Si teme per la vita del bambino rapito
Si teme per la vita del bambino rapito Continua l'angosciosa attesa a Napoli Si teme per la vita del bambino rapito I banditi hanno chiesto 600 milioni; i familiari ne hanno soltanto 20 (Dal nostro corrispondente) Napoli, 9 gennaio. Un'altra interminabile giornata di drammatica attesa per 1 genitori del piccolo Vincenzino Guida, il bimbo di 16 mesi rapito la sera del cinque gennaio. Rinchiusi nell'appartamento di Barra, l'alloggio sovrastante il bar pasticceria del nonno materno Salvatore Gallozza, i due sposi attendono con il cuore stretto dall'angoscia che le trattative per il rilascio dei piccolo giungano in porto. Antonio Guida e Concetta Gallozza sono ormai allo stremo della resistenza. Chi ha potuto avvicinarli afferma che non potranno mai più dimenticare l'incubo di queste ore trascorse in una altalena di speranze e di disperazione per la vita del figlioletto. I rapitori hanno chiesto 600 milioni di riscatto minacciando di uccidere il bimbo, ma Salvatore Gallozza non possiede la c:fra richiesta, ha potuto raccogliere soltanto una ventina di milioni ricavati da prestiti e collette tra parenti. Nel timore che la fuga di qualche notizia possa pregiudicare i contatti con i banditi e mettere in pericolo la vita di Vincenzino, anche oggi i legali della famiglia hanno rinnovato la richiesta di silenzio assoluto. Anche una zia del bambino rapito ha rivolto un accorato appello ai direttori dei quotidiani chiedendo che attorno alla triste vicenda non venga fatta più pubblicità. «Richiamate i giornalisti e i fotografi — ha detto — non intralciate i contatti con i rapitori. La posta in gioco è troppo alta, dobbiamo agire con cautela». Nelle ultime ore anche gli investigatori hanno rallentato le indagini, decisi a riprenderle su vasta scala non appena il bimbo verrà restituito. Si sta cercando di non pregiudicare il rilascio del piccolo ostaggio. «Chi ha osato strappare dalle braccia della madre il piccino di 16 mesi — dicono gli inquirenti— non mostra di avere scrupoli, non dobbiamo fare passi falsi, per il momento non si può che aspettare...». Nell'attesa che la vicenda si concluda il sostituto procuratore Manlio Minale, che coordina l'inchiesta, il comandante dei carabinieri e i funzionari della Mobile stanno vagliando tutti gli elementi in loro possesso per cercare di circoscrivere in un determinato ambiente gli organizzatori del rapimento: una banda di delinquenti locali? Il racket delle tangenti e delle estorsio ni? L'anonima sequestri? Alcuni elementi, quali il biglietto dattiloscritto consegnato nelle mani del padre al momento del rapimento del piccino, avrebbe fatto nascere il sospetto che il colpo sia stato ideato e realizzato da persone molto vicine ai Gallozza. Il fatto che i rapitori non hanno fatto sentire la voce — finora i contatti telefonici si sono avuti soltanto tramite intermediari — avrebbero dato corpo ai sospetti che si tratta di un piccolo gruppo di persone note alla famiglia e quindi a conoscenza delle abitudini e delle possibilità finanziarie del nonno del piccolo rapito. «.Ricordiamoci — ha detto un funzionario della squadra mobile — che non si è voluto colpire il padre del bambino, un semplice impiegato dell'Italsider, ma il nonno, un uomo che in tutta la vita ha risparmiato tenendo duro per anni anche con il racket dei taglieggiatori». a. 1. Napoli. Anna Guida, zia del piccolo Vincenzino (tel. Ap)
Persone citate: Anna Guida, Antonio Guida, Concetta Gallozza, Manlio Minale, Salvatore Gallozza, Vincenzino, Vincenzino Guida
Luoghi citati: Napoli
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