Dall' «inchiesta sulle sentenze» salta fuori una tentata truffa di Fabrizio Carbone

Dall' «inchiesta sulle sentenze» salta fuori una tentata truffa La presunta corruzione a palazzo di giustizia Dall' «inchiesta sulle sentenze» salta fuori una tentata truffa Avviso di reato all'avvocato Wiifredo Vitalone, fratello del giudice, e all'ex assessore de del Comune di Roma, Padellato - Vittima della tentata truffa l'assessore de Renzo Filippi Roma, 12 gennaio. Due avvisi di reato, per tentata truffa, sono partiti questa sera dalla procura generale — l'inchiesta sul presunto caso di corruzione a palazzo di giustizia è in mano al consigliere Giuseppe Chiliberti — nei confronti dell'avvocato Wiifredo Vitalone, fratello del sostituto procuratore Claudio, e dell'ex assessore de ai Tributi, Nazareno Padellare Lo sconcertante caso del «mercato delle assoluzioni» torna così a galla dopo una settimana di scontri durissimi tra i protagonisti — diretti e indiretti — di quello che molti, in tribunale, chiamano uno «sporco affare». L'invio di comunicazioni giudiziarie vuol dire due cose: 1) l'inchiesta resta, per ora, a palazzo di giustizia e non va, come molti credevano, in Cassazione; 2) l'ipotesi di tentata truffa ridimensionerebbe i contorni della vicenda. Wiifredo Vitalone e Nazareno Padellaro sono indiziati dì aver truffato l'assessore Renzo Eligio Filippi. Su questo argomento devono rispondere al giudice. Non esisterebbe la compra-vendita delle assoluzioni: si tratterebbe di un caso isolato da verificare, comunque, in sede penale. Siamo al primo passo. La vicenda è talmente ingarbugliata che deve essere raccontata dall'inizio, cioè dall'ottobre del '75. La settimana scorsa, erano trapelate indiscrezioni gravissime, seguite da smentite, denunce, querele, controdenunce. I personaggi sono quasi tutti democristiani, di differenti correnti: Renzo Eligio Filippi, attuale assessore alle Antichità e Belle Arti del Comune, è della «Base»; l'ex assessore Nazareno Padellaro, Wiifredo Vitalone (e il fratello Claudio) sono legati al gruppo romano di Andreotti. I due Vitalone sono considerati personaggi potenti; Wiifredo è stato nominato da poco presidente della Commissione regionale di controllo sugli enti locali; Claudio è il sostituto procuratore che, a Roma, ha sempre avuto in mano inchieste a livello nazionale (è pubblica accusa al futuro processo per i tentativi golpisti di Borghese e camerati). Poi c'è l'avvocato Sinagra, difensore di Filippi, che ha un fratello magistrato a Bolzano e un cugino giudice. Tra lui e Vitalone ci sono stati scambi I di dichiarazioni di estrema violenza. Col risultato che il magistrato, oltre a querelarlo, ha chiesto l'intervento dell'Ordine degli avvocati. A lato del pasticcio politicogiudiziario, c'è un altro magistrato, Giovanni Tranfo. A lui venne affidata l'inchiesta giudiziaria contro Filippi, che ha messo in moto lo scandalo. Tranfo, che indagava su presunti illeciti del Filippi nel corso di una campagna per rimuovere cartelloni pubblicitari, accusa l'assessore di peculato, interesse privato, abuso d'ufficio e omissione di atti d'ufficio. La denuncia era partita da un gruppo di pubblicitari romani colpiti dai provvedimenti di Filippi. L'assessore alle Antichità parte al contrattacco dicendosi vittima di un complotto politico. La voce che contro di lui siano state mosse pressioni di qualche genere arriva alla procura della Repubblica. Elio Siotto fa svolgere un'indagine e ascolta sia il Filippi che il suo difensore, Mario Si- I nagra. Fino a questo punto, di scandalo non c'è traccia: solo una telefonata di «pressioni» di un certo «Signor X». Le rivelazioni esplodono ai primi di gennaio: i giornali romani affermano che, per essere prosciolto dalle accuse, Filippi sarebbe stato contattato dal Padellaro il quale gli avrebbe suggerito il nome di Wladimiro Vitalone. Il potente avvocato, fratello di un potente magistrato, avrebbe assunto la difesa in cambio di decine di milioni, trattabili. Arrivati a Vitalone, la strada per giungere a Tranfo sareb be stata spianata dall'amicizia che lega i due giudici. Così scoppia lo scandalo Dalle indiscrezioni si passa a particolari che coinvolgono la vita privata dei Vitalone. E' così che la procura generale prende in mano l'inchiesta. Renzo Eligio Filippi viene interrogato per un giorno intero. In questa sede — dicono le indiscrezioni — vuota il sacco. Fa i nomi. Partono denunce e querele, a raffica. Si arriva alle accuse personali: perché Vitalone possiede una «Jaguar»? E' vero che ci fu un «banchetto alla Onassis» per una festa di famiglia? Vitalone replica con estrema durezza. Sinagra risponde con dichiarazioni che raggiungono l'insulto e afferma che le smentite di Vitalone non smentiscono nulla. Si urla ai quattro venti che le prove di corruzione ci sono. Il fratello di Sinagra, magistrato a Bolzano, telegrafa di essere pronto a testimoniare. Mentre la procura generale risponde alla marea di indiscrezioni col silenzio del segreto istruttorio ci si comincia a chiedere se lo «sporco affare» è una montatura oppure è la punta di un iceberg nascosto. C'è guerra in casa della de romana: ha qualcosa a che vedere con le prossime elezioni amministrative nella capitale? Le ipotesi e le supposizioni coinvolgono più che altri il magistrato Vitalone. Si ricorda che contro di lui pende un procedimento presso il Consiglio superiore della magistratura. I difensori del sostituto procuratore dicono che gli si vuole togliere a tutti i costi il processo sul golpe, in quanto lui è il solo a conoscerlo in ogni' particolare. I due avvisi di reato di questa sera sono arrivati proprio mentre la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura si riuniva per decidere le sorti del giudice. Vitalone, che è difeso da Tranfo, ha ricusato i magistrati che devono decidere sul suo trasferimento. Domani, il Consiglio andrà avanti nell'indagine. Proprio mentre il presunto caso di corruzione a Palazeo di giustizia si è messo in moto. Fabrizio Carbone Roma. L'avv. Wiifredo Vitalone, a sinistra, raggiunto da un avviso di reato per tentata truffa ai danni dell'assessore al Comune, Renzo; Eligio Filippi, a destra (Telefoto)

Luoghi citati: Bolzano, Comune Di Roma, Roma, Sinagra