Fermi in censura 14 film

Fermi in censura 14 film Le commissioni (in prima istanza) sembrano più severe Fermi in censura 14 film Roma, 9 gennaio. Domani in tre cinema milanesi sarà presentato in anteprima per il pubblico l'ultimo film di Pier Paolo Pasolini, « Salò o le 120 giornate di Sodoma », che la censura bloccò in prima istanza e che in appello venne poi « liberato » senza tagli. Ma altri 14 film, sette italiani e sette stranieri, attendono ora il verdetto di secondo grado delle commissioni presso il ministero del Turismo e dello Spettacolo, dove vengono visionate le pellicole, essendo stati anch'essi fermati in prima istanza. Il numero dei film che non si possono proiettare in pubblico dimostra, secondo alcuni, che negli ultimi tempi la censura cinematografica avrebbe riacquistato una certa severità. Lo stesso atteggiamento d'intransigenza sembra condiviso dalla magistratura, che negli ultimi tempi ha fatto sequestrare ben otto film, in prevalenza di genere erotico. E' appena di ieri la polemica scoppiata intorno a « Salon Kitty » dì Tinto Brass. E oggi si discute di un altro « caso ». E' arrivato a Roma il regista francese Serge Leroy, autore de « II sapore della paura », uno dei quattordici film censurati dopo la prima visione. In una conferenza stampa tenuta questa mattina ha dichiarato: «Non capisco assolutamente il motivo per cui è stato vietato il mio film e soprattutto mi sorprende la motivazione ». Il caso de « Il sapore della paura » si propone come insolito. La commissione di censura non ha usato la solita formula, « non può essere ammesso alla visione pubblica perché offende il comune senso del pudore », ma un'altra. Il film in questione offenderebbe « i valori fondamentali della vita ». In realtà l'opera di Leroy non è erotica, non c'è un centimetro di nudo: la scena di uno stupro si sviluppa con un gioco di « primissimi piani » fra Mimsy Farmer e Philippe Léotard. La commissione ha posto in evidenza il fatto che nella vicenda un gruppo di cacciatori appartenenti alla buona borghesia francese « pur di salvare la propria reputazione e sfuggire ai rigori della legge giunge a considerare una creatura umana al pari di una preda, costringendola infine a lasciarsi morire ». La vittima è Mimsy Farmer. Dopo avere subito violenza, finirà annegata in una risaia sotto lo sguardo dei cacciatori, che non cercano di salvarla, e. b.

Persone citate: Mimsy Farmer, Philippe Léotard, Pier Paolo Pasolini, Serge Leroy, Tinto Brass

Luoghi citati: Roma