Tabulato dei 500 altri due testimoni

Tabulato dei 500 altri due testimoni Continuano gl'interrogatori Tabulato dei 500 altri due testimoni Sono funzionari che avrebbero confermato particolari sul "documento bomba" (Nostro servizio particolare) Milano, 13 dicembre. Altra tornata di interrogatori per i giudici impegnati nella ricerca dell'ormai famoso tabulato con i 500 nomi di persone che esportarono valuta attraverso la Banca Privata Italiana e la ginevrina Finabank, entrambe di Miche- j le Sindona, e riuscirono a rientrare in possesso del loro denaro malgrado la dichiara- zione di insolvenza dell'istitu- to di credito milanese. I In attesa che giovedì si pre-!senti al palazzo di giustizia Giovan Battista Fignon (già amministratore delegato della Banca Unione e della Privata Finanziaria, poi fuse nel- j la Privata Italiana, e quindi a capo anche di quest'ultima), e venerdì Guido Carli (all'epoca governatore della Banca d'Italia), e Ferdinando Ventriglia (allora presidente e amministratore delegato del Banco di Roma) oggi è stata la volta dì due funzionari che sono stati chiamati a confermare circostanze già emerse in precedenti interrogatori. Ugo Grazia, funzionario del Banco di Roma, distaccato presso la Banca Privata Italiana, è stato interrogato in merito alle dichiarazioni rese la scorsa settimana da Pietro Luciano Puddu, responsabile dell'ufficio esteri del Banco di Roma. Puddu sostenne di avere visto il tabulato con i 500 nomi, di averlo preso in consegna e di averlo passato al Banco di Roma. Al giudice disse di non ricordare in quale occasione gli era stato consegnato il documento ma avanzò l'ipotesi che fosse insieme ad altre carte da lui prese alla sede della Privata Italiana. Per questo oggi è stato sentito Ugo Grazia, che ricevette Puddu nella sua visi- j te alla banca dl Sindona. Nulla si è appreso su quan to ha detto come pure nulla è trapelato dell'altro interroga torio di oggi, quello di Anto I "io Arista, ispettore capo dei- !la Banca d'Italia. Arista fu in¬ j caricato di redigere il verbale di una riunione tenutasi il 28 agosto del '74 nella sede della Banca d'Italia. In essa, il governatore della Banca d'Italia Guido Carli, dopo che in passato aveva ordinato di sospendere tutti i rimborsi della Privata Italiana all'estero nel timore che con qualche operazione fittizia si tentasse di sottrarre alle banche danaro a favore di Sindona o di suoi clienti privilegiati, cambiò idea, pare su sollecitazione di Ventriglia. Sarebbe stato l'allora presidente del Banco di Roma a far presente che alcuni creditori esteri del finanziere siciliano pretendevano il rimborso. «Se non lo facessimo — è la spiegazione che viene data — ne andrebbe del buon nome del sistema bancario italiano». Pressato da questa considerazione e, si dice, dalla vista del tabulato con i 500 nomi di persone che attendevano il rimborso, Carli avrebbe detto di sì. Antonino Arista avrebbe sostanzialmente confermato questa versione spiegando però di non sapere nulla del documento. In settimana Carli e Ventriglia daranno la loro versione dei fatti al giudice Urbisci. Saranno sentiti in questa vicenda come testimoni, ma poiché sono indiziati di reato neh' inchiesta connessa al crack di Sindona potranno farsi assistere da un legale. Intanto sull'elenco dei 500 corrono le voci più disparate. Sino ad ora considerato un documento comprovante l'esportazione di valuta da parte di persone molto in vista, a questo punto si sospetta che potrebbe essere anche un'altra cosa: la prova dei fondi neri della banca di Sindona e il documento contabile che attesta come siano state pagate tangenti occulte a partiti politici. Che Sindona facesse regolari versamenti alla democrazia cristiana è tesi sostenuta da tempo da Carlo Bordoni, ex braccio destro di Sindona, rivoltatosi contro l'antico protettore. Sta ai giudici controllare se questa affermazione può essere considerata attendibile, m. f.

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