Malati al buio e al freddo per un rio che è straripato

Malati al buio e al freddo per un rio che è straripato Genova: al "S. Martino" per il nubifragio Malati al buio e al freddo per un rio che è straripato (Dal nostro corrispondente) Genova, 9 dicembre. (p. 1.) Il nubifragio che ha imperversato su Genova per circa 18 ore (è iniziato nella notte ed è continuato per quasi tutta la giornata di ieri) ha fatto trascorrere ai cittadini e alle autorità momenti di autentica preoccupazione. A metà della giornata, molti torrenti erano in piena sul filo degli argini e il Bisagno, nei pressi della stazione Brignole, era sul punto di straripare. In pratica le operezioni di dragaggio dei fondali eseguite all'indomani della tragica alluvione del 1970, si sono dimostrate sufficienti a resistere alla furia degli elementi. La città, però, era ancora intenta a riparare i danni della « piccola alluvione » che ha colpito il mese scorso la valle Stura e i quartieri del ponente, per cui il violento acquazzone di ieri ha riaperto non poche ferite. Si sono verificati allagamenti di scantinati, piccoli crolli, smottamenti che hanno invaso i sentieri e le stradine dei quartieri più « arrampicati » sulla collina. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire in decine e decine di casi. Nessuna vittima. I danni più gravi, valutabili in molte centinaia di milioni, li ha subiti l'ospedale di « San Martino ». Durante la giornata di ieri, il Rio Noce, che scorre coperto sotto la collina di San Martino, nella zona nord orientale della città, ha rotto le tubature che lo incanalano verso il mare e ha invaso le cantine di buona parte dei reparti e delle cliniche universitarie. Per alcune ore gli ammalati sono rimasti al freddo e al buio, perché s'è interrotta la corrente elettrica e si sono spente le caldaie. Si è lavorato alacremente per buona parte del pomeriggio e della notte per riportare la situazione alla normalità. Oggi è ancora precaria la situazione nei reparti di igiene, statistica medica e biometria, oltre che presso l'Istituto universitario di clinica chirurgica. Preziosi macchinari e laboratori che erano stati collocati in seminterrati e al pianterreno, sono stati gravemente danneggiati: si parla di duecento milioni di danni, dal momento che anche molti liquidi, solventi e reagenti assai rari, sono andati perduti. I vigili del fuoco sono ancora intenti a spalare e pompare la fanchiglia, mentre i medici e il personale ausiliario stanno cercando di recuperare tutti i « pezzi » ancora intatti. Si spera entro due giorni di riattivare il riscaldamento centralizzato anche in questi padiglioni che per ora vengono riscaldati con sistemi di emergenza. Si tratta d'un problema abbastanza delicato dal momento che molti ricoverati sono reduci da gravi interventi chirurgici.

Persone citate: Bisagno

Luoghi citati: Genova