Addis Abeba: guadagna terreno la tesi "occidentale,, sull'Angola

Addis Abeba: guadagna terreno la tesi "occidentale,, sull'Angola Dure critiche dell'Oua agli interventi sovietico e cubano Addis Abeba: guadagna terreno la tesi "occidentale,, sull'Angola Addis Abeba, 10 gennaio. Aperti ufficialmente dal presidente Idi Amin, sono cominciati i lavori della conferenza straordinaria dell'Organizzazione per l'unità africana (Oua) per cercare una soluzione alla guerra civile in Angola. Sono attualmente presenti 15 dei 46 capi di Stato dei Paesi che fanno parte dell'organizzazione. Difficile fare previsioni sull'esito del summit, a causa delle profonde divergenze che ci sono in merito al problema che viene discusso. «Solo il Mpla può riportare la pace in Angola, tutti gli altri movimenti sono distruttivi e sostenuti da forze fantoccio», ha detto Samora Machel, leader del Mozambico e primo oratore della giornata, davanti ai capi dei due movimenti nazionali che lottano contro il movimento filo-sovietico. Sono infatti presenti ai lavori Holden Roberto, capo del Fina e Jonas Savimbi dell'Unita, mentre è assente Agostinho Neto. Roberto è appoggiato dallo Zaire, mentre Savimbi riceve aiuto dal Sudafrica. Da alcune fonti è stato dichiarato che il Sudafrica intende ritirare le sue truppe, al fine di permettere ai Paesi che sono favorevoli ad un cessate il fuoco di controbattere le accuse del Mpla e dell'Unione Sovietica secondo cui Neto sta lottando contro l'invasione di forze straniere. La notizia del ritiro dei sudafricani, data da fonti diplomatiche a Lusaka, prevede che questo avvenga quanto prima, anche se sembra probabile che Pretoria mantenga alcuni reparti presso il confine, per proteggere la diga da cui dipende la produzione elettrica di Cunene e che è stata finanziata dal Sudafrica. Il presidente ugandese Idi Amin, che per quest'anno è anche presidente dell'Oua, ha detto che Savimbi e Roberto non potranno partecipare alla seduta di domani, che s'inizierà all'Hilton di Addis Abeba nella prima mattinata. L'intervento di sir Seretse Khama del Botswana è stato di tenore moderato ed in linea con le richieste di Amin, per un immediato cessate il fuoco ed un governo di unità nazionale. Anche il discorso del Senegal ha ricalcato la stessa tesi, ma ha lasciato un maggiore spazio per le contrattazioni. Leopold Senghor, presidente del Senegal, ha detto di essere contrario all'idea di riconoscere un gruppo piuttosto che un altro e questa teoria è di per sé contraria alle richieste del Mpla, che chiede all*Oua di essere riconosciuto come l'unico movimento genuino e legalmente autorizzato a costituire il governo del Paese. Dopo l'impressione che la tesi comunista favorevole al Mpla fosse avvantaggiata nell'accaparrarsi le simpatie degli Stati partecipanti al lavori dell'Oua, ora pare che le tesi occidentali stiano riguadagnando terreno. La politica americana nei confronti dell'Angola è apprezzata da alcune delegazioni e in primo luogo dal presidente Amin. Egli si è detto molto soddisfatto dell'atteggiamento Usa ed ha detto che non potrà tollerare che ci siano della basi straniere in Angola. Attualmente le forze dei due fronti politici sembrano essere pari. Sono 22 gli Stati favorevoli al Mpla e 22 quelli inclini al governo di unità nazionale, al cessate il fuoco e a non riconoscere solo uno dei due opposti fronti. Il ministro degli Esteri di Kinshasa, a capo di una potente delegazione di 70 persone, ha paragonato la politica delle navi da guerra sovietiche alla condotta americana del passato. Mandungo Buia ha fatto riferimento alle navi lanciamissili dell'Unione Sovietica che secondo fonti americane sarebbero state mandate nelle acque dell'Angola (l'agenzia Tass ha smentito oggi per la seconda volta la notizia). Anche il presidente Amin aveva ufficialmente detto che «una nazione» aveva mandato navi da guerra per sostenere uno dei due fronti in Angola. «La diplomazia sovietica delle navi da guerra è un insulto all'Africa», ha detto il ministro degli Esteri dello Zaire. A proposito dei soldati cubani che si stima siano circa 7500 Buia ha detto che essi «moriranno tutti per punture d'insetti». (Ansa - Upij

Persone citate: Holden Roberto, Idi Amin, Jonas Savimbi, Leopold Senghor, Neto, Samora Machel