Ferì il figlio che gli impediva di impiccarsi

Ferì il figlio che gli impediva di impiccarsi Ivrea: condannato a 3 mesi Ferì il figlio che gli impediva di impiccarsi (Dal nostro corrispondente) Ivrea, 13 gennaio. Condannato Domenico Veglia, l'operaio di 47 anni di Albiano di Ivrea che il 20 settembre scorso, durante un litigio, colpì con una coltellata al ventre il figlio Carmine, 17 anni. I giudici del tribunale di Ivrea gli hanno infiito tre mesi e venti giorni di reclusione, periodo che corrisponde esattamente alla carcerazione preventiva da lui scontata. In serata, quindi, il Veglia ha potuto far ritorno alla propria abitazione. Lo sconcertante episodio avvenne al termine ài una giornata di festa organizzata in occasione della cresima dell'ultimo dei sei figli del Veglia, Michele, 12 anni, e dell'imminente matrimonio di un'altra figlia, Giovanna, 19 anni. Forse alticcio, l'operaio aveva avuto una crisi di sconforto. « Ero disoccupato da quattro mesi — ha raccontato stamane ai giudici —, senza soldi, e non vedevo prospettive davanti a me. Così pensai di uccidermi e farla finita una volta per tutte ». Il Veglia, abbandonati i congiunti, si recava nel garage ed estratta una corda da un cassetto, se l'annodava al collo per impiccarsi. Accorrevano i familiari e scoppiava un litigio durante il quale il figlio Carmine aveva parole dure verso il genitore. I due si scambiarono anche alcuni pugni poi Domenico Veglia, infuriato, si toglieva la corda dal collo, tornava in cucina e, armatosi di un coltello, rincorreva il figlio colpendolo al ventre, un colpo solo, fortunatamente non molto profondo, che causò una ferita guaribile in un mese. L'operaio, resosi conto della gravità del gesto, si allontanò di casa più deciso di prima a suicidarsi. I carabinieri lo fermarono però poco dopo ai margini di un bosco, alla periferia del paese, e lo arrestarono sotto la accusa di tentato omicidio. La successiva indagine istruttoria si concludeva con la derubricazione del capo d'imputazione in quello di lesioni personali gravi. Nel dibattimento lo stesso p.m. dott. Gumina concedeva all'imputato — difeso dall'avvocato Gino Obert di Torino — le attenuanti della provocazione e concludeva la sua requisitoria proponendo la condanna a quattro mesi di reclusione. a. r.

Persone citate: Domenico Veglia, Gino Obert, Gumina

Luoghi citati: Albiano Di Ivrea, Ivrea, Torino