Moncalieri sollecita due miliardi per la salvaguardia del territorio

Moncalieri sollecita due miliardi per la salvaguardia del territorio Incombe sulla città la grave minaccia delle alluvioni Moncalieri sollecita due miliardi per la salvaguardia del territorio Un programma di intervento e di difesa è stato studiato dal Comune che lancia l'S.O.S. alla Regione - Sono necessarie e urgenti opere di sistemazione idraulica dei torrenti, in collina e in pianura - Progettato un canale di tre chilometri dal rio San Giuseppe a Trofarello - L'assessore: "Speriamo che non piova" Ad ogni pioggia prolungata, la minaccia di un'alluvione incombe inesorabile su un territorio di Moncalieri vasto circa 400 ettari. Dalla collina 1 rii, gonfi d'acqua, scaricano a valle ogni sorta di detrìti, travolgono le scarse difese, rompono gli argini nella pianura. Le colture subiscono gravi danni, le strade si ricoprono di una spessa patina fangosa, i borghi rimangono isolati. Tra le zone più colpite: Sanda Vado, Bauducchi, Preserasca, Rigolfo, Pallerà, Nasi, Borgo Aie, Testona. Attuare il programma di dilesa studiato dal Comune costa due miliardi, una spesa che Moncalieri non è in grado di sostenere. « CI siamo rivolti alla Regione per un aiuto finanziario — dice l'assessore ai lavori pubblici Fiumara — sperando che ne comprenda l'urgenza e l'indispensabilità ». Un « no » assumerebbe il senso di una condanna. Durante l'estate scorsa alcuni studenti del Politecnico si sono laureati con tesi sullo stato di degradazione della collina. Silvia Berton, Danilo Marchisio, Paolo Nicoletti e Emilio Canduttl hanno lavorato due anni esaminando i corsi d'acqua principali, le frali», gli edifici, in pratica tutto l'assetto idrogeologico del territo. ric. E risultato che gli inconvenien. ti sono « tanti e di natura diversa ». Le costruzioni, sorte senza un preciso criterio, hanno interrotto le falde e modificato il sistema di scarico. Asfalto e cementa hanno aumentato la Impermeabilità del terreno alimentando nello stesso tempo lo scorrimento superficiale delle acque e l'erosion?. L'esodo degli agricoltori, poi, ha significato l'abbandono dei poderi permettendo alle sterpaglie di invadere i letti del rii; le immondizie hanno completato l'opera di distruzione con estrsma facilità. A valle mutano le cause, non i risultati. Un tempo le acque straripate dall'alveo naturale scolavano e venivano assorbite dal terreno, anche se molto lentamente a causa della sua natura pianeggiante. Edifici, complessi industriali, grandi arterie di collegamento hanno però ridotto la zona di ristagno mentre le acque sono inquinate da rifiuti e scarichi industriali. La conseguenza è che le colture agricole, soggette a periodici allagamenti sono minacciate da progressivo avvelenamento. Per la prima volta la giunta ha sentito la necessità di intervenire. « Non conosco un caso sulla collina — afferma l'assessore all'urbanistica Novarino — in cui il geologo abbia detto "Non si può costruire". Non era possibile continuare a distruggere un patrimonio di tutti, adattare, come si è sempre latto, il terreno alla casa e non viceversa ». Nel novembre scorso è stata approvata la « Variante 3 » al Piano Regolatore generale. Il sindaco, Guido Piga: « Abbiamo abbassato l'indice di cubatura a 0,01, praticamente non si può più costruire. Una decisio¬ mnsi ne indispensabile che purtroppo giunge tardiva ». Proseguendo lungo tale strada, l'assessore al lavori pubblici Fiu. mara ha « mobilitato » il suo ufficio. « La nostra volontà è di passare dal congelamento della situazione al recupero della collina ». Risultato: un minuzioso progetto di sistemazione idraulica. « L'abbiamo preparato — aggiunge Fiumara — decisi ad intervenire globalmente e non a settori. Ogni anno l'amministrazione spende grosse somme di denaro per contenere i danni delle alluvioni. Nel bilancio del '76 sono stanziati SO milioni per riparare argini o co¬ struirne di nuovi: 70 per ricoprire un tratto del rio Mongino, 80 per lavori sul rio Giamba. Non basta tamponare una falla trascurandone cento altre, agire solo e sempre dopo che il danno è stato fatto ». Nel piano, l'assessorato indica in dettaglio le conseguenze delle piene e i rimedi più opportuni per ciascun torrente. Vediamoli in breve. Le opere necessarie nei tratti collinari sono comuni a tutti i corsi d'acqua, per citare i più importanti: rio Cunioll, Cigala e Rubella sul versante torinese, Petrarca, Rulla, dei Cavalieri, Giamba, Cenasco, San Bartolomeo. « Occorre sistemare salti e briglie per frenare il veloce scorrimento delle acque evitando così una serie di dannose conseguenze: il trasporto di detriti terrosi, l'erosione delle sponde, la caduta di massi, il franamento delle strade, la sedimentazione del detriti nelle parti pianeggianti e l'intasamento rapido nelle condotte coperte ». A valle, i rii che scorrono nella zona oltre la ferrovia, da Trofarello al torrente Rulla (da Castelvecchio sino al Centro meccano, grafico del San Paolo) e cioè Saugio-Rianassa, Boterò, Rigolfo, San Giuseppe, le acque provenienti dai Bauducchi e dalla zona industriale del Vado, sono la causa principale del guai che affliggono la pianura moncalierese. Come evitarli? Spiega l'assessore Fiumara: « Esiste già il progetto di un canale lungo circa tre chilometri, spesa prevista 700 milioni. Con inizio dal rio San Giuseppe ai confini di Trofarello, corre parallelo alla ferrovia, oltrepassa la borgata Pallerà, lambisce la zona Sanda e prosegue sino al rio Rulla. Fa, cioè, da "canale di gronda" a tutti i rii della zona, tranne che per il rio Rianassa ». Il progetto è completo di due va- rlanti. « La prima prevede una modifica al tracciato del rio Bolero, sinuoso e ingombro di detriti terrosi, in modo da congiun. gerla al rio Pallerà. Di qui prosegue costeggiando il lato Sud della zona industriale e st immette nella seconda variante prevista, nel canale del Mulino del Pascolo, il cui letto viene dragato e ampliato. Il progetto nella zona Sud termina con una variante al rio Rianassa che va a confluire nel Tepice anziché nel rio del Mu¬ lino risanando la zona Bauducchi ». L'assessore conclude: « Con questo studio abbiamo fatto quanto era in nostro potere anche se, ce ne rendiamo conto, non è sufficiente per risolvere il problema. Non ci rimane altro che attendere una risposta della Regione ». « Speriamo che nel frattempo non piova ». Carlo Novara Adriano Provera Questo il progetto per salvare Moncalieri dalle piene II sindaco Guido Piga e l'assessore Francesco Fiumara

Luoghi citati: Moncalieri, San Paolo, Trofarello