Garofani "lilliput,, per l'esportazione

Garofani "lilliput,, per l'esportazione Alla mostra di Bordighera Garofani "lilliput,, per l'esportazione Creati da un sanremese, dopo 12 anni di ibridazione - L'esempio viene dal Giappone (Dai nostro corrispondente) Bordighera, 3 gennaio. La mostra internazionale del fiore, aperta in questi giorni a Vallecrosia, presenta numerose novità e testimonia l'intraprendenza e l'inventiva dei coltivatori ed ibridatori della Riviera ligure. Accanto alle novità esposte dalle maggiori aziende floricole europee, la rassegna riserva quest'anno vere e proprie «sorprese» per i risultati raggiunti dagli ibridatori italiani che hanno adottato particolari innovazioni tecniche. Fra le aiuole, predispostesecondo uno schema artistico, che entusiasma i visitatori sono esposti circa ventimila garofani, rose, ciclamini, gerbere, strelitzie e altre varietà esotiche prodotte dai giardini Hanbury), la più importante novità commerciale è rappresentata da un nuovo tipo di garofani, disposti in ciuffi variopinti, che emergono da cesti di canna come da mitiche cornucopie. Il calice piccolo, petali minuti e lo stelo robusto ma sottile, li rendono agli occhi inesperti e distratti del grosso pubblico simili ad ibridi falliti. Questi garofani lillipuziani, creati dalla ditta Mansuino di Sanremo, nota in campo internazionale per numerose varietà rimaste nel «Gotha» della floricoltura, sembrano avere tutte le premesse per rivoluzionare l'esportazione del settore. Da anni, il contingente in peso imposto da alcuni Paesi importatori nordeuropei, le tariffe aeree ed i dazi doganali, basati sul quintalaggio, stanno orientando i costitutori italiani a ridurre le dimensioni dei fiori. L'ottimo risultato conseguito con le rose, alcune delle quali sono state rimpicciolite a misure incredibili, senza che nulla abbiano perso della loro bellezza, non era stato finora eguagliato nel campo dei garofani dove solo negli ultimi tempi era apparsa in commercio la qualità «Miniature», che presenta però infiorescenze a grappolo. «La varietà di Mansuino — spiega Pinuccio Ricci, consulente tecnico della mostra — è costata circa 12 anni di ricerche e può essere paragonata agli alberi d'alto fusto cui i giapponesi hanno contenuto lo sviluppo massimo in poche decine di centimetri». In tutto simili ai loro progenitori, fuorché nelle dimensioni, questi minigarofani hanno lo stelo lungo circa mezzo metro e un calice il cui diametro non supera i 5 centimetri. «Oltre al peso minore, per cui se ne potrà esportare con le stesse tariffe una quantità superiore — continua Ricci — offrono il vantaggio di richiedere meno spazio alla coltivazione e meno costo d'esercizio». Disponibili, in un'intera gamma di tinte, i «lilliput» verranno lanciati sul mercato internazionale entro il prossimo biennio. Per rimanere in tema di garofani, sono da menzionare, fra tanti degni di nota, il giallo Pallas, la nuovissima varietà della Barberet e Blanc di Cap d'Antibes (Francia), il rosa salmonato orizzonte ed il pesco Ketty del sanremese Nobbio. L'azienda francese Buys di La Londe è presente con superbi esemplari di gerbere. Fra le rose vi sono la stupenda Sonia del pistoiese Vittorio Barni dalla corolla delicatamente rosata, l'americana Minuette, leggermente bordata in rosso e l'olandese Ilona, dalla tinta ciliegia. Un reparto della mostra è dedicato alla coltivazione in serra calda, dove, fra gli altri, i vivaisti Pietro Pisano, Agostino Raso, Giuseppe Secondino, Domenico Latella, tutti di Vallecrosia, Giuseppe Albertieri ed Enzo Nannucci di Bordighera, presentano piante sempreverdi e spinose cactee messicane", africane ed hawaiane. Molte sono le varietà di orchidee esposte in un «salotto», tra le quali figura il dmbidium Malec dal fiore più piccolo esistente in Europa, creato dal conte Maggi di Bordighera. Luciano Lanieri

Luoghi citati: Bordighera, Europa, Francia, Giappone, Sanremo, Vallecrosia