Sci, adesso si rischia troppo di Giorgio Viglino

Sci, adesso si rischia troppo Parla Jean Vuarnet già responsabile della squadra azzurra Sci, adesso si rischia troppo Il miglioramento qualitativo dei materiali determina velocità pazzesche, spesso oltre i limiti degli atleti - "Le piste vanno rallentate con maggiori difficoltà tecniche" (Dal nostro Inviato speciale) Avoriaz, 15 gennaio. Il discorso parte da lontano, da una classifica che Insieme con l'amico e collega svizzero Frank Marty abbiamo fatto al termine delle gare di discesa di Wengen. Vista l'ecatombe di quella seconda prova sul Lauberhorn, c'era venuto In mente di provare a fare una classifica generale di tutte le discese per vedere fra chi era sempre arrivato al traguardo chi era Il più bravo, la maglia rosa o gialla di questa strana gara a tappe. Eliminati sul ricordo immediato Klammer, Grissman, I canadesi Reed e Irwin, gli austriaci piti giovani Eberhard e Steiner, quando siamo passati ai numeri abbiamo scoperto che le defezioni sono ben più numerose per questa stupefacente graduatoria che fra i primi dieci comprende un solo austriaco: 1. Roux (Svlz.) 10'42"22; 2. Plank (It.) 10'43"10; 3. Anterit (Can.) 10'46"68; 4. Murray (Can.) 10'48"97; 5. Veith (Germ.) 10'49" e 39; 6. Podborski (Can.) 10'50"75; 7. Winkler (Austria) 10'50"89; 8. Ferstel (Germ.) 10'54"; 9. Grabler (Australia) 10'58"44; 10. R. Thoeni (It.) 11'00"6B. Le gare prese in considerazione sono Val d'Isère, Madonna di Campiglio, Schladmlng, Wengen uno e due. In totale sono 17.154 metri di percorso per un dislivello totale di 4530, e la media totale di Philippe Roux è di 96,157. Con questa classifica e qualche altro dato alla mano ho abbordato Il discorso con Jean Vuarnet che è l'unico tecnico di sci perfettamente aggiornato che sia al di fuo¬ ri della mischia e che non può quindi essere tacciato di partigianeria. La velocità innanzitutto. Novantasei chilometri all'ora su un percorso che ha In totale non meno di 40 curve, sono una media difficile da realizzare per un buon guidatore con un'auto di media cilindrata. Sugli sci sono una follia. Dice Vuarnet: - lo da anni sostengo che le piste vanno rallen¬ tate con difficoltà tecniche maggiori, sia per rendere più valide le gare, sia per limitare I rischi. Da qualche tempo a questa parte II problema è diventato più urgente perché i materiali sono migliorati in un modo pazzesco ». Nel 1969 Karl Schranz vince l'ultima edizione antica del Lauberhorn disputata sull'intera lunghezza della pista: impiega 3'01"60 portando via il primato a Jean Claude Killy e abbassandolo >n un colpo solo di cinque secondi. Quest'anno, 1976, l'ultimo classificato. Il povero ignoto Aidin Pasovic, di nazionalità Jugoslava, Impiega 2' 55"30 col terrore negli occhi. 'Anche qui ad Avoriaz si Illa veloci — riprende Vuarnet — ma è una velocità che non spaventa troppo. Su In alto, dove sono freschi e dove hanno spazio, filano come diretti, poi, al passaggi tecnici, la velocità diminuisce notevolmente. Se si fosse prevista comunque un'evoluzione del materiali tanto rapida, anche questa pista l'avrei tracciata ancora più lenta, perché lo so bene che basta un po' di paura per cadere laddove non si dovrebbe proprio cadere. Se la velocità è superiore ai 100 all'ora, anche II semplice impatto con la neve può causare gravi lesioni ». Se si è accelerati in questo modo, vuol dire che gli sci sono diversi, migliori rispetto al passato, vuol dire che il modo di prepararli, non diciamo soltanto di sciolinarli, li rende più veloci. Luciano Panarti, l'allenatore più contestato d'Italia, più criticato del peggi or Bernardini, più censurato, dai cento dirigenti e capi che si trova in testa, di un notiziario televisivo, dice: 'lo sono convinto che I nostri materiali non siano altrettanto efficaci di quelli in possesso degli austriaci per fare un esemplo. Certo, sono d'accordo, sì viaggia troppo veloci su queste discese, ma lo debbo cercare di far vincere gli atleti nelle condizioni In cui I dirigenti II obbligano a correre. Se quelli cambiassero le disposizioni, lo ne sarei tanto più contento, però torniamo al problema di fondo: io voglio anche ammettere di avere un paio di broccaccloni in squadra, ma mi rifiuto di pensare che siano tutti incapaci ». Panatti non entra nei particolari perché l'argomento è vietato, dopo che la Federazione è stata minacciata di querela per danni da una delle ditte interessate dalle critiche. Certo è che c'è voluto l'arrivo del mago, poi cacciato, svizzero, perché ci si decidesse a pulire le solette con un solvente prima di sciolinarle per una nuova gara. Le piste vengono preparate con additivi chimici, battute con mezzi meccanici che usano grassi diversi e producono vapori di nafta e benzina: è Intuitivo che gli sci raccolgono tutta questa sporcizia con conseguenze immediate riguardo alla scorrevolezza. Ma gli sciatori italiani — Plank dev'essere considerato un'eccezione, magari più eccezione di quanto non sembri se veramente gli sci c'entrano qualcosa sul rendimento dell'Intera squadra — perdono veramente perché hanno materiali inferiori, oppure perché Inferiori sono loro stessi? 'lo non voglio dare giudizi definitivi — dice Vuarnet —, cerfo è che il programma che lo avevo previsto In Italia non è stato portato avanti o per lo meno non nella maniera giusta. In Francia, due anni dopo, abbiamo cominciato con la leva della Coppa ed era venuto fuori una specie di prodigio come quel povero Michel Dujon, e tutt'ora c'è un buon corridore che è Pellat-Finet. Però sono convinto anch'io che su quelle piste, tutte da percorrere con gli sci piatti, gli austriaci abbiano qualche vantaggio tecnico. Qui è diverso, qui si vede chi sa sciare ». Giorgio Viglino

Luoghi citati: Australia, Austria, Avoriaz, Campiglio, Francia, Italia