Interrogati gli ufficiali del Sid sui legami con l'ex agente nero di Silvana Mazzocchi

Interrogati gli ufficiali del Sid sui legami con l'ex agente nero Maletti e La Bruna sul caso Giannettini Interrogati gli ufficiali del Sid sui legami con l'ex agente nero (Dal nostro inviato speciale) Catanzaro, 9 gennaio. Quattro ore d'interrogatorio per il generale Gian Adelio Maletti. Altrettante, e un confronto con Guido Giannettini per il capitano Antonio La Bruna. Questa la cronaca della giornata giudiziaria vissuta oggi dall'ex capo del reparto D del Sid e dal suo braccio destro. I due ufficiali sono comparsi in veste di imputati, incriminati con un mandato di comparizione emesso dal giudice istruttore Gianfranco Migliaccio che insieme al sostituto procuratore della Repubblica, Mariano Lombardi, conduce l'inchiesta bis sulla strage di piazza Fontana del '69. Il reato loro contestato è quello di favoreggiamento aggravato nei confronti dell'ex agente del servizio, il giornalista fascista Guido Giannettini, attualmente detenuto nel nuovo carcere di Catanzaro. II generale Gian Adelio Maletti, 55 anni, capelli radi e occhi di ghiaccio, è arrivato per primo a palazzo di giustizia, scortato dai suoi legali. Erano le 11 di questa mattina. Nell'aula magna, il procuratore generale Bartolomei dava inizio alla lettura della sua relazione per il nuovo anno giudiziario. Maletti ha sorriso, salutato ed è entrato nell'ufficio del giudice istruttore. Qualche minuto dopo è comparso La Bruna. Mentre saliva le scale qualcuno gli ha augurato «In bocca al lupo». «Non sono ancora in bocca al lupo» ha risposto lui senza umorismo. «Ma questa volta sono molto più elegante del solito», ha poi subito ripreso ironizzando sulle critiche che da sempre i giornalisti rivolgono al suo abbigliamento. Toni sul marrone, cravatta intonata e sorriso fisso sulle labbra, La Bruna ha atteso la fine dell'interrogatorio del suo superiore. Quando il generale è uscito, l'ha seguito pazientemente; ha aspettato che la piccola folla, subito creatasi attorno al Maletti, diradasse e poi ha detto: «Generale, io sono qui». «Bene — ha risposto Maletti. E rivolgendosi ai cronisti ha pregato — lasciateci soli per un breve tète-a-téte». L'interrogatorio di La Bruna è iniziato due ore dopo, alle 17,30 precise. L'intera mattinata e il primo pomeriggio erano stati dedicati a Maletti. Il generale, assistito dagli avvocati Pietro Lia e Luigi Gullo, ha risposto alle domande dei giudici contestando un capo d'imputazione pesante, che incrimina i due ufficiali «per avere, il primo nella qualità di capo del reparto D del Sid dal giugno 1971, e il secondo come ufficiale addetto, aiutato Guido Giannettini ad eludere le investigazioni dell'autorità giudiziaria e per aver aiutato Giannettini a sottrarsi alle ricerche del giudice istruttore che aveva emesso mandato di cattura il 10 gennaio 1974. Per aver mantenuto con il latitante vari contatti in Francia, nel corso dei quali La Bruna, per ordine di Maletti, consegnava rilevanti somme di denaro per un ammontare di due milioni e mezzo e inviando allo stesso Giannettini 500 mila lire per posta. Per aver omesso di segnalare all'autorità giudiziaria il luogo ove il latitante si trovava». Maletti ha ammesso che il reparto D ha pagato Giannettini per un lungo periodo, ma ha contestato l'ammontare delle somme e le date. «I soldi che gli davamo — ha detto — erano molto pochi». E ancora ha aggiunto: «Personalmente non ho più visto Giannettini dal settembre del '72». Nelle mani dei giudici le dichiarazioni di Giannettini, la lunga lettera che il giornalista fascista inviò al generale nell'autunno del '73. «Come probabilmente ricorderà — scriveva Giannettini — il colonnello Gasca (predecessore di Maletti al reparto controspionaggio, n.d.r.) mi mise in contatto con lei nel settembre del '71, quando subentrò come capo del D. Sui nostri incontri al "Motta" di viale Liegi o altrove è superfluo che io mi diffonda». «Noi Giannettini lo abbiamo ereditato dal vecchio Sid» ha minimizzato Maletti. A questo punto i giudici hanno contestato al generale d'aver incontrato Giannettini nell'autunno del '73 quando il giornalista gli aveva consegnato un famoso rapporto di 60 cartelle. «Avevamo altro da fare — si è difeso Maletti —: in quel periodo il mio reparto stava lavorando ùlle indagini sui tentativi golpisti di Borghese e sui movimenti eversivi di destra». E perché il servizio D non fornì ai magistrati di Milano le informazioni che aveva, fin dal '72, riguardo ai rapporti intercorsi tra Giannettini e la cellula padovana di Freda e Ventura? «E' solo il responsabile del reparto — ha risposto Maletti — che decide di volta in volta se privilegiare gli interessi del Servizio o quelli dei giudi¬ Il magistrato li accusa di favoreggiamento aggravato nei confronti dell'ex agente del Servizio, il fascista Guido Giannettini - Maletti spiega ai giudici perché l'ha "aiutato a eludere le investigazioni dell'autorità giudiziaria e a sottrarsi alle ricerche" ci. E questo è perfettamente legale». Pomeriggio. Gli stessi legali scortano il capitano La Bruna dinanzi ai giudici. Ma presto si rende necessario il confronto con Guido Giannettini. Sono troppo diverse le versioni dei contatti intercorsi tra il Sid e l'ex agente. Troppe sono le discordanze sui luoghi, sui tempi e sulle modalità degli incontri avvenuti durante il periodo della latitanza. Gian¬ Catanzaro. Il capitano La Bruna e il generale Maletti (Ap) st nettini parla di tre milioni ricevuti dall'aprile del '73 al 26 aprile dell'anno successivo e ricorda di aver ricevuto mezzo milione per posta. Tutto il danaro gli sarebbe stato versato durante otto incontri. Due avvenuti a Roma, tre a Parigi e tre all'aeroporto francese di Orly. Al confronto, come vuole la procedura, non hanno assistito gli avvocati difensori. Silvana Mazzocchi

Luoghi citati: Catanzaro, Francia, Milano, Orly, Parigi, Roma