Morto Thomas Schippers, il musicista di Spoleto

Morto Thomas Schippers, il musicista di Spoleto IL DIRETTORE D'ORCHESTRA NEL RICORDO DI MILA E DI ROMOLO VALLI Morto Thomas Schippers, il musicista di Spoleto New York, 17 dicembre. Thomas Schippers si è spento ieri a New York. E' un lutto per tutto il mondo della musica ma in particolare per gli Stati Uniti e l'Italia. Questo giovane direttore d'orchestra, aveva soltanto 47 anni, ha legato il suo nome ad una delle più nuove e valide manifestazioni musicali ed artistiche del nostro tempo. Insieme con Giancarlo Menotti, Schippers è stato il fondatore del « Festival dei due mondi di Spoleto ». E' una morte che lascia un gran vuoto. Quando si seppe del male che lo aveva colpito, un cancro ai polmoni, si sperò che Schippers ce l'avrebbe latta. Ai concerti Schippers aveva rinunciato da ottobre quando il male era diventato ormai inarrestabile e ne aveva minato il Fisico. Le cure alle quali si era sottoposto sembravano avergli restituito un po' delle sue energie ma tutto è stato vano. Negli ultimi mesi Schippers si era ancor più isolato, forse presago della fine imminente, nella sua casa di New York. Due anni fa e sempre di cancro era morta la moglie, la bellissima Noonie, al quale Schippers era profondamente legato. (Agi-Ap) Massimo Mila Nel ricordo di Thomas Schippers non si può prescindere dalla sua straordinaria bellezza fisica: una testa d'Apollo sopra un corpo d'atleta. Perché questa notazione apparentemente frivola? Perché in realtà essa si riflette sopra il suo modo, per l'appunto apollineo, d'intendere la musica e di praticare la direzione d'orchestra. Il piacere della musica era ineliminabile dalle sue esecuzioni, secondo quella scuola americana della direzione d'orchestra, che ha in Bernstein il suo maggiore esponente; ma forse il capostipite va ricercato nel discusso, discutibile, eppure a modo suo grande Stokowski. In Italia era approdato al seguito di Menotti ne! Festival dei Due Mondi a Spoleto, di cui doveva ben presto diventare, come direttore artistico, una salda colonna. E il clima mondano di quella celebrata manifestazione s. era riflesso su di lui, configurandone e in certo senso delimitandone il ritratto ufficiale. Ma già all'America risaliva il suo sodalizio artistico con Giancarlo Menotti, di cui aveva diretto la prima del Console a Filadelfia nel 1950. In realtà il personaggio non stava affatto rinchiuso sotto quella vernice mondana. Lo ricordo un'estate, in maglione sportivo sui prati dolomitici di Santa Cristina, oltre Ortisei: un ragazzo, affabile, allegro, alla mano. Il distacco da Spoleto, avvenuto alcuni anni or sono non senza qualche trauma, aveva coinciso con una maturazione e un approfondimento intellettuale della sua arte di interprete. Quasi augusta sanzione ne era stato l'invito a Bayreuth per dirigere / Maestri Cantori nel 1963: il fanciullo prodigio di Kalamazoo, Michigan, il diciottenne direttore d'orchestra della Lemonade Opera Company a New York, assurto al tempio dell'arte wagneriana, per un'opera che è quasi il compendio della civiltà musicale europea! Ma proprio in questo senso muoveva l'evoluzione del suo talento, maturato purtroppo dalle prove della vita. Quest'uomo che pareva un beniamino degli dèi aveva avuto un destino tragico, solcato da una crudele sventura familiare, e culminato ora nella morte inesorabile e precoce. Raramente come in questo caso la perdita è acerba e grave. Schippers è stato strappato via alla sua attività proprio in un momento di decisiva crescita artistica. Tanto più dolorosa per noi la perdita, che questa ulteriore crescita avrebbe avuto luogo a Roma, se il male atrocissimo gli avesse permesso di prendere possesso della carica alla quale era stato nominato, di direttore della più prestigiosa istituzione concertistica italiana. Romolo Valli La morte di Tommy non è arrivata inattesa, purtroppo. Non per questo minori sono la tristezza, il senso di vuoto, lo sgomento. Sapeva di non avere più speranze, ma avrebbe voluto, ancora, un estremo incontro con i giovani, proporgli le sue ultime cose su Schubert. Recentemente ci fece sapere che, chissà, sarebbe potuto venire a Spoleto, il prossimo anno. Un filo drammatico ha del resto accompagnato la breve vita di questo giovane artista, apparentemente segnato soltanto dalla fortuna, e che univa alla bellezza il talento ed un fascino che si esercitava su tutti, in particolare ne era toccata la gente del mondo musicale: le orchestre con lui davano il meglio di sé. Si può dire persino che il grande successo, la magia di uno spettacolo indimenticabile, Schippers l'abbia toccata nel momento più tragico della sua vita: quando mise in scena, per noi nel '73 a Spoleto, quella eccezionale Manon di Puccini idealmente dedicata alla bellissima moglie Noonie, morente di cancro, e allestita con la regìa di Luchino Visconti, ammalato, anch'eglì già atrocemente segnato. Ed ancora altri, molti altri sono i momenti importanti legati al ricordo di questo grande amico ed artista, quasi l'intera vita del Festival di Spoleto che, si può dire, Giancarlo Menotti inventò per luì, che si aprì nel '58 con un memorabile Macbeth anche allora con la regìa di Visconti ed ebbe tappe straordinarie nel Duca d'Alba di Donizetti, nella Salomè di Strauss, nei concerti in piazza: e chi li ha ascoltati non potrà dimenticare quel Gloria di Vivaldi e l'altro Gloria, di Poulenc. Schippers non era naturalmente solo Spoleto, ha diretto le più grandi orchestre del mondo, ma l'Italia era un po' la sua seconda pairia e vi è arrivato l'ultima volta nel '76, già fiaccato dal male, per l'Aida, alla Scala. A Spoleto mancava dal '74 quando diresse il Requiem di Mozart, quasi un presagio. Ma noi, superato un breve periodo di lontananza, progettavamo il suo ritorno. Al più presto: prima che la malattia lo aggredisse definitivamente. Poiché Tommy era ancora gran parte di Spoleto. Uomo che ad una lettura superficiale poteva sembrare freddo e duro e, nella vita privata, addirittura difficile egli era invece, professionalmente parlando, una creatura magica, un arcangelo con qualità superbe di sensibilità ed intensità. Thomas Schippers