Dichiarazioni Iva rinvio di 20 giorni

Dichiarazioni Iva rinvio di 20 giorni Dichiarazioni Iva rinvio di 20 giorni La scadenza era al 31 gennaio - Obbligatoria l'indicazione del numero di partita Roma, 12 gennaio. La dichiarazione annuale per il 1975 relativa all'imposta sul valore aggiunto, che doveva essere presentata entro il 31 gennaio, potrà essere rimandata al 20 febbraio prossimo. Il rinvio è stabilito dal decreto legge 8 gennaio 1976, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di sabato scorso. Possono usufruire della dilazione tutti i contribuenti previsti all'art. 33 della legge sull'Iva, e cioè quelli compresi nelle tre fasce da 2 a 12 milioni, da 12 a 36 milioni e da 36 a 120 milioni. Le dichiarazioni Iva dovranno essere corredate di numero di partita, cioè di quel numero di codice che viene assegnato ai contribuenti dagli uffici dell'imposta sul valore aggiunto. All'obbligo di indicare il numero di partita sono tenuti tutti i contribuenti, che anteriormente al 1" gennaio 1976 hanno presentato dichiarazioni Iva: sia coloro che sono già in possesso del numero, sia quelli che non ne dispongono. Questi ultimi dovranno farne richiesta agli uffici competenti. In caso di inosservanza a quest'obbligo si applicano le pene pecuniarie previste dall'art. 47 della legge sull'Iva (quelle cioè relative al mancato adempimento di fornire agli uffici notizie richieste sulla propria attività). In pratica, l'obbligo di indicare nelle denunce Iva il numero di partita sembra essere un primo e parziale tentativo di mettere in moto l'anagrafe tributaria. In questo caso ne sono coinvolti non tutti i contribuenti, ma solo quelli soggetti all'Iva. Va tenuto, però, presente che il decreto legge perché sia valido deve essere approvato entro 60 giorni dal due rami del Parlamento. Se non lo fosse (per qualsiasi motivo, crisi prolungata di governo o scioglimento anticipato delle Camere) perderebbe efficacia. Le scadenze previste dal decreto vengono però tutte a cadere entro i 60 giorni utili per l'approvazione parlamentare. Il che significa che il contribuente che ha indicato nella sua dichiarazione il numero di partita, secondo quanto impostogli dal decreto, se quest'ultimo venisse a decadere (perché non approvato in tempo utile) avrebbe compiuto un atto a cui non era più obbligato, ma che, ormai, lo ha fiscalmente messo in mostra. (Ag. Italia)

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