Congresso cooperative cristiane

Congresso cooperative cristiane Il primo in Piemonte Congresso cooperative cristiane 584 imprese, 46.150 soci, 206 miliardi di affari «I fari dell'opinione pubblica sono puntati sulle cooperative. E' sempre cosi nel momenti di crisi». Con questa consapevolezza, sottolineata nel discorso introduttivo della presidenza, ieri l'Unione piemontese della cooperazlone ha tenuto il primo congresso regionale. Vi hanno partecipato delegati di 584 imprese con 46.150 soci ed un giro d'affari di 206 miliardi. E' stato un convegno di indirizzo, ma non soltanto teorico. Principi e realtà si sono fusi in prospettive di lavoro. Base di partenza: la storia del movimento. La relazione, letta dal presidente dottor Orazio Sappa, ha ricordato che le imprese associate alla Confcooperative, di cui l'Unione è l'organismo regionale, appartengono a quel filone cristiano da cui uscirono nell'800 le Società di mutuo soccorso, le leghe bianche e le cooperative cattoliche per realizzare «solidarietà e sicurezza sociale». Gli obiettivi non sono mutati — ha detto Sappa — come non sono cambiati «i caratteri fondamentali della formula cooperativa» , anche se la pratica deve adeguarsi ai tempi. «Noi riputiamo il concetto di cooperazione assistenziale — è stato affermato — e puntiamo verso una cooperazlone di tipo manageriale, in cui l'aspetto mutualistico e sociale non si ponga in alternativa né in contrasto con il concetto di efficienza economica dell'impresa. Però slamo critici net confronti di una gestione cooperativa di tipo verttclsttco in cut poche persone manovrano a piacimento tutta l'impresa; miriamo Invece a realizzare la partecipazione effettiva del socio». Ed ecco le prospettive di lavoro. Promuovere un ampio ricorso alla cooperazione per rilanciare l'agricoltura. Tra l'altro servirà ad «esaltare negli addetti quel concetto dt imprenditorialità senza la quale nessutui agricoltura può fiorire e mantenere buoni livelli dt efficienza». Potenziare ed incrementare le Casse rurali, estendendole nei Comuni periferici per «avvicinarle al piccoli risparmiatori e dare un servizio alle zone meno favorite». Inoltre l'Unione punta ad un Impegno sempre maggiore nel campo dell'edilizia, in cui opera già con 247 cooperative di 8252 soci e lavori in corso per circa 12 miliardi. In proposito chiede che si modifichino i finanziamenti regionali per la casa, cosi ripartiti: 70 per cento alle cooperative a proprietà indivisa e 30 per cento a quelle individuali. Le prime, «senza il contributo totale della collettività, non riescono a produrre ad un prezzo che consenta canoni d'affitto socialmente accettabili». Le seconde partono da una base sicura, «Il risparmio delle famiglie», e realizzano di più. Altre prospettive di lavoro indicate nella relazione riguardano 1 trasporti, la distribuzione, 11 turismo e la cultura, che abbraccia anche il campo dell'Informazione, comprese le tv e le radio libere. Infine l'Unione regionale della cooperazione vuole Intervenire in modo efficace a sostegno del lavoro giovanile. «Dopo le proposte formulate dalla Regione e dal Comune — ha detto Sappa — abbiamo messo a punto concreti programmi operativi, tenendo conto anche delle proposte e dei piani che molti giovani hanno formulato». I settori in cui la cooperazlone intende intervenire, riguardano soprattutto le attività agricole ed i servizi socialmente utili: sistemazione idrogeologica e forestale, censimento delle terre incolte, ricupero degli alpeggi, interventi vari per biblioteche, musei. «Occupazioni che possono offrire garanzie di continuità». Annarosa Gallesio

Persone citate: Gallesio, Orazio Sappa, Sappa

Luoghi citati: Piemonte