I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono Direttore didattico contro i "decreti"? A proposito dei « Decreti delegati » c dell'autonomia dei consigli di Circolo e d'Istituto desideriamo rivelare quanto accade nel circolo didattico del Lido di Venezia. Nella seduta del 19 dicembre 75 il consiglio di Circolo aveva deliberato all'unanimità (con il solo dissenso del direttore didattico Alfredo Grego) la riduzione, sull'orario di lezione, di un'ora e mezzo per le sole classi terze del Circolo, per il giorno martedì 23 dicembre 1975. Ciò era stato fatto allo scopo di consentire un indispensabile incontro tra i maestri delle terze classi ed un gruppo di insegnanti designati dall'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Venezia, allo scopo di realizzare attività integrative nelle ore pomeridiane. Poiché queste attività si articolavano non solo nell'insegnamento di lingue straniere, in attività ginniche c nell'educazione artistica, ma volevano soprattutto realizzare un ampliamento e una visione nuova e particolare delle attività di lavoro previste dai programmi scolastici, si rendeva necessario, pena il fallimento della nuova esperienza, uno scambio di idee ed una programmazione comune con i maestri di classe. Ecco la necessità ravvisata dal consiglio di Circolo di far terminare alle 11 le lezioni nella giornata di martedì 23 dicembre, determinandosi un'esigenza di carattere didattico e avendo i maestri già occupato, in precedenti riunioni di lavoro, le ore regolamentari. Inspiegabilmente, il direttore didattico non comunicava né agli insegnanti né agli alunni quanto unanimemente e democraticamente stabilito da tutti i componenti il consiglio di Circolo, docenti, non docenti, genitori, ignorandone la deliberazione. Sollecitato poi da alcuni membri del Consiglio circa il suo incomprensibile comportamento, il direttore rispondeva che aveva stabilito di non rendere nota la delibera non avendo ritenuto di poter convocare in orario scolastico né il consigilo di interclasse né quello dei docenti; l'inammissibilità e l'arbitrarietà di tale comportamento appare evidente. Intendiamo qui pubblicamente denunciare l'interferenza che vanifica la decisione di un organo collegiale, democraticamente eletto, e contemporaneamente informare l'opinione pubblica circa i sistemi con i quali gli organi burocratici continuano metodicamente a soffocare qualunque tentativo di vita democratica nell'ambito della scuola. Un gruppo di genitori del Circolo « Aristide Gabelli r> Gli emigrati vogliono votare Siamo un gruppo di emigrati, tornati in Patria dopo anni di sacrifici e lavoro all'estero. Desideriamo sensibilizzare l'opinione pubblica su un grande, e parimenti ingiusto, problema che soffrono quasi sci milioni di cittadini italiani che vivono all'estero. Sono tutti lavoratori assidui e solerti che, non avendo trovato una occupazione perlomeno decente nel proprio Paese, sono stati costretti a cercare, se non proprio la fortuna, almeno da vivere decorosamente in Paesi stranieri. Certo i vari discorsi dei nostri uomini politici e di governo che si recano all'estero non sono mai bastati e mai basteranno a colmare tutte le ingiustizie fatte a questi nostri fratelli d'oltre confine, tra cui il disinteresse che le autorità italiane dimostrano nei loro confronti. La principale negazione di questi loro diritti, sanzionati per altro dalla Costituzione italiana, a nostro avviso, è la impossibilità materiale al diritto di voto, in quanto non tutti questi emigrati hanno la possibilità di tornare in Italia, soprattutto a causa del disagio economico. Facendoci noi, per primi, portavoce di questo coro di proteste degli emigrati intendiamo rivolgere due appelli: 1) agli uomini politici e di governo senza distinzione di credo politico o partitico, che prendano in veste ufficiale opportuni rimedi a queste incresciose situazioni; 2) a tutti coloro che sono interessati al problema, vale a dire, gli stessi emigrati, le loro famiglie, i loro amici e tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei diritti sanciti ad ogni cittadino libero e democratico. Chi voglia esprimere solidarietà o chiedere informazioni per la nostra iniziativa popolare, lo può fare scrivendoci e raccogliendo firme di adesione per una eventuale petizione ufficiale agli organi Costituzionali. Altea Redel, Adriano Castaldi e altri - Parma Lega Nonviolenta un anno di vita La Lega Nonviolenta dei Detenuti ha ormai più di un anno di vita e di attività, e, in qualità di segretaria nazionale, vorrei illustrarne brevemente le finalità e gli obiettivi. Nata all'interno del XIV Congresso del partito radicale, tenutosi a Milano dall'I al 4 novembre '74, in seguito ad un'analisi comune sulla funzione ghettizzante ed emarginante del carcere come ultima « ratio » di una violenza istituzionale di classe e di regime, la Lega si dava quasi subito uno statuto provvisorio modellato ali 'incirca su quello della Lega Obiettori di Coscienza e si organizzava in convegni regionali con segreterie autonome, in attesa di organizzare con strumenti adeguati un congresso nazionale, nonché una struttura e uno statuto definitivo. I suoi obiettivi a breve e lungo termine sono riassumibili nei seguenti punti qualificanti e prioritari: a) la prevenzione della cosiddetta criminalità con l'individuazione e la creazione di formule alternative alle famigerate case di correzione e ai carceri minorili; b) l'applicazione della Costituzione, e quindi dei diritti civili e costituzionali, dei reclusi negli istituti di pena, nel riconoscimento dello spirito non afflittivo, ma educativo, della pena stessa; c) l'applicazione immediata e non restrittiva del Nuovo Ordinamento Penitenziario e il sollecito ottenimento dell'esecuzione delle misure alternative alla detenzione, quali la probation o l'affidamento in prova, da troppo tempo inutilmente attese dai cittadini reclusi; d) l'individuazione di modi e forme e soluzioni alternative al drammatico isolamento e alla ghettizzazione permanente cui sono sottoposti i cittadini liberati dal carcere, nonostante essi abbiano scontato la pena. In questi giorni la Lega, assieme a tutto il gruppo torinese d'intervento carcerario che opera con il nome di « Contro-Sbarra », sta preparando il testo di una legge regionale (che potrà successivamente divenire progetto nazionale) per l'abolizione- degli articoli In base ai quali l'esibizione del certificato penale in vista di assunzione da parte di enti pubblici o privati è, di norma o di Catto, obbligatoria. Sta nascendo, all'interno e per opera del medesimo gruppo di cui fa parte la Lega, una cooperativa di lavoro autogestita per assicurare, almeno al 70%, possibilità lavorative a cittadini ex detenuti e a parenti di cittadini detenuti. Giuliana Cabrinì Segretaria Nazionale della Lega Nonviolenta dei Detenuti

Persone citate: Adriano Castaldi, Alfredo Grego, Catto

Luoghi citati: Italia, Lido Di Venezia, Milano, Parma, Venezia