Settimo: la legge per i giovani fornisce un solo posto di lavoro

Settimo: la legge per i giovani fornisce un solo posto di lavoro Gli iscritti nelle liste speciali sono 259 Settimo: la legge per i giovani fornisce un solo posto di lavoro E' un perito grafico - Il caso limite di una famiglia immigrata: cinque fratelli disoccupati, il padre in attesa di riqualificazione - Difficoltà per le 250 operaie licenziate dalla Far, la fabbrica di penne a sfera fallita: il proprietario è in Svizzera Cinque fratelli, tutti giovani, tutti disoccupati. Da quasi quattro mesi sono nelle liste di attesa, nelle «liste della speranza», ma finora non hanno trovato nulla da fare. Sulla carta d'identità per tre c'è scritto operaio generico, per le due. ragazze, commessa e segretaria d'azienda. Abitano a Settimo in una casupola al fondo dì vìa Goito, con padre e madre e una sfilza di fratelli e sorelle più piccoli. Sono di Sant'Anastasia (Napoli), arrivati nel Nord tredici anni fa. Cinque fratelli che non trovano un'occupazione rappresentano forse un caso limite ma anche un segno che Settimo, 17.200 occupati, 153 complessi industriali, seconda città del Piemonte dopo Torino per peso produttivo, non ha lavoro per i giovani. All'ufficio di collocamento ne sono iscritti 259, ma si calcola che altrettanti non si siano presentati per scarsa fiducia sull'efficacia della nuova legge. Scetticismo più. che giustificato se si pensa che a quasi quattro mesi dall'entrata in vigore della «285» sull'occupazione giovanile la cifra ufficiale di 259 persone in cerca di lavoro è scesa d'una sola unità. «Il fortunato — dice il direttore dell'ufficio di collocamento di Settimo, Spadaro —, è un perito grafico di vent'anni, che è stato assunto da una piccola azienda artigiana. Per tutti gli altri le porte restano sempre chiuse». Le aziende mostrano poca fiducia sulle graduatorie e preferirebbero l'assunzione nominativa, vietata dalla legge. E cosi i 258 giovani in attesa di lavoro (almeno i due terzi sono donne) vanno ad ingrossare il numero dei disoccupati. A Settimo, secondo le ultime statistiche, sono 1550, con un aumento di circa il 40 per cento rispetto ad un anno fa. Nella quasi totalità delle aziende è ancora in vi gore il blocco delle assunzioni e la sostituzione del personale che si dimette o va in pensione (il cosiddetto ripristino del turn-over) chiesto dai sindacati avviene solo in qualche fabbrica. «Le assunzioni sono rare — dice l'assessore al lavoro, Lo Turco —. Le ultime, una quindicina, sono state fatte qualche mese fa dalla Pirelli dietro pressione del sindacato. E' stata data la precedenza agli ex operai della Singer». Lo Turco qualche mese fa aveva avanzato, a nome del suo partito, il pei, un progetto contestato da altri partiti, per occupare un certo numero di giovani: ripulire la città dai «tazebao» e «murali». Non se n'è fatto nulla, un po' per mancanza di fondi del Comune ma anche per la decisa opposizione di chi avrebbe dovuto compiere questa operazione. «Ogni giorno arrivano all'ufficio di collocamento di via Verdi almeno una ventina di disoccupati, sono disposti a fare qualunque lavoro», dice il direttore. Da oltre un mese bussano all'ufficio le 250 operaie della Far, la fabbrica di penne a sfera fallita dopo la fuga in Svizzera del proprietario, Domenico Cena. Sono pochissime quelle che hanno trovato una nuova sistemazione. «Per noi — dice con rabbia una ragazza che Ila lavorato quattro anni alla Far — non c'è più possibilità di assunzione nelle fabbriche di "biro" a Settimo. Evidentemente i padroni ci guardano con diffidenza perché per tre mesi abbiamo lottato per impedire la chiusura». A parte il «caso Far», provocato da cattiva conduzione amministrativa e non da difficoltà di mercato, non ci sono aziende in crisi. La Cassa integrazione esiste solo per i 270 operai della Vetreuropa, dove è in corso un processo di rammodernamento degli impianti per arrivare ad una produzione tecnologicamente molto avanzata. Il nuovo proprietario si è impegnato a garantire i posti di lavoro per tutti e ad assumere altri 70 operai quando sarà completata, entro tredici mesi, la sostituzione delle vecchie macchine. Per loro esiste ora il problema della riqualificazione professionale: sarà avviato dalla Regione, ma prima 160 lavoratori dovranno concludere i corsi di recupero culturale per avere la licenza elementare e media. Tra questi 160 c'è anche Carlo De Simone, il padre dei cinque ragazzi disoccupati. Ogni pomeriggio torna a scuola per ottenere il diploma. Dice con una vena di amarezza: «Io fra un anno torno in fabbrica, ma per loro, con i tempi che corrono, non so cosa potrà accadere». Piero Galasco

Persone citate: Carlo De Simone, Domenico Cena, Piero Galasco, Singer, Spadaro

Luoghi citati: Goito, Napoli, Piemonte, Sant'anastasia, Settimo, Svizzera, Torino