Otto soldati arrestati per reclamo collettivo
Otto soldati arrestati per reclamo collettivo Novara: alla divisione "Centauro,, Otto soldati arrestati per reclamo collettivo Sono stati trasferiti in serata a Peschiera - Partecipavano a una manifestazione "per la democrazia nelle Forze Armate" (Dal nostro corrispondente) Novara, 12 gennaio. Otto soldati in servizio presso la Divisione corazzata «Centauro» il cui comando è alla caserma «Cavalli» di Novara, sono stati arrestati per violazione dell'articolo 180 del codice penale militare. Esso vieta ai militari qualsiasi forma di reclamo, esposto o anche semplice domanda fatta in forma collettiva. Pena prevista: sino ad un anno di carcere. Il secondo capoverso dell'articolo 130 aggiunge che se il reato è compiuto in forma pubblica la reclusione è da sei mesi a tre anni. E' questa parte che è contestata nell'ordine di cattura della procura militare agli otto soldati arrestati oggi. Ad operare sono stati gli stessi carabinieri della divisione, gli «M.P.» che hanno notificato la cattura agli interessati, a Novara e presso altri reparti dislocati nelle province di Vercelli, Varese e Milano per esercitazioni. Pare che gli ordini di cattura siano undici e che tre non siano sta¬ ti ancora eseguiti perché i militari erano oggi assenti dai loro reparti in quanto in licenza o permesso. Abbiamo chiesto ragguagli al comando della «Centauro» e il capo di Stato maggiore, un colonnello, ha detto di non potere fare altro che confermare la notizia degli arresti. Ha solo aggiunto che la violazione del codice penale militare sarebbe stata compiuta il 4 dicembre scorso allorché un gruppo di militari partecipò ad una manifestazione promossa, al Palazzo del Broletto, da un «coordinamento dei soldati democratici delle caserme della Centauro». Quella sera, alla riunione del Broletto intervennero una cinquantina di militari, ma erano pure presenti, in abito civile, parecchi ufficiali, qualche sottufficiale e alcuni carabinieri. La manifestazione rientrava nel quadro di quelle svoltesi in tutta Italia pei protestare contro il «regolamento Forlani», il codice militare e per la democrati7,zazione delle forze armate. Una manifestazione programmata da giorni che assunse a Novara un particolare significato perché proprio quel mattino era morto un soldato sardo in servizio presso la «Centauro»: Leonardo Piseddu, un giovane di 21 anni, colpito qualche giorno prima da un male misterioso (l'autopsia non ha chiarito ancora le cause del decesso, n.d.r.). C'era stato, all'inizio della riunione, un minuto di silenzio per commemorare il defunto, poi alla tribuna si erano succeduti parecchi oratori, tutti giovani della sinistra extraparlamentare. Al microfono c'erano andati pure alcuni militari che avevano parlato dietro un paravento e a luci spente. Questa messa in scena aveva provocato una presa di posizione della federazione giovanile del pei che non aveva aderito, per quanto invitata, alla manifestazione. «Se qualche cosa va fatto per la democratizzazione delle forze armate — dicevano i comunisti — è alla luce del sole nelle forme consentite dalla Costituzione e non con un settarismo da società segreta». In un manifestino si derideva la riunione per il clima in cui si era svolta, soprattutto per i paraventi e le luci spente. Non è facile a più di un mese di distanza sapere di preciso cosa sia stato detto quella sera al Broletto. Pare che un militare abbia formulato gravi accuse nei confronti di un maresciallo furiere; che siano stati aspramente criticati sistemi e metodi di istruzione e di imporre la disciplina. Ma se un significato ha l'ordine di cattura della procura militare, deve essere probabilmente stata espressa una protesta collettiva, così da giustificare la violazione dell'articolo 180 del c.p.m. Questo, almeno, da quanto risulterebbe da un rapporto che ufficiali e carabinieri, presenti al Broletto, hanno compilato per i «superiori comandi». Alcuni soldati incontrati questa sera in libera uscita, sono stati piuttosto restii a parlare degli arresti. Dai loro discorsi si intuisce che il provvedimento era nell'aria da giorni e che altre misure erano state prese già nelle settimane passate con il trasferimento in altri reparti di alcune decine di militari in servizio alla «Cavalli» o alla «Passalacqua», le due caserme in città. Gli otto soldati arrestati, in serata sono stati tradotti dai carabinieri al carcere di Peschiera. Piero Barbe
Persone citate: Forlani, Leonardo Piseddu, Passalacqua, Peschiera, Piero Barbe
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