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Metalmeccanici primo sciopero di Giancarlo Fossi
Metalmeccanici primo sciopero Per il nuovo contratto Metalmeccanici primo sciopero La manifestazione nazionale era anche per protesta contro i licenziamenti e la "ristrutturazione selvaggia" - A che punto è ora il negoziato Roma, 15 gennaio. Lo sciopero nazionale dei metalmeccanici, attuato oggi per quattro ore nelle aziende private e pubbliche, ha assunto un particolare significato di protesta contro i licenziamenti e la «ristrutturazione selvaggia». All'indomani dell'improvvisa decisione della British Leyland di far partire al più presto 4500 lettere di licenziamento, i numerosi comizi svoltisi in ogni parte d'Italia sono stati caratterizzati da dichiarazioni molto dure sul problema della disoccupazione e dell'azione del sindacato a tutela di diverse centinaia di migliaia di lavoratori minacciati di sospensione o di definitivo allontanamento. «1 metalmeccanici — ha affermato a Milano il segretario nazionale della Firn Galli — intendono imprimere alla lotta quel mordente che hanno già dimostrato in occasione dei rinnovi contrattuali del 1969 e del 1972. Al governo chiediamo la sospensione immediata di tutti i licenziamenti, mentre respingiamo la sua proposta del cosiddetto "salario piccolo" che dovrebbe essere corrisposto per quattro anni alle maestranze licenziate». Il governo — ha sostenuto Gamba del consiglio di fabbrica della Leyland Innocenti — «deve dare una risposta immediata alla minaccia fatta dai liquidatori inglesi». Lo stretto legame tra l'offensiva per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici e le iniziative di carattere generale in difesa del posto di lavoro è stato sottolineato da Trentin a Firenze. «Quella di oggi — ha rilevato il segretario generale della Firn — rappresenta una tappa importante per il movimento sindacale. Non si tratta più di fare scioperi per il rinnovo soltanto di un contratto di lavoro, ma per una lotta aperta, diretta a sostenere l'occupazione e a costringere le forze politiche a trovare soluzioni economiche in grado di far compiere una svolta alla situazione creando anche nuove occasioni di lavoro. Questo è il grande valore delle richieste della Federazione dei lavoratori metalmeccanici». A Mestre il segretario nazionale della stessa Firn Gavioli ha osservato come le misure adottate dall'ultimo governo non tengano conto degli indirizzi auspicati dai sindacati per lo sviluppo dell'occupazione e la riconversione produttiva. Lo sciopero ha determinato la paralisi quasi totale del settore. Altre astensioni articolate saranno attuate entro la prima settimana di febbraio con l'adesione di altre categorie dell'industria e dei servizi. Per quanto riguarda la vertenza sul contratto di lavoro la Firn sollecita «un sostanziale mutamento di posizione che permetta di avviare su un terreno di costruttivo confronto le trattative fra le parti ». L'andamento del negoziato con la Federmeccanica, che rappresenta circa ottomila aziende metalmeccaniche private, e l'Intersind per l'industria a partecipazione statale è considerato complessivamente insoddisfacente, anche se non si è giunti fino a questo momento alla rottura. Negativa la posizione della Federmeccanica, secondo la Firn, su punti qualificanti della piattaforma contrattuale; interlocutorio su alcuni aspetti l'atteggiamento dell'Intersind e contrario su altri; contraddittoria e deludente la risposta dell'associazione delle piccole industrie metalmeccaniche aderenti alla Confapi. Qualche spiraglio si è già aperto per il contratto nazionale dei lavoratori delle costruzioni. A conclusione di una riunione tra l'associazione dei costruttori (Ance) e i sindacati, il segretario nazionale della federazione lavoratori delle costruzioni Giorgi ha commentato: « Si stanno creando le condizioni per una verifica ancora più approfondita della posizione dell'Ance per poter andare verso uno sbocco della trattativa. Il prossimo incontro, fissato per la prossima settimana, potrebbe essere decisivo. Giancarlo Fossi
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