Accolta l'istanza, il giudice l'ha scarcerata
Accolta l'istanza, il giudice l'ha scarcerata Accolta l'istanza, il giudice l'ha scarcerata Ritornata libera la sedicenne che assassinò il padre violento A Varese • La ragazza racconta: "Mi aggredì per seviziarmi, poi si scagliò contro la mamma. Allora afferrai il coltello e lo colpii" (Dal nostro corrispondente) Varese, 14 gennaio. Il volto pallido e tirato, gli occhi cerchiati, la voce rotta dall'emozione, così è apparsa la sedicenne Silv^wa Maltese oggi all'uscita dal carcere milanese di San Vittore. Ad attendere la giovane c'era il suo legale, l'avvocato Alfonso Brighina. Una veloce corsa in auto tra la fitta nebbia dell'Autostrada dei Laghi e Silvana è giunta a Varano Borghi dove ha potuto riabbracciare, dopo dieci giorni di detenzione, la madre e i sei fratelli. La ragazza che, all'alba del 5 gennaio scorso, uccise il padre, Francesco Maltese, 43 anni, mentre l'uomo cercava di abusare di lei, ha ottenuto infatti la libertà provvisoria su istanza avanzata dall'avvocato Brighina al Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale dei minorenni di Milano: il magistrato, praticamente, ha detto sì alla tesi della legittima difesa da parte della ragazza, della propria integrità fisica e dell'integrità fisica della mamma. Ancora sconvolta dall'accaduto Silvana a stento è riuscita a riassumere brevemente per i giornalisti quella terribile notte. «Stavo dormendo in corridoio. Papà mi ha svegliata. Come sempre, mi ha costretta a seguirlo in camera da letto. Mi è saltato addosso. A questo punto mia madre ha reagito. L'ha scongiurato di lasciarmi stare. La mamma aveva in braccio Veronica, la mia sorellina di sei mesi. L'ha deposta sul letto, si è avventata su papà. Lui niente. Anzi, si è messo a minacciare di morte anche mia madre. Allora ho visto il pugnale sotto il cuscino di mio padre, l'ho afferrato e ho colpito, colpito. Soltanto dopo ho capito di averlo ucciso ». Un brevissimo sfogo, poi ancora silenzio e quindi la sedicenne aggiunge: «Non ne potevo più quella sera, è stato troppo. Non so, forse lo rifarei, forse no. Non so». Accanto alla giovane, oltre all'avvocato Brighina, c'è il signor Chironi, l'artigiano di giocai- toli presso il quale lavora la 1 ragazza: «Per permettere una adeguata difesa di Silvana — dice Chironi — ho aperto una sottoscrizione in paese. L'appello è rimasto lettera morta. Così io, i miei fratelli e i due operai che compongono la mia azienda ci siamo autotassati per assicurare un legale di fiducia alla giovane». Silvana è stata liberata, quindi, ma il giudice prima si è voluto sincerare che una volta a casa avrebbe potuto riprendere a lavorare. Il signor Chironi ha detto che l'attendeva e così si è avuta la scarcerazione della sedicenne. La famiglia Maltese, giunta a Varano Borghi un anno fa, aveva preso in gestione il barpizzeria «Papillon», che è situato nel centro del paese, Francesco Maltese, l'ucciso, pare che in passato avesse avuto qualche guaio con la giustizia: nel periodo che va dal 1950 al 1972, sembra fosse stato denunciato cinque volte per ingiurie, percosse e lesioni nei confronti di diverse persone. L'uomo, che originariamente faceva l'autista, nel 1973, a seguito d'un incidente stradale, aveva riportato un grave trauma cranico. Da quel giorno, stando alla deposizione fornita agli inquirenti dalla moglie, il Maltese era cambiato: in famiglia cominciarono i primi litigi. L'irascibilità dell'uomo era tale che con il trascorrere del tempo fu ricoverato in diversi ospedali psichiatrici: Napoli, Salerno, Pisa. Da qui la decisione della coppia di dividersi. Le prime pratiche per la separazione erano già state avviate. Ai primi del novembre 1974 Anna Stoeselli, la moglie del Maltese, aveva preso con sé i figli e si era trasferita a Ternate (Varese), dove risiede un fratello. Verso la fine del mese la donna era stata raggiunta dal marito. I coniugi si erano momentaneamente rappacificati e, insieme, avevano preso in gestione il bar di Varano Borghi. La calma durò ben poco e ben presto il comportamento del Maltese tornò quello d'una volta. Poi, la notte del 5 gennaio scorso, la tragedia. v Somma Lombardo. Silvana Maltese (Tel. Fotoreporter)
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