Areno: forse è squilibrata la donna che avrebbe cercato di rapire Veronica di Omero Marraccini

Areno: forse è squilibrata la donna che avrebbe cercato di rapire Veronica C'è ancora paura per la piccola "smarrita,, nel bosco Areno: forse è squilibrata la donna che avrebbe cercato di rapire Veronica Una sconosciuta ha tentato di portarla via dall'ospedale dove è ricoverata dopo la sua drammatica avventura - "Ma perché ci odiano tanto?" dice piangendo la madre della piccina (Dal nostro inviato speciale) Arezzo, 14 gennaio. «Ma chi può voler male ad una creatura come questa? Perché ci odiano tanto e ci fanno soffrire? Che cosa abbiamo fatto noi di male?» dice tra i singhiozzi Caterina Bettoni, la mamma di Veronica Atzei (Lilli), la bimba di tre anni misteriosamente scomparsa venerdì scorso a Gello di Bibbiena e ritrovata domenica sera in circostanze altrettanto misteriose in un bosco dell'alto Casentino. La donna si dispera perché ieri hanno tentato di rapire la piccina. Lilli, ormai rimessa dallo choc della prima terribile avventura, gioca serena sul suo lettino dell'Ospedale infantile di Arezzo, «sommersa» da pacchi di biscotti e caramelle, bambole e altri giocattoli arrivati da molte parti d'Italia, inviati da gente commossa dal suo dramma. La bimba non può capire il pericolo che ha di nuovo corso, ieri sera, quando, fra tanti visitatori («Tutti vogliono vederla — dice una suora —, è diventata la bimba della favola di Cappuccetto rosso»), una donna ha cercato di rapirla. E' stato l'intuito di una infermiera, Gabriella Peruzzi, a salvarla. La donna ha capito che una «visitatrice» cercava di portar via Veronica tenendola in braccio: l'ha seguita mentre, correndo, andava verso l'uscita dell'ospedale, ed è riuscita a strapparle in tempo la bambina. La misteriosa rapitrice è scomparsa, adesso la cercano i carabinieri. Da stanotte la piccina non corre più pericolo: nel corridoio davanti alla porta della sua camera c'è un agente che controlla con discrezione chi va e chi viene. «Il provvedimento — dicono gli inquirenti — si è reso necessario per evitare altri guai e sottrarre anche la bimba alla curiosità, quasi morbosa, della gente». Spiega il capo della Mobile di Arezzo, dott. Farina: «Dubito che qualcuno abbia voluto di nuovo rapire Veronica Atzei: quanto è avvenuto ieri sera è piuttosto il gesto di una squilibrata che ha creduto di poter portare via la bimba nella convinzione di proteggerla. In ogni caso — conclude —, dopo questo episodio è bene mantenere per un po' la sorveglianza). Replica la madre: «Un giorno o l'altro dovremo tornare al nostro podere e non potremo avere sempre un carabiniere davanti alla porta!». Veronica scomparve venerdì scorso, verso le 16, dall'aia a e i r e , e a i n a o o e a della casa dove abita con i genitori ed i quattro fratellini, a Gello. Il padre, il pastore sardo Francesco Atzei, le aveva detto di raggiungere la mamma che accudiva alle pecore in un ovile distante cinquanta metri. In quei pochi passi la bimba fu come inghiottita dal terreno. Inutili i richiami dei genitori, accortisi della sua scomparsa dopo appena dieci minuti; vane le battute, per due giorni e due notti, in tutto il circondario (parteciparono circa 350 uomini fra carabinieri, polizia, guardia di finanza e forestale ed un numero imprecisato di volontari; furono impiegati anche elicotteri dei vigili del fuoco e cani poliziotti). Domenica pomeriggio più nessuno nutriva speranza di ritrovare in vita la bambina: la zona è martoriata da profondi burroni; si parlava della presenza di lupi, che da tempo fanno strage nelle greggi: soprattutto, si temeva che Veronica non avesse potuto sopportare i rigori del freddo: Gello è a 800 metri sulle pendici dell'Appennino, la temperatura tocca i 7-8 gradi sotto zero durante la notte, e tutto è coperto di ghiaccio. Poi avvenne il «miracolo»: la bimba fu ritrovata da un cacciatore. Era viva, stava bene, troppo bene perché gli inquirenti potessero credere che fosse rimasta sola, all'aperto, per tanto tempo. Il sostituto procuratore Mario Marsili ordinò una inchiesta «in tutte le direzioni». «Come ha potuto una piccina di tre anni, che indossava soltanto un leggero vestito e calzava ■ sandaletti, sopravvivere ai rigori del freddo senza cibo né acqua?» si è chiesto il magistrato. Ma la chiave del giallo forse sta nelle prime frasi pronunciate da Veronica: a chi le domandava se avesse avuto paura, la bimba rispose: «No, c'erano degli uomini», poi disse anche che le avevano dato da bere birra, e ne chiedeva ancora. Qualcuno, dunque, avrebbe teso una imboscata vicino alla abitazione dell Atzei e rapito la piccina. Si parlò di una vendetta, o di un avvertimento. Francesco Atzei ha sempre sostenuto: «Non ho nemici». Gli inquirenti sospettarono anche un tentativo di ricatto da parte della famiglia di Armando Veschi, il marito che Caterina Bettoni ha lasciato da tre anni per andare a vivere con il pastore sardo. Non è risultato nulla. Le indagini sono state «ne gative in tutte le direzioni». Già ieri sera, ad Arezzo, si co minciava ad ammettere la possibilità che Veronica, quella sera, si fosse allontanata da sola da casa e fosse riuscita, miracolosamente, a sopravvivere, nonostante i pericoli ed il freddo. Poi, il nuovo episodio. Una signora si è presentata alla porta della cameretta con alcune scatole di biscotti. La donna ha voluto prendere in braccio la piccina («Ci giocava come se fosse stata sua — racconta la mamma —, la stringeva al petto, la baciava»). La visitatrice, approfittando della presenza di altre persone, è uscita sul corridoio ed ha imboccato le scale. «Ad un tratto mi sono accorta che Lilli non c'era più — dice Caterina Bettoni —. Ho cominciato a gridare». Omero Marraccini Gli alpini non c'entrano Arezzo. Veronica Atzei

Luoghi citati: Arezzo, Bibbiena, Italia