Il ministero della Difesa di Bonn ha saputo della spia dai giornali di Tito Sansa

Il ministero della Difesa di Bonn ha saputo della spia dai giornali Retroscena nel "caso,, della segretaria Renate Lutze Il ministero della Difesa di Bonn ha saputo della spia dai giornali (Dal nostro corrispondente) Bonn, 13 dicembre. Il ministro della Difesa Georg Leber è caduto dalle nuvole quando ha letto ieri mattina sulla Frankfurter Aligemeine che la segretaria Renate Lutze aveva trasmesso per anni alla Germania comunista tutti i segreti militari delle forze armate tedesche e della Nato, gelosamente custoditi nelle casseforti del suo ministero. Lo ha ammesso durante una conferenza stampa, annunciando due nuove inchieste: una contro il capufficio della «superspia», direttore ministeriale Herbert Laabs (uomo di fiducia del cancelliere Helmut Schmidt, quando era ministro della Difesa), la seconda per « alto tradimento » contro la persona tuttora sconosciuta che ha fatto pervenire al quotidiano di Francoforte la relazione segreta della magistratura sul clamoroso caso di spionaggio. Responsabile dello « spionaggio sullo spionaggio » sarebbe una dattilografa, la quale ha copiato male una parola contenuta nel documento. Leber, che domani dovrà giustificarsi dinanzi alla Commissione difesa del Parlamento, non è nuovo a incidenti del genere. Venne a sapere dai giornali lo scandalo del generale Krupinski (che aveva autorizzato una festa di nostalgici nazisti), lesse sulla stampa che il generale Rall era andato a nome suo nel Sudafrica, apprese da un quotidiano che in una caserma di Monaco alcuni cadetti avevano bruciato un fantoccio raffigurante un ebreo. Nonostante ciò, il ministro ha detto oggi di non sentirsi responsabile per quanto accaduto, « il tradimento esiste solo se porta danno ». Ha aggiunto che la signora Renate Lutze fu assunta quando ministro era il democristiano Gerhard Schroeder e sotto segretario l'attuale presidente del Parlamento, il democristiano Karl Carstens. «Sono loro che l'hanno assunta. sotto la mia gestione la spia I è stata scoperta ». L'identificazione della «su perspia» — si è saputo oggi — è avvenuta casualmente, quando, in seguito alla cattura contemporanea di tredici agenti segreti, il 1° giugno dell'anno scorso, in casa di due spie a Coblenza fu trovata un'agenda con il nome della signora Lutze e di suo marito, anche lui al servizio della Germania comunista. Soltanto per questo motivo fu ordinata una perquisizione nella villa della coppia (450 mila lire mensili di affitto), la quale portò alla scoperta di una stazione radiotrasmittente collegata direttamente ! con la centrale dei servizi di sicurezza di Berlino Est, di alcune macchine fotografiche per microfilm e di fotocopie | di documenti segreti del ministero. Ciò che interessa e che preoccupa tanto l'uomo della strada quanto i politici tedeschi è la facilità con la quale Renate Lutze disponeva dei documenti Top secret \ della difesa atlantica. Risulta che — benché ufficialmente dovesse occuparsi esclusiva- j mente di « affari sociali » — era non soltanto a conoscenza dei numeri di codice per aprire la cassaforte del suo capufficio, ma anche di una copia delle quattro chiavi (esistenti soltanto in due esemplari) della cassa blindata. Scrive la Koelnische Rundschau che la signora, entrata al ministero nel 1968 (era profuga dalla Germania comunista, come il suo futuro marito) si distinse per la sua « generosità » con alcuni alti funzionali. «Per una bella donna non è certo un'impresa — scrive il quotidiano di Colonia — procurarsi le impronte di cera di una chiave, anche se si tratta di quattro pezzi occorrenti per aprire una sola porta ». La leggerezza con cui venivano custoditi i documenti più riservati è confermata da altri falli, alla Lutze bastava una telefonata per ottenere i documenti, che poi fotoco- piava tranquillamente in ufficio; a nessuno è mai venuto in mente di domandare che cosa la divisione « affari sociali » volesse fare con tali documenti inoltre, due inchieste supplementari chieste dal capufficio della Lutze, insospettito per l'alto tenore di vita della coppia, portarono alla piena assoluzione, benché il marito (semplice impiegato) viaggiasse a bordo di una « Jaguar ». Anche il controspionaggio, pertanto, si è coperto di ridicolo, permettendo — come ha ammesso un funzionario — che il ministero della Difesa rimanesse « trasparente come vetro ». A Bonn si è costernati. Per il perfezionismo tedesco — di cui la Germania è fiera — le rivelazioni sulla « superspia » costituiscono un duro colpo. Contro spie d'alto bordo (come il maggiore svedese Wennerstroem) praticamente non c'è difesa in nessun Paese al mondo, si ammette a Bonn. Ma che una semplice segretaria incaricata di « affari sociali » potesse per anni prelevare a piacimento la totalità dei documenti più riservati del Paese pilastro della Nato e che potesse farli uscire da un ministero che sembra una fortezza, supera ogni immaginazione. Tito Sansa

Persone citate: Georg Leber, Gerhard Schroeder, Helmut Schmidt, Karl Carstens, Rall, Renate Lutze