è stata riconosciuta l'importanza assunta per la cura di questa dispepsia epatica, dalla scoperta dell'acido ciclossilico, per merito di ricercatori italiani. E' stato dimostrato come tale composto di sintesi, del tutto originale, induca un miglioramento della funzionalità epatica globale; cosicché è attraverso di essa che, in sostanza, si realizza la normalizzazione della biligenesi, unitamente ai rapporti dei vari componenti della bile e dell'aumento del suo flusso. Angelo Viziano

Persone citate: Dioguardi, Gentilini, Teodori

Luoghi citati: Bologna