Belfast: "no,, degli oltranzisti al compromesso con i cattolici di Mimmo Candito
Belfast: "no,, degli oltranzisti al compromesso con i cattolici Gli "unionisti,, protestanti respingono le tesi di Londra Belfast: "no,, degli oltranzisti al compromesso con i cattolici (Dal nostro inviato speciale) Belfast, 10 gennaio. Il risultato del vertice oltranzista è negativo. Dall'albergo di Lough Erne sono venute parole dure, la conferma di una scelta politica che respinge ogni compromesso: i 150 leaders « unionisti » hanno voluto confermare, a due giorni dal dibattito ai Comuni, che s'opporranno a ogni progetto di cogestione del potere, il governo nord-irlandese dev'essere tutto protestante. Celebrato a porte chiuse, difeso da una rigida sorveglianza, e con un ordine del giorno che pretendeva di fare un'analisi globale della situazione dell'Ulster oggi, il vertice era soprattutto un tentativo di serrare le file degli unionisti e rafforzare il progetto di risoluzione sui cui discuterà, lunedì, il Parlamento. Dire che era una minaccia a Wilson e Rees, forse è troppo; certamente, intendeva essere una pressione psicologica sul governo, che in questi drammatici giorni non ha nascosto di voler respingere il progetto di risoluzione. Le speranze d'un risultato diverso non erano molte; si credeva, tuttavia, che la fermezza mostrata dal premier laborista avrebbe consigliato una maggiore flessibilità alle tesi unioniste. All'unanimità, è stata scelta la strada della durezza e dello scontro. Il confronto è certo, non è possibile sapere sin dove i protestanti vogliano spingerlo. Le minacce di Ernest Baird, il segretario del raggruppamento oltranzista, non lasciano spazio alla trattativa: «Se il governo non approva il documento che abbiamo presentato, sarà la guerra civile: e in tutto il Regno Unito ». C'è molta preoccupazione in tutta l'Irlanda, a Belfast, ma anche a Dublino. La Repubblica dell'Eire teme che le bande armate dell'Uda (Ulster defence associationj si scatenino a Sud, filtrando attraverso il confine. Il ministro della Giustizia di Dublino, Cooley, ha detto oggi: « C'è il rischio d'un'ondata terroristica contro di noi ». Il ministro Cruise O' Brien ha ripetuto: « La guerra civile non è più una favola allarmistica; è diventata un pericolo grave e reale, al quale dobbiamo essere preparati ». C'è stata una riu- nione del Gabinetto irlandese, la sorveglianza dei militari lungo il confine è ancora più rigida, l'esercito controlla ogni strada con pattuglie e autoblindo. In molte zone di Dublino la circolazione è vietata, i parcheggi proibiti per il timore di auto trasformate in bombe a orologeria. Per riaffermare la presenza di « due » Ulster, l'ex premier Brian Faulkner ha voluto ribadire oggi le posizioni dei moderati: « Nessun governo regionale sarà possibile se in esso non si riconosceranno entrambe le comunità ». E' quanto dirà lunedì anche il governo inglese; c'è la ragionevole speranza che Wilson e Rees lo dicano con molto fair play: l'unica possibilità d'evitare la guerra civile sta nel tono e nelle parole che useranno per respingere il documento presentato dalla Convention nordirlandese (che è a maggioranza assoluta protestante). Se, pur dicendo « no », daranno ampi riconoscimenti alle posizioni « lealiste » e condanneranno in modo convincente la violenza ed il terrorismo, il fronte dell'United Ulster Unionist Council potrebbe rompersi; già ieri, nella prima giornata del vertice di Enniskillen, i rappresentanti del'Uda erano stati allontanati dalla sala del meeting, « perché l'incontro era esclusivamente politico ». Harry West, il reverendo Pasley, Baird, premono con asprezza predicando la guerra di religione; William Craig non è più con loro, altri potrebbero seguire il suo esempio. Non ci sono molte illusioni, ma la paura di una catastrofe di dimensioni imprevedibili potrebbe fermare quanti hanno conservato ancora lucidità e buon senso. Ieri, a Lunargh, cinquemila uomini — cattolici e protestanti — sono sfilati in silenzio, chiedendo la fine della violenza. Oggi, a South Armagh, il cardinale Chnway e i pastori delle chiese pre- sbiteriana, metodista e irlandese hanno invitato la contea a una « pubblica preghiera contro la violenza ». « Siamo a un passo dal baratro », ricordava ieri Wilson; la gente ora ha veramente paura, una delle tante bande incontrollate può scatenare una strage che coinvolgerebbe tutti. La leadership politica è fallita, il vuoto di potere dà spazio a ogni avventura. L'Ira (cattolici) minaccia nuove bombe, se lunedì Wilson non parlerà di ritiro inglese dall'Ulster; l'Uda (protestanti) minaccia la guerra totale, se lunedì Wilson non approverà il documento della Convention. Mimmo Candito Espulso dalI'Urss
Persone citate: Baird, Brian Faulkner, Cooley, Cruise, Ernest Baird, Harry West, Rees, South Armagh, William Craig
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