Quiz senza pretese
Quiz senza pretese Quiz senza pretese Una- volta, con Canzonissima, era la follìa: spettacoIone al sabato sera che mohilitava tutta l'Italia televisiva, lotte di cantanti, battaglioni di giurati con paletta, ospiti d'onore ad altissimo livello, squadroni di ballerini, scenografie fastose, coreograHe da arricchiti. Poi, dopo tanti anni, ci si è resi conto C Illa grottesca montatura per cui un torneo canoro legato ad una lotteria si trasforma va in un avvenimento nazionaie, e Canzonissima è stata piazzata di domenica pome riggio: primo ragionevole ri dimensionamento. Mostratasi ormai logora la formule, dì Canzonissima, la Rai ha sperato di potersi liberare una volla per sempre dell,?, f astici .osa incombenza. Ma il ministero delle Finanze non ha voluto assolutamente rinunciare alle entrate (cospicue) della vendita dei biglietti: e ha mantenuto il gioco scegliendo « Spaccaquindici » di Pippo Baudo che per l'occasione è stato ribattezzato Un colpo di fortuna: un quiz che aveva sempre vivacchiato senza lode e senza infamia. Lo stesso tran-tran è stato osservato dopo l'insperata promozione. Le trasmissioni si sono susseguite tranquillamente, rivolgendosi al pubblico familiare dei giorni di festa. Nessun clamore, nessuna contestazione, nessun personaggio celebre. La base resta sempre quella, per niente approvabile, del «milione facile»: un concetto di cui il nostro paese non ha certo bisogno... Ma, almeno, Un colpo di fortuna è un programma modesto, che non ostenta e non provoca. Se lo abolissero (ma soprattutto se abolissero la lotteria che sta dietro) non ci sarebbe niente da rimpiangere, anzi. Così, tuttavia, il quiz svolge il suo compito con quieta decenza. Nemmeno la finalissima ha debordato: uno. puntata un po' chilometrica, ma era prevedibile. E' comparso per un attimo Claudio Villa, Paola Tedesco ha esibito le sue forme statuarie in un balletto, il mago Silv.an ha intrattenuto i bambini, Bice Valori ha sgambettato temerariamente (non s'è capito se sul serio o per scherzo) da soubrette. Paolo Panelli ha mimato una lunga e non irresistibile barzelletta, Liliana Cosi è stata la «donna della fortuna ». Il clima era bonario, quasi dimesso, da rappresentazione amichevole o aziendale. In mezzo, le decisive eliminatorie, anche queste non drammatiche. Poco vociante Pippo Baudo. Ma dietro, ripetiamo, c'era il solenne meccanismo della lotteria di Stato, distributrice di premi per due miliardi, fomentatrice di sogni e illusioni. Ogni momento si parlava di centomila lire come di spiccioletti, di milioni come fossero biscottini... E poi, i premi massimi, duecento milioni, centoquaranta milioni, centotrenta milioni! Ci si riempiva la bocca, pareva che tutti dovessero diventare ricchi sfondati... e che l'Italia fosse il paese delle vincite, dei milioni, della fortuna perenne... Pors: le sequenze migliori della puntata sono state quelle che riguardavano il tavolo del super-comitato del Ministero: alcuni circospetti e austerissimi dottori, avvocati, notai ecc. ecc., e attorno l'annunciatrice che sfarfalleggiava e dava scrolloni alle urne, e gorgheggiava «Ecco il dottor Torre che imbusta... ecco il dottor Farziale che abbina... ma che bravo il dottor Torre, quant'è veloce...». u. bz.
Persone citate: Bice Valori, Claudio Villa, Liliana Cosi, Paola Tedesco, Paolo Panelli, Pippo Baudo
Luoghi citati: Italia
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