Il pci: violenza eversiva da terroristi neri e rossi di Franco Mimmi

Il pci: violenza eversiva da terroristi neri e rossi Il pci: violenza eversiva da terroristi neri e rossi In un anno e mezzo nella Capitale 10 morti, 254 attentati del terrorismo Ruma, 17 dicembre. Il dossier parte dal 23 giugno 1976, e pochi giorni dopo — 10 luglio — incontra il primo morto: è il giudice Vittorio Occorsio, ucciso dai neonazisti di Ordine Nero. Il dossier giunge fino al 28 novembre 1977, e pochi giorni prima — 2 novembre — vi è l'attentato al consigliere comunale democristiano Publio Fiori, a opera delle Brigate rosse. Tra le due date Roma ha visto, per la violenza politica, morire dieci persone, cinquanta sono rimaste ferite, vi sono stati 254 attentati. Diciassette mesi pesanti, rinchiusi nelle 95 pagine del «Dossier sulla violenza eversiva a Roma» messo a punto dalla Federazione comunista della capitale. «Roma sta vivendo la sua fase più drammatica da 30 anni a questa parte», ha detto il segretario della federazione romana del pei. Paolo Ciofi. E poi: «Non vi è dubbio che ci troviamo di fronte a un attacco premeditato e organizzato contro la città, la democrazia e le istituzioni». E poi: «Si sceglie Roma perché qui è il centro della vita politica e governativa. Si mira al cuore della democrazia, per rendere irreversibile la crisi della società e per bloccare il processo di rinnovamento in atto nel Paese». Diciassette mesi pesanti. I nervi della città non sono saltati, ma è inutile negare che molta gente, di alcuni ceti soprattutto, ha paura. I morti, certo — l'agente Graziosi ucciso dal nappista Lo Muscio, Lo Muscio ucciso da un altro agente, il giovane Walter Rossi, di Lotta continua ucciso da un fascista, l'uccisione dell'altro agente Passamonti — ma anche gli atti di squadrismo, i saccheggi, le rapine destinate a sovvenzionare il terrorismo. Si mira alla democrazia, alle istituzioni. E le istituzioni, come si so¬ no difese? Per il pei, non be ne, talora decisamente male. La repressione ha prevalso sulla prevenzione; la magistratura, pur con le annose scusanti — pochi uomini, pochi mezzi — non ha tenuto il passo degli avvenimenti. In tutto, dal 1972, sono stati 26 i processi a carico di neofascisti, ne restano da celebrare 107. Gli imputati da giudicare sono 557, tanti di essi conoscono già la galera, ma vengono presto restituiti alle loro attività. Dal 1973 si sono celebrati 6 processi a carico dei collettivi autonomi, ne restano pendenti 28, gli imputati sono 253. Di questi casi, alcuni vertono semplicemente su agitazioni sindacali, altri parlano di «banda armata» e detenzione di armi. Gli attori della violenza che Franco Mimmi (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Lo Muscio, Paolo Ciofi, Passamonti, Publio Fiori, Ruma, Walter Rossi

Luoghi citati: Roma