La linea intransigente italiana bocciata al congresso di Parigi di Paolo Patruno

La linea intransigente italiana bocciata al congresso di Parigi I sindacalisti dei calciatori vogliono aprire il dialogo La linea intransigente italiana bocciata al congresso di Parigi Nessuna minaccia di sciopero, per ora, anche se l'abolizione del vincolo e la riapertura delle frontiere restano i problemi più scottanti - Chiesta "protezione" in occasione dei mondiali in Argentina (Nostro servizio particolare] Parigi, 13 gennaio. I sindacalisti dei calciatori, riuniti per il loro congresso internazionale a Parigi, hanno deciso che almeno per adesso non ci sarà rivoluzione nel mondo del football, né sciopero negli stadi di tutta Europa. Se ci si attendeva un « manifesto » dei calciatori, una nuova « carta dei diritti » dei giocatori di football, I risultati concreti di questo convegno possono essere definiti deludenti, ma in realtà non è cosi: I rappresentanti sindacali dei calciatori hanno sposato la tesi della moderazione, del dialogo, ma non della rinuncia. La via per mutare i tradizionali rapporti fra i « prestatori d'opera» (I giocatori) e I datori di lavoro [le società) sarà sicuramente lunga e tortuosa, ma gli orientamenti di fondo sono precisi, il confronto sui temi che più stanno a cuore agli atleti e ai loro rappresentanti (abolizione del vincolo tra club e giocatore, libera circolazione del « lavoratori » del football almeno entro i confini della comunità economica europea, come per tutti gli altri prestatori d'opera) non potranno essere elusi per troppo tempo ancora. C'era chi, fra I delegati presenti a questa « due giorni » di Parigi, avrebbe preferito una politica più dura, di « confronto » con la Fifa e le varie leghe nazionali per forzare i tempi delle trattative, per mettere società e federazioni di fronte a un preciso aur aut: - O abolite II vìncolo, aprite le frontiere del mercato calcistico 0 noi blocchiamo tutti I campionati con uno sciopero ». Fra questi c'erano gli italiani (per la nostra associazione dei calciatori gli Avvocati Campana e Pasqualln), c'erano I portoghesi, fors'anche i francesi. Ma a questa strategia dura, subito bellicosa, si sono opposti i rappresentanti della Germania, dell'Olanda, dell'Inghilterra, timorosi di una forma di lotta così » inflazionata » negli altri settori del mondo del lavoro. II risultato ufficiale del congresso è compendiato in una scarna « risoluzione finale » in cui l'organo sindacale dei calciatori 'attira l'attenzione della Fifa sulle garanzie che devono essere fornite all'organizzazione internazionale del giocatori sulla loro protezione e sicurezza in occasione dei campionati mondiali in Argentina ». E' evidente che i disordini politici, la guerriglia che divampa in Argentina preoccupano molto 1 calciatori, i quali temono di trovarsi coinvolti, loro malgrado, In qualche azione spettacolare che gli oppositori del governo potrebIj-ro architettare in occasione dei mondiali, proprio per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica di tutto il mondo. Esempi vecchi solo di pochi anni (da Città del Messico a Monaco) dimostrano che le grandi adunanze sportive, con la cornice di eccezionale pubblicità che le circonda, sono spesso occasioni e teatro di luttuosi avvenimenti. Un altro risultato pratico del congresso è stato un mutamento della struttura interna degli organismi rappresentativi sindacali, con la richiesta e l'impegno di ampliare la partecipazione diretta dei calciatori. E' signific-uivo che alla presidenza onoraria della federazione internazionale dei calciatori professionisti sia stato chiamato un « ex » non *anto carico di anni, ma certo di gloria, come Bobby Charlton, segaligno e mezzo pelato come al tem,>; dei suoi trionfi a Wembley. Infine i sindacalisti del football hanno richiesto alla Fifa jn esame in comune per la rea-izzazione di una futura « carta » de1 calciatore professionista. I i questo documento dovranno trovar posto tutte quelle istanze cui la l~if Prti tiene di più: abolizione dpi vincolo, libera circolazione dei -■ lavoratori del pallone » irrsnre di previdenza sociale [malattie, in fortuni, pensione, ecc.) Ed è su questi temi che si aprirà la battaglia: il vincoio, ad esempio, che lega il giocatore alla società è stato abolito soltanto in Francia, dal 1968, e in Portogallo, dall'anno passato La FifPro ha preso a modello il regolamento francese (non c'è vincolo a livello profession:stico salvo che per i giocatori di età mfe riore ai 18 anni, e gli atleti che hanno superato questo Mmite sono liberi di accordarsi, con un contratto a termine, con uu-alsiasi club, invitando le varie federazioni a uniformarsi a queste norme. Ma la resistenza da parte delle società è dura e diffusa, in Europa come in Sud-America. Molto controverso è anche l'argomento de!;a libera circo azione dei calciatori, come qualsiasi lavoratore in altri rami, almero neil'ambito della Cee. A questo proposito il veto della nostra federazione è stato aspramente criticato dagli stranieri E' stito definito » illegale », - contrario l'Ilo spirito e alle norme del Hal'ato di Roma », ma più in là non si e andati, anche perchè i nostri sindacalisti-giocatori r.on hanno l'intenzione di scendere in guerra per far largo al campioni stranieri. - E un problema jhe riguarda logicamente le società, non noi come rappresentanti dei -.Meletori — ha detto Campana —. Noi possiamo accettare anche due stranieri per squadra, ma non entriamo in guerra per cueslo: i club devono darci altro, e presto ». L'appuntamento fra I sindacalisti del calcio e la Fifa sembra fissato per la fine di febbraio: allora può darsi che scoppi la » guerra degli stadi ». Paolo Patruno

Persone citate: Bobby Charlton