I vigili che vanno a requisire gli alloggi sono bloccati dagli operai del cantiere

I vigili che vanno a requisire gli alloggi sono bloccati dagli operai del cantiere I vigili che vanno a requisire gli alloggi sono bloccati dagli operai del cantiere Momenti di tensione ieri in corso Monte Cucco 71, dove il Comune ha individuato 98 appartamenti - In serata ha potuto essere raggiunto un accordo con l'impresa costruttrice Nuovo capitolo dell'operazione avviata lunedi scorso dal Comune per procurare un alloggio idoneo alle famiglie che più ne hanno bisogno, tramite requisizioni temporanee (non si tratta di espropri, il Municipio pagherà l'affitto a prezzi di mercato). Si è avuta una battuta d'arresto. I vigili urbani, muniti di regolare decreto di requisizione per 98 appartamenti, hanno tentato di entrare nel cantiere di corso Monte Cucco 71, ma hanno trovato il cancello sbarrato dagli operai. Si sono alzate grida di protesta: «Rimarremo fino a quando non ci verrà assicurato il posto di lavoro». C'è stato un momento di tensione, si è temuto il peggio quando 1 vigili hanno chiesto rinforzi. Operai e circa 80 guardie municipali si sono fronteggiati, ha avuto poco successo un accenno di trattativa. Per sbloccare la situazione, sono intervenuti il comandante dei vigili e l'assessore al patrimonio Chlezzi, che ha rassicurato proprietari ed edili sulle caratteristiche della requisizione. «No — gli è stato risposto — non ci fidiamo». Poco dopo le 15 i vigili sono stati richiamati in sede, gli operai sono rimasti a presidiare il cantiere. Fino ad ora il Comune è riuscito a reperire circa 300 alloggi. Ne occorrono altri. Quelli che si volevano requisire ieri, appartengono La rubrica «SAPER SPENDERE» è rinviata per mancanza di spazio alla immobiliare «Nuovi orizzonti». Il procuratore della società, Pier Paolo Ponchia, dice: «A fine '74 avevamo acquistato e messo a disposizione del Comune, quattro appartamenti, pur di evitare requisizioni nei cantieri. Il patto era che ci sarebbero stati restituiti entro un anno, la promessa non è stata mantenuta». Prosegue: «Il provvedimento del sindaco ci ha messi con le spalle al muro. Abbiamo deciso di sospendere i dipendenti, circa 180, per esaminare con calma il problema. I sindacati hanno subito occupato il cantiere a fianco degli operai, accusandoci di "strumentalizzare" la crisi. Non si rendono conto che noi costruiamo e vendiamo alloggi. Se ci prendono quelli abitabili, noi non li possiamo vendere e senza incassi non riusciamo a pagare i salari né a portare a termine i lavori». Conclude: «Invece di ovviare alla carenza di case, si aggrava il problema dell'occupazione». Interviene un operaio: «I sindacati ci avevano assicurato mercoledì che tutto era sistemato. Per fortuna siamo rimasti a difendere il posto di lavoro». Un suo collega, Bastiano Labate, 65 anni: «Sono solo, non ho nulla. Se vengo licenziato chi mi assume?». Piovono le proteste: «Anche noi abbiamo dei figli, molti di noi abitano in case malsane. Alcuni sono in lista da anni per un alloggio popolare. Niente da fare». Il falegname del cantiere incalza: «le assegnazioni vengono fatte senza accertamenti adeguati. E poi, perché non si requisiscono gli appartamenti sfitti invece di quelli in costruzione?». Le discussioni sono continuate fino a sera, quan¬ do la situazione si è chiarita dopo un colloquio fra rappresentanti dell'amministrazione e dirigenti dell'impresa. E' stato raggiunto un accordo, in base al quale la società immobiliare metterà a disposizione del Comune un certo numero di alloggi in un'altra zona. Gli operai hanno sciolto il «presidio» al cantiere.

Persone citate: Labate, Pier Paolo Ponchia