Phu crimini e giustizia troppo lenta

Phu crimini e giustizia troppo lenta L'Anno giudiziario Phu crimini e giustizia troppo lenta A Milano settantotto rapimenti nel 1975; ottantatré omicidi volontari (Dal nostro corrispondente) Milano, 7 gennaio. (g.m.) Nell'aula magna del Palazzo di Giustizia, pavesato a festa, presenti le maggiori autorità civili, militari e religiose, è stato inaugurato stamane l'Anno giudiziario del distretto di Milano. Il procuratore generale dottor Salvatore Paulesu ha tracciato un quadro sconfortante. Sono in aumento gli omicidi volontari, passati dai 61 del 1974 agli 83 dell'anno scorso; le estorsioni (da 193 a 383); le rapine sono calate da 1660 a 863, ma i furti hanno fatto registrare un aumento spaventoso: da 175.503, a 215.605. Sono diminuiti i sequestri di persona: furono 80 nel 1974, sono stati 78 nel '75. Hanno fruttato l'astronomica cifra di 27 miliardi, un miliardo a sequestro, in media. Quattro persone, per cui era pure stato pagato il riscatto, non hanno fatto ritorno. In aumento il numero degli infortuni sul lavoro: 174.217 con 258 morti in gran parte dovuti alla mancanza di norme di prevenzione. Il dott. Paulesu affrontando la questione del funzionamento del tribunale, ha deplorato il continuo avvicendarsi negli uffici dei magistrati «con un ritmo gravemente dannoso per l'efficienza dei servisi». In particolare Paulesu ha lamentato l'assegnazione al tribunale di Milano di uditori di fresca nomina, mentre è del tutto eccezionale il trasferimento a Milano di magistrati che abbiano una pluriennale esperienza. Bologna, 7 gennaio. Il procuratore generale, dottor Bonfiglio, ha dichiarato che si tende verso livelli ormai vicini alla mera sufficienza per quel che riguarda il lavoro dei magistrati. Molte sentenze civili e penali — ha detto — vengono stese senza il doveroso approfondimento della motivazione, dimostrando il decadimento del patrimonio culturale di non pochi magistrati, la cui preparazione professionale, secondo Bonfiglio, non viene convenientemente aggiornata, specie nella materia penale che continuamente è modificata o integrata da nuove norme sostantive e processuali E' questo uno degli effetti di due cause negativamente confluenti — ha aggiunto —: il mutato sistema di progressione in carriera e l'esodo volontario. Il dottor Bonfiglio ha ricordato che in materia penale nel distretto il totale dei reati denunziati ìndica una flessione sensibile rispetto agli scorsi anni (180 mila 953 contro 190 mila 442), ma essa è riferibile a fatti punibili che non generano un particolare allarme generale, mentre i delitti gravi di vistosa aggressione volontaria all'ordine sociale, sono in costante aumento. Le rapine e le estorsioni, rispetto allo scorso anno, sono passa- te da due ogni tre giorni ad una al giorno, essendo aumentate del 147 per cento. I furti sono stati 81 mila 288 (aumento del 110 per cento rispetto al 1973-74). (Ag. Italia) Bari. 7 gennaio. Nella sua relazione sull'amministrazione della giustizia, il procuratore generale dott. De Felice, si è innanzitutto soffermato sulla giustizia civile sottolineando l'importanza della riforma del diritto di famiglia e della legge sulla maggiore età. Di quest'ultima, ha detto, «bisogna apprezzare il valore promozionale nel momento in cui chiama le generazioni più giovani a nuove responsabilità rendendole attivamente partecipi dei destini dello Stato». Per quanto riguarda poi la recente legge sull'ordine pubblico, il p.g. ha rilevato «la delicatezza della norma che, pur essendo dettata da comprensibili situazioni di emergenza, non può non suscitare perplessità e preoccupazion, essendo evidente la grave in terferenza nella sfera della libertà individuale qualora la sua applicazione non fosse improntata a criteri di estre ma cautela e circospezione» «Le carenze — ha poi sottolineato — sussistono né posso no dirsi eliminate dalla più recente normativa, dal mo mento che non si vede quali risultati ci si possa attendere, ad esempio, da una politica legislativa che preme solo sui pedale della repressione sti molando il giudice a far pre sto se da una parte non si fa nulla o quasi nulla per preve nire le manifestazioni crimi nose e dall'altra non si ade guano gli strumenti operativi e le strutture organizzative». (Ansa) Palermo, 7 gennaio. (a.r.) Il procuratore generale di Palermo, Giuseppe Gueli, nella relazione sul distretto della Corte d'appello nelle province di Palermo, Agrigento e Trapani, epicentro delle attività mafiose, ha criticato la lentezza con cui procede la riforma giudiziaria «con provvedimenti settoriali non sempre convenientemente meditati, senza una visione unitaria dei rimedi». Gueli, che ha pronunciato una sola volta la parola mafia, è giunto alla conclusione che nel '75, malgrado l'impegno degli investigatori, la malavita organizzata ha inciso molto più in profondità che in altri periodi. Sono stati commessi 69 omicidi, 40 dei quali rimasti impuniti; 81 tentativi di omicidio (18 ad opera d'ignoti); il sequestro dell'enologo Franco Madonia rilasciato dopo oltre 6 mesi dietro pagamento di un miliardo e 200 milioni; 278 rapine (209 ad opera di ignoti); 358 danneggiamenti aggravati (solo 70 seguiti dalla denuncia dei presunti responsabili). Inoltre sono state scoperte 82 associazioni per delinquere.

Persone citate: Bonfiglio, De Felice, Franco Madonia, Giuseppe Gueli, Gueli, Paulesu, Salvatore Paulesu