Processo ai Nap giudici riuniti per la sentenza

Processo ai Nap giudici riuniti per la sentenza Napoli: alle assise d'appello Processo ai Nap giudici riuniti per la sentenza (Dal nostro corrispondente) Napoli, 16 dicembre. Dalle prime ore del pomeriggio i giudici della terza sezione della Corte d'Assise di appello sono rinchiusi in camera di consiglio per emettere la sentenza contro i 22 imputati dei «Nap», riconosciuti colpevoli nel procedimento di primo grado di ben 184 capi di imputazione, tra i quali partecipazione a banda armata, attentati dinamitardi, rapine, sequestri e furti. E' prevista una lunga attesa. Le precedenti condanne, emesse il 16 febbraio scorso, richiesero oltre 17 ore per il dispositivo della sentenza. Il procuratore generale Antonio De Franciscis nella sua lunga requisitoria, protrattasi per due udienze, aveva chiesto la conferma delle condanne per 13 dei 22 imputati. Per gli altri 9 la parziale riforma delle pene. E precisamente: per Alfredo Papale, rimasto gravemente ferito dallo scoppio di un ordigno, Giovanni Gentile Schiavone, Domenico Delli Veneri, Aldo Mauro, Antonio De Laurentis, sposatosi ieri in carcere con una «nappista» anch'essa reclusa ma non implicata nell'odierno processo, Pasquale De Laurentis, Alberto Buonoconto e Franca Salerno, ricoverata in clinica in attesa di mettere al mondo il figlio avuto dal «nappista» Lo Muscio. Una riduzione in media dai 4 ai 3 anni di reclusione, con l'eccezione del Buonoconto, per il quale era venuta a cadere l'accusa di concorso nel sequestro Moccia e perciò imputato di sola ricettazione. Il processo, iniziatosi il 30 novembre, è andato avanti per undici udienze. Dopo un tentativo di replicare il velleitario copione recitato nel febbraio scorso, con letture di proclami e atti dimostrativi, il dibattito si è svolto in un'atmosfera più distesa e tranquilla, un tantino sonnolenta, come una qualsiasi causa. Anche la frattura prodottasi fra i nappisti e messa in luce dalla decisione di cinque di essi di dissociarsi dall'atteggiamento di rifiuto verso la giustizia, mantenuto invece dagli altri imputati, ha permesso un'analisi dei fatti più equilibrata e serena. E' mancato il clima di tensione e guerriglia, è venuta meno la sfiff.a alle-atituzioni, ed è stato possibile quindi approfondire maglio il fenomeno eversivo che coinvolse, dal maggio '74 all'ottobre '75, un gruppo di studenti della media borghesia e delinquenza comune. C'è da rilevare inoltre l'isolamento in cui è venuto a trovarsi il nucleo terroristico, emarginato non soltanto dalla città, ma anche dai movimenti studenteschi. a. 1. fatti 41 domande di prosecuzione dell'attività estrattiva avanzate da proprietari di cave nel territorio del parco, per nove delle sedici cave situate nella provincia di Pavia, ha ritenuto di far cessare immediatamente i lavori. Il provvedimento riguarda gli impianti di proprietà delle ditte: Calcestruzzi Pavia (località Rotbino), Guerino Re (località Lido) Carlino Ricotti (Cascina Vittoria e Cascina Casoni di Carbonara Ticino), Oreste Paveri (località Nuvola di Carbonara), Carlo Buratti (località Belcreda di Gambolò), Paveri e Orsolini (Bosco di Mezzanone e Zerbolò) e Cave Natale di San Giovanni di Vigevano. Inoltre, per la prima volta j il Parco del Ticino e un comune della provincia di Pavia, quello di Carbonara Ticino, si sono costituiti parte civile nel procedimento a carico di uno dei più noti « cavatori », Carlino Ricotti, 54 anni di Pavia, e hanno chiesto il risarcimento danni per la deturpazione di bellezze naturali, che il Ricotti avrebbe compiuto aprendo alcune cave di sabbia e ghiaia nell'ambito del comune di Carbonara, in pieno parco.