Ore di tensione a Milano per due falsi rapimenti di Gino Mazzoldi

Ore di tensione a Milano per due falsi rapimenti Città in allarme in tutta la Lombardia Ore di tensione a Milanoper due falsi rapimenti Scoperti ed arrestati i 5 autori degli "scherzi": sono tutti giovani Verranno processati per direttissima - L'accusa: simulazione di reato (Dal nostro corrispondente) Milano, 3 gennaio. E' incredibile quanto è accaduto oggi a Milano: cinque giovani che volevano «divertirsi» hanno simulato una serie di sequestri di persona gettando il panico tra quanti vi assistevano e l'allarme ai carabinieri e polizia. Per molte ore la città è stata sferzata dall'ululato delle sirene, centinaia di agenti sono stati mobilitati per dare la caccia ai «rapitori». Ma non basta: la «bravata» ha avuto ripercussioni anche in altre città dove alle questure continuavano ad arrivare fonogrammi di istituire posti di blocco all'uscita delle autostrade e sulle provinciali e controllare tutte le auto «A 111» color turchese su cui viaggiavano rapitori e la loro probabile vittima. I teppisti sono stati poi identificati e arrestati per «procurato allarme»; forse saranno processati per direttissima. Il primo allarme è scattato alle 15,30. A quell'ora il dott. Luigi Montelatici, 42 anni e la moglie, Maria Enrica, 28 anni, che stavano attendendo l'autobus della linea 62 in piazza Piola, hanno visto fermarsi, a pochi metri da loro, un'auto con una vistosa ammaccatura sul parafango anteriore sinistro. Sopra c'erano 5 giovani che avevano il volto coperto da passamontagna neri: mentre uno rimaneva al volante, gli altri 4, armati di bastoni e catene, sono scesi e dopo aver affrontato un giovane che indossava un « eskimo », 10 hanno costretto con la forza a salire sulla loro vettura che è ripartita a tutta velocità in direzione di piazza Durante. L'auto era seguita da due moto di grossa cilindrata, una Laverda 1000 e una giapponese. Sul posto sono piombate pattuglie dei carabinieri e della polizia che hanno raccolto anche le testimonianze della signora Tiziana Meda in Brambilla, 22 anni, del commerciante Ugo Olivieri, di 60 anni e del figlio di quest'ultimo, Renzo, di 13, che hanno assistito alla drammatica scena. Le indagini sul primo episodio erano in corso, quando, alle 16,15, si è verificato il secondo allarme. I coniugi Francesco e Antonietta Bianchesi, di 57 e 53 anni che stavano aspettando all'altezza del numero 119 di corso Lodi 11 pullman per Melegnano, hanno notato che da una AHI blu con una ammaccatura sul parafango anteriore sinistro, sono scese 4 persone incappucciate — una quinta era rimasta al volante — che hanno costretto un giovane a salire sulln Ioìo macclàna che è subito ripartita. La polizia è accorsa: sul posto ha trovato una sciarpa di lana a strisce grigie e azzurre, ma nessuna traccia dei rapitori. Il fatto che dalle testimonianze era stato appurato che la vettura usata per i due rapimenti era la stessa vista in piazza Piola aveva suscitato una certa perplessità negli inquirenti, ma alle 16,45 al centralino della questura è giunta una allarmante telefonata da parte di uno sconosciuto che ha detto testualmente: « Abbiamo rapito un giovane in piazzale Corvetto: domani vi faremo sapere le modalità del rilascio ». A questo punto è scattato l'allarme generale che ha visto impegnate tutte le forze dell'ordine: l'intera città è stata setacciato quartiere per quartiere da pattuglie, mentre l'ansia cresceva col passare del tempo. Il capitano Giovanni Digati del nucleo investigativo dei carabinieri, che coordinava le indagini, avvicinato dai giornalisti poco prima delle 19, ha detto: « Stiamo indagando in tutte le direzioni: per il momento non è possibile dire se si tratta di un episodio a sfondo politico o se invece si tratta di un rapimento a scopo di estorsione, anche se quest'ultima ipotesi è poco plausibile in quanto non è mai accaduto e sarebbe contro ogni logica che dei rapitori si facciano vivi proprio con la polizia. I due episodi presentano molte analogie e siamo propensi a credere che si tratti delle stesse persone ». Erano passati solo 10 minuti da questa dichiarazione, quando alla questura è giunta una telefonata da parte di uno sconosciuto che ha detto: « In viale Caprilli hanno caricato una donna su una auto, l'hanno portata via ». Alle 20,30, i carabinieri del nucleo investigativo hanno bloccato in via Etruschi una «A 111» blu targata MI-K66407 col parafango anteriore sini-stra ammaccato: al volante c'era il figlio del proprietario, lo studente Carlo Musmanno, 21 anni, abitante in via Calvairate 3, che stava tranquillamente tornando a casa. Il giovane, quando gli sono stati chiesti i documenti, si è subito allarmato mettendo in sospetto i militi che lo hanno accompagnato al comando. Sottoposto ad interrogatorio da parte del capitano Digati e del sostituto procuratore della Repubblica dott. Isidoro Urban, Carlo Musmanno ha finito col confessare: « Non c'è stato alcun sequestro di persona: è uno scherzo che abbiamo voluto fare senza prevederne le conseguenze ». Il giovane ha fatto il nome dei suoi compagni; due di costoro — Giuseppe Bellini, 22 anni abitante in viale Molise 47 e Paolo Campagnoli, 19 anni, via Carlo Botta 11. pure studente — sono stati sorpresi poco dopo nelle loro abitazioni. A tarda sera sono stati presi anche altri tre complici entrambi minorenni. Tutti sono stati dichiarati in p-'esto e denunciati per simulazione di reato: con ogni probabilità saranno processati per direttissima. Gino Mazzoldi

Luoghi citati: Lombardia, Melegnano, Milano