Noschese, il "compromesso,, fra la satira e l'imitazione

Noschese, il "compromesso,, fra la satira e l'imitazione Lo spettacolo all'Alfieri, con la Steni e Pandolfi Noschese, il "compromesso,, fra la satira e l'imitazione La satira politica non è genere congeniale al teatro italiano. O si cerca di evitarla o ci si propone di non scontentare nessuno, scivolando nelle sabbie del qualunquismo. Anche 1 compromessi sposi, la commediola musicale di Dino Verde, di cui ampiamente, abbiamo parlato dopo il debutto generale, ora in scena all'Alfieri, non riesce a trovare il coraggio, forse anti-commerciale, di superare gli angusti limiti di un generico «buon senso». Elio Pandolfi, Antonella Steni e Alighiero Noschese, con una valigia piena di personaggi vecchi e nuovi, sparano le loro frecciatine contro tutti: a sinistra, a destra, al centro, in alto e in basso. Non si salva nessuno, Stati Uniti e Unione Sovietica, democristiani e comunisti, socialisti e repubblicani, fascisti e socialdemocratici, chiesa e sindacati, operai, padroni ed ecclesia¬ stici. Alla fine il pubblico, di qualsiasi orientamento politico, ha scaricato un po' delle sue frustrazioni e delle sue delusioni quotidiane. Ma si tratta di uno sfogo epidermico che non riesce a scuotere né ad impegnare la coscienza degli spettatori. A morte tutti! Chi si salva? Soltanto un ambiguo quanto vago ideale di democrazia senza colore e al di sopra delle parti. E' la storia della signorina Lia (diminutivo di Italia) che raggiunti i trent'anni vuole sposarsi e mettere su famiglia. I pretendenti alla mano sono due: Cristiano (Noschese) e Rossano (Pandolfi), i cui nomi fanno svelato riferimento ai partiti di appartenenza. Lia prova, prima, con Cristiano. Ma il rivale manda le prostitute in sciopero ad occupare la chiesa dove si deve celebrare il matrimonio. Fallisce anche il successivo tentativo di nozze con Rossano. Che fare? La ragazza deci¬ de di sposarli entrambi con una formula di «compromesso» (storico) per cui ottiene la dispensa di zio Paolo (VI). L'esperimento si rivela disastroso. Lia pianta entrambi i mariti e preferisce ritornarsene, libera, dalla vecchia zia Democra. Sembra voler dire: «Meglio soli che in cattiva compagnia». Capito il significato allegorico? Su questo gracile pretesto satirico Antonella Steni ed Elio Pandolfi inseriscono i loro siparietti comico-canori con appena un pizzico di sale in più rispetto ai frusti modelli radio-televisivi. Alighiero Noschese sembra poco convinto del contesto in cui deve muoversi, ma le sue imitazioni riescono ancora gradevoli e divertenti. Tra le migliori del repertorio, quelle di Ugo La Malfa e Fanfani. Tra i nuovi personaggi: Kissinger, Breznev, Agnelli, Lama e Mussolini. Teatro gremito, applausi. s. c.

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Unione Sovietica