"Non era sfilata di scherno li portavamo in questura"

"Non era sfilata di scherno li portavamo in questura"I missini trascinati in corteo per le vie di Trento "Non era sfilata di scherno li portavamo in questura" (Dal nostro inviato speciale) Trento, 12 gennaio. Che cosa avvenne il 30 luglio 1970 davanti ai cancelli della Ignis di Gardolo? Perché centinaia di lavoratori decisero di sfilare per le vie del centro di Trento portando davanti al corteo il consigliere regionale del msi Andrea Mitolo e il segretario provinciale Cisnal Gastone Del Piccolo con cartelli appesi al collo? Queste le domande rivolte dal presidente del tribunale Zamagni ai primi due dei quarantotto operai e sindacalisti accusati di sequestro di persona, violenza privata, minacce e danneggiamenti. Dopo la raffica di eccezioni di nullità sollevate dai difensori e tutte respinte dal collegio giudicante, l'ottava udienza del processone che sta mobilitando le forze democratiche ed antifasciste di tutta Italia, è stata dedicata interamente all'interrogatorio dei due sindacalisti della Firn Giuseppe Mattei e Orlando Galas che devono rispondere anch'essi del pesante fardello di imputazioni. «Una volta — ha raccontato stamane Mattei — venne il se-1 gretario provinciale Cisnal \ Del Piccolo e ci disse: "State attenti, torneremo e la pagherete cara"». Respinta dai lavoratori, la Cisnal decise di chiedere alla magistratura l'autorizzazione a tenere un'assemblea all'interno della fabbrica. Il pretore diede il consenso e la riunione fu fissata per il pomeriggio del 30 luglio. «Quel giorno — hanno raccontato i due sindacalisti imputati — arrivarono a Garda- j lo una trentina di noti picchiatori su auto targate Trento, Bolzano, Verona, Udine e Padova. Avevano bastoni, catene, pugni di ferro. Un nostro compagno, Fabio Chizzola, disse loro di andarsene. Fu rincorso dal manipolo e pestato a sangue ». Pochi minuti più tardi un'altra aggressione. Due operai. Paolo Tenuta e Adriano Mattevi, si avvicinano agli squadristi per invitarli ad andarsene. Risposta, due coltellate al petto per il Tenuta, al la schiena per il Mattevi. I feriti vengono accompagnati all'ospedale, gli accoltellatori fuggono per i campi. La rabbia e lo sgomento tra i lavoratori aumentano. Si discute su ciò che conviene fare. Viene proclamato uno sciopero e deciso un corteo verso Trento (la Ignis di Gardolo dista circa sei chilometri dal capoluogo). «Mentre si discuteva — ha raccontato ai giudici Galas — giunse sul posto un'auto dalla 1 quale discesero il Del Piccolo, il segretario provinciale msi \ René Prevè Ceccon e Andrea Mitolo. Il primo sotto il braccio stringeva una borsa. Conteneva una grossa scure e un passaporto intestato allo stesso Del Piccolo. Di fronte alla gravissima responsabilità dei caporioni fascisti e alla completa inerzia delle forze del¬ l'ordine, gli operai che avevano già stabilito di fare il corteo in città, decisero di portare con loro Del Piccolo e Mitolo per consegnarli alla questura». I due vengono fatti sfilare, mani alla nuca, per sei chilometri, alla testa del corteo fino alle porte della città. «Ad un certo punto — ha dichiarato Galas — ci giunse la notizia che i due operai accoltellati erano morti. Allora si stabilì di andare in corteo fino all'ospedale per controllare le condizioni dei feriti. Una delegazione fu ricevuta dal primario che ci tranquillizzò, le ferite non erano mortali. Finita la visita ai feriti dovevamo recarci in questura per consegnare i due organizzatori delle violenze, ma lungo il percorso incontrammo la polizia che ci disperse con la carica». Ha chiesto il presidente Zamagni: «Ma perché avete messo al collo ai due un cartello con la scritta "Siamo fascisti, abbiamo accoltellato tre operai dell'Ignis"?». Mattei: «Gli furono messi subito dopo la visita in ospedale ai feriti per denunciare alla popolazione le violenze dei due esponenti fascisti. Tenga presente signor presidente che gli animi degli operai erano molto eccitati. Per calmarli si pensò che fare sfilare i due con quei cartelli fosse il minor male». II processo riprende domani. Guido J. Paglia

Luoghi citati: Bolzano, Italia, Padova, Trento, Udine, Verona