Zaccagnini più cauto Andreotti è più forte

Zaccagnini più cauto Andreotti è più forte Zaccagnini più cauto Andreotti è più forte Roma, 16 dicembre. Meno di ventiquattr'ore dopo l'intervista in tv, Zaccagnini ha ridimensionato la portata del «passo avanti» verso il pei senza elezioni anticipate, che da iersera pesava come quesito centrale sulle forze politiche e, oggi, sull'incontro governo-partiti. Nella de, poi, aveva attizzato molto malumore e s'erano già accesi i primi focolai di ribellione, espressa da una minacciosa lettera di nove deputati, da una irritata sortita di Scalfaro, vicepresidente della Camera, e dalla richiesta di urgente riunione della direzione de. Il quesito era il seguente: rispondendo alle incalzanti domande di Arrigo Levi, il segretario de ha prospettato il «passo avanti» come disponi- ["compiutamente bilità ad una maggioranza sul programma che includesse anche il pei, o addirittura, ad un governo d'emergenza che, nella stessa rubrica televisiva, Berlinguer aveva chiesto iersera? La risposta è venuta dal discorso che Zaccagnini ha pronunciato oggi pomeriggio al convegno sulla piccola industria a Reggio Emilia. Ha detto testualmente: «La soluzione della crisi passa attraverso una collaborazione piena e leale delle forze politiche e sociali. Ed è per queste ragioni che abbiamo ricercato, e ancora oggi ricerchiamo, la più vasta convergenza sui problemi e sui loro contenuti; convergenza che potrebbe proprio incontrare maggiori difficoltà da forzate richieste di mutamento dell'attuale equilibrio». Il senso di queste parole è così traducibile: la de è pronta a discutere il programma, a integrarlo nei punti dimostratisi lacunosi, chiede agli altri partiti un impegno più completo, senza continui ripensamenti, ma tutto ciò nell'ambito della «non sfiducia» («attuale equilibrio») e del monocolore de. Perché la richiesta d'un governo d'emergenza aggraverebbe la situazione, almeno per il momento. Per essere ancora più chiaro, e per sedare le fiammate già apparse nella de, Zacca-1 gnini ha aggiunto: «Questa nostra posizione nasce da una | valutazione attenta e respon-1 sabile della situazione e delle forze politiche e dei rischi che si correrebbero di fronte a considerazioni che sottovalutassero questa realtà. Ed è per ciò che non è contraddittoria la nostra disponibilità con l'invito a non vanificare gli sforzi che hanno portato all'intesa programmatica. Intesa che, lo ripetiamo, va e sollecitamente attuata» Quindi, per ora, la de non è pronta ad altra apertura verso il pei che non sia una integrazione concordata del programma: e non ad aprire al pei la porta della maggioranza, tantomeno quella del governo d'emergenza. Poiché è probabile che l'intervento di Zaccagnini fosse ormai conosciuto quando è finito l'incontro fra i partiti e Andreotti a Palazzo Chigi, acquistano riì lievo le dichiarazioni, piuttosto caute, rilasciate alla sua conclusione da Napolitano e : da Signorile. Pur chiedendo j entrambi il governo d'emer: genza, hanno definito «positii va» la proposta di Galloni per incontri a sei sui problemi specifici rimasti aperti e, in definitiva, hanno dato un'ulteriore tregua. Anche i sindacati, con la decisione elastica dello sciopero generale nell'arco fra il 10 e il 18 gennaio, lasciano un maggior respiro al governo e ai partiti. Andreotti, stasera, è leggermente rafforzato rispetto a ieri da questo insieme di novità: non a caso le fonti qualificate fanno rilevare che l'incontro è andato bene rispetto alle attese stesse dei partecipanti. L'Avanti! di domani rileva che «uno sciopero generale non può aprire una crisi di governo» ; ma aggiunge che occorre una «svolta» essendo «pericoloso governare senza il consento dei lavoratori». La crisi del governo Andreotti, anche se resta nell'aria, non è stasera un dato d'ipotesi scontata. Nessuno può azzardare supposizioni con qualche fondamento, perché i giochi sono più aperti che mai specialmente nella de, come si è visto dalle reazioni sollevate dalla frase sul «passo avanti» di Zaccagnini. Umberto Agnelli, al convegno di Reggio Emilia, ha proposto eventualmente un congresso del partito per verificare se c'è la disponibilità per un cambiamento politico. Inol tre, stamane, prima che partisse per Reggio Emilia, cir- 1. f. (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Luoghi citati: Reggio Emilia, Roma