Napoli: arrestati due fratelli nane confessa: "Ho sparato,,

Napoli: arrestati due fratelli nane confessa: "Ho sparato,,Il vile agguato al maresciallo dei carabinieri Napoli: arrestati due fratelli nane confessa: "Ho sparato,, Ha 16 anni e mezzo - Aggiunge: "Non volevo uccidere il sottufficiale. E' stata una disgrazia" - Il terzo ricercato dovrebbe costituirsi nelle prossime ore (Dai nostro corrispondente) Napoli, 7 gennaio. «Non volevo uccidere il maresciallo, ma soltanto dare un avvertimento all'uomo che era con lui... E' stato uno sbaglio». Questa, in sintesi, la confessione resa al sostituto Procuratore Martusciello da Enzo Moccia, di 16 anni e mezzo, il più giovane dei tre fratelli ricercati per il delitto. Stamane alle 11 il ragazzo si è costituito alla Procura di Napoli, accompagnato dall'avvocato Andrea Della Pietra e questa sera, in casa dello zio materno, Umberto Fresa, è stato arrestato a Napoli anche Angelo Moccia, di 18 anni: è probabile che il terzo fratello, Luigi, si costituirà nelle prossime ore. Data la minore età Enzo Moccia è stato rinchiuso nel carcere-scuola «Filangeri»; Angelo è finito invece a Poggioreale. La caccia agli assassini del maresciallo Gerardo D'Arminio, ucciso con una scarica di lupara la sera di lunedì scorso sulla piazza principale di Afragola, sotto gli occhi del figlio Oavmine, è così finita. Asii inquirenti rimane il compito di proseguire negli interrogatori dei testi e mettere al vaglio la confessione di Enzo Moccia, che sembra fatta su misura per pagare il meno possibile e del tutto addomesticata. Il ragazzo infatti si è addossata ogni responsabilità, escludendo la complicità dei fratelli e di altre persone. Anche l'arma, che ha i numeri di matricola cancellati, non sarebbe sua; l'avrebbe trovata in una cava di pozzolana durante lavori di sterro. «Ero solo in auto lunedì sera, verso le 21,30 — ha detto —. Dovevo incontrarmi con la mia ragazza. In piazza Gianturco ho notato un mio conoscente. Luigi Giuliano, che mi guardava minaccioso. Ho visto che, accanto a lui, c'era un uomo. Soltanto dopo ho saputo che era il maresciallo che insegnava al figlio ad andare sulla bicicletta. Ho pensato di dare una lezione al Giuliano, un semplice avvertimento... Ho abbassato il finestrino ed ho sparato. In quel momento il maresciallo si è alzato e il colpo è andato diritto a lui». Come mai aveva l'arma in auto? Anche a questo interrogativo Enzo Moccia ha subito risposto. Ha detto che al mattino, andato a lavorare nella cava del padre, aveva scoperto per caso il fucile e le cartucce. Dapprima l'aveva nascosto in una baracca perché nessun dipendente se ne appropriasse, poi nel pomeriggio l'aveva sistemato sull'auto. «Zu. vettura non è mia; è di Luigi — ha soggiunto — Luigi non era con me e doveva ancora rientrare da Torino, dove domenica aveva assistito con gli amici alla partita Napoli-Juve». In contrasto con quanto aveva dichiarato la zia Giuseppina (che, subito dopo il delitto, riferì agli inquirenti di non aver più visto i nipoti, usciti in auto lunedì pomeriggio), Enzo Moccia ha fatto di tutto per scagionare i fratelli dall'accusa di complicità: «La zia è mezza scema — avrebbe dichiarato —. Quella sera, alle 18,30, sono uscito di casa. Ho incontrato per strada Angelo, mi sono trattenuto al circolo sportivo "Juliano", poi in un bar del paese. Non avevo premeditato il delitto, è stata una disgrazia...». Luigi Giuliano, 48 anni, presunta vittima designata dell'agguato, sarebbe così scampato alla morte. Fratello di un «boss» assassinato nel settembre 1973, appartiene ad una famiglia di Afragola rivale di un altro «clan», quello dei costruttori Magliulo, di cui un esponente, l'assessore de Mario, di 47 anni, venne ucciso a colpi di lupara nel novembre dello stesso anno a. 1. Napoli. Vincenzo Moccia, arrestato per l'omicidio del maresciallo (Telef. Ansa)

Luoghi citati: Afragola, Napoli, Torino