Trento: a un giudice accuse di parzialità

Trento: a un giudice accuse di parzialità Per un processo a 48 operai Trento: a un giudice accuse di parzialità La difesa dei lavoratori (che reagirono perché aggrediti dai fascisti) ha denunciato il procuratore di "omissione di atti d'ufficio" (Dal nostro inviato speciale) Trento, 9 gennaio. Il procuratore della Repubblica di Trento denunciato per omissione di atti d'ufficio; richiesta di nullità dell'intera istruttoria e istanza per la sospensione immediata del dibattimento. Questi i clamorosi sviluppi del processo contro i 48 operai e sindacalisti della Ignis di Trento accusati di sequestro di persona, violenza privata, diffamazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, minacce e danneggiamento. La denuncia contro il procuratore della Repubblica Mario Agostini, e le istanze sono state presentate stamane dall'avvocato Todesco a nome dell'intero collegio di difesa (una sessantina di legali, tra cui Canestrini, Di Giovanni, Guidetti-Serra, Malagugini, Smuraglia, Spazzali), subito dopo l'apertura della sesta udienza del «processone» in corso davanti al tribunale di Trento, presieduto dal dottor Zamagni. E' stata questa l'ennesima bordata di eccezioni sollevate dai difensori sin dalla prima udienza per dimostrare l'assurdità di una istruttoria «zeppa di omissioni e irregolarità tecnico-procedurali» e la «parzialità» di un'indagine definita in un documento della federazione Cgil, Cisl e Uil e della Firn «diretta contro il movimento operaio ed elusiva nei confronti delle forze eversive e fasciste». I fatti all'origine della causa risalgono al 30 luglio 1970. All'interno dello stabilimento Ignis, inaugurato all'inizio di quell'anno, il sindacato neofascista Cisnal, appoggiato dalla direzione aziendale, organizza un'assemblea vivacemente contestata dalla maggioranza dei 1200 operai. La riunione viene «protetta» all'esterno da una trentina di squadristi giunti da Trento, Bolzano, Verona, Udine e Padova. Sono riconoscibili da un fazzoletto tricolore al braccio, qualcuno impugna pesanti bastoni, altri roteano catene di ferro. Invitati dagli operai ad andarsene i fascisti reagiscono brutalmente: picchiano a sangue un delegato di reparto, scagliano due bombe-carta contro i lavoratori, gli sparano, ne accoltellano due. Nella borsa del segretario provinciale Cisnal, Gastone Del Piccolo, viene trovata una grossa scure. Esasperati per le violenze subite gli operai decidono di fare un corteo fino a Trento per denunciare alla popolazione le aggressioni fasciste e gli organizzatori delle squadracce e consegnarli alla questura. Ne prendono due, il Del Piccolo e Andrea Mitolo, consigliere regionale msi, e li fanno sfilare per alcuni chilometri, braccia dietro alla nuca, davanti al corteo fino in città. I due sono fatti sfilare con un cartello al collo: «Siamo fascisti, abbiamo accoltellato tre operai Ignis, questa è la nostra politica». Dopo la sfilata per le vie del centro i due fascisti vengono consegnati alla.polizia. Il corteo degli operai viene successivamente disperso da una carica della polizia con relativo lancio di lacrimogeni. Conclusione, cinque lavoratori arrestati, un'altra quarantina denunciati con pesanti accuse. E del manipolo di aggressori fascisti? Gli accoltellamenti diventano per i giudici di Trento semplici «lesioni personali», solo tre saranno rinviati a giudizio e gli altri assolti in fase istruttoria. L'allora questore Amato, il commissario di ps De Luca (subito «trasferiti») e quattro vigili urbani sono stati recentemente condannati per omissione di atti d'ufficio dal pretore (non per non aver difeso gli operai accoltellati, ma per aver caricato troppo tardi il corteo di protesta) come hanno sottolineato la Firn e i giuristi democratici. Perché il collegio di difesa dei 48 operai Ignis ha deciso ora di denunciare il procuratore della Repubblica di Trento? Perché una denuncia-querela, presentata nell'ottobre del '70 contro Mitolo, Del Piccolo ed altri per le violenze agli operai Ignis e per ricostituzione del partito fascista, non è «stata presa in considerazione dal procuratore». I due, infatti, nel processo non compaiono come imputati, bensì come testimoni e parte lesa. Ci penserà ora la Cassazione a stabilire quale tribunale dovrà occuparsi della denuncia contro il dottor Agostini. Guido J. Paglia