In subbuglio In Cassa di Risparmio per un "buco,, di due miliardi a Bra

In subbuglio In Cassa di Risparmio per un "buco,, di due miliardi a Bra Comunicazione giudiziaria al Direttore generale In subbuglio In Cassa di Risparmio per un "buco,, di due miliardi a Bra (Dal nostro corrispondente) Bra, 9 dicembre. Il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Alba, dottor Vittorio Venezia, ha inviato al direttore generale della Cassa di Risparmio di Bra, dottor Giancarlo Burdese, una comunicazione giudiziaria con la quale lo informa che nei suoi confronti è iniziato un procedimento penale per accertare l'eventuale esistenza del reato di «peculato per distrazione». L'inchiesta — che si affianca all'indagine tecnica svolta dai funzionari della Banca d'Italia — fa seguito alla denuncia, presentata dal consiglio d'amministrazione della Cassa, di un'operazione irregolare che avrebbe danneggiato l'istituto di credito di oltre due miliardi. L'illecito consisterebbe nel mancato protesto di assegni a vuoto emessi da un commerciante di bestiame, Francesco Rosso, titolare presso la banca braidese d'un conto «non affidato». Quando, ella fine di ottobre, in città si era sparsa la voce d'un grosso «buco» nel bilancio della Cassa (che, con 70 miliardi di depositi, sei filiali e novanta dipendenti, svolge il 75 per cento delle operazioni di credito della zona), il consiglio di amministrazione dell'ente aveva diffuso un comunicato nel quale, pur smentendo la notizia di un ammanco, si ammetteva l'esistenza di una «operazione d'una certa entità posta in essere in termini anomali», cioè senza autorizzazione del consiglio d'amministrazione o della presidenza. «L'operazione — proseguiva il comu¬ nicato — è stata tempestivamente segnalata al momento della scoperta alle autorità tutorie e alle altre autorità competenti», cioè alla Banca d'Italia e alla magistratura. Il presidente della Cassa, avvocato Carlo Sandri (52 anni, esponente di primo piano della de, alla scadenza del suo secondo mandato al vertice dell'ente), aveva successivamente ribadito: «Gli organi deliberanti dell'istituto non hanno mai autorizzato l'operazione e ne erano all'oscuro. Il cliente agiva sulla base d'un conto non coperto da fido, che in quanto tali non era passato né doveva passare al vaglio del consiglio di amministrazione o della presidenza». La versione di Sandri è però contestata dal legale del dottor Burdese, avvocato Mario Ternavasio. «Gli organi deliberanti e di controllo dell'istituto — afferma Ternavasio — erano a conoscenza della situazione, sapevano cioè che II cliente operava, e da diversi anni, su un conto "non affidato". Tra la Cas~a di Risparmio di Bra e questo signore c'era un rapporto decennale, di cui presidente, consiglio d'amministrazione e collegio sindacale erano perfettamente al corrente». E' vero che anni fa la Cassa era già stata danneggiata dalla «disinvoltura» del medesimo cliente e che la Cassa, nonostante i rilievi della Banca d'Italia, non aveva determinato alcuna interruzione nel rapporto cliente-istituto? «Posso solo limitarmi a sottolineare che con la persona in questione la Cassa ha avuto un rapporto duraturo e complesso, accordandole credito in passato, e in momenti in cui il dottor Burdese non era ancora direttore», risponde Ternavasio. Sulle caratteristiche di questo rapporto, dovrà far luce la magistratura. «Fin d'ora — aggiunge l'avvocato — si possono invece dire due cose: 1) è falso che dell'operazione gli organi deliberanti della Cassa fossero all'oscuro; 2) è arbitrario affermare che la responsabilità dei conti non affidati è dei funzionari. Soprattutto in mancanza d'un regolamento interno che deleghi al direttore il controllo su alcuni settori specifici, la vigilanza sull'andamento generale della Cassa spetta al presidente». La linea di difesa del legale di Burdese è chiara: di quanto accaduto, sono quanto meno corresponsabili gli amministratori della Cassa. Come reagisce a questa accusa il presidente avvocato Sandri? «Ternavasio attacca tutti. Risponderemo quindi con un comunicato congiunto, che prepareremo stasera in sede di consiglio di amministrazione. Per quanto mi riguarda — conclude Sandri — non posso che ribadire l'assoluta estraneità della presidenza all'operazione. Le prove di quanto affermo ci sono, e sono inoppugnabili, ma coperte dal segreto bancario e istruttorio». Proseguono intanto le due inchieste: è opinione generale che andranno per le lunghe. Grazia Novellini

Luoghi citati: Alba, Bra, Venezia