Soares si è dimesso, incognite a Lisbona

Soares si è dimesso, incognite a Lisbona Il Parlamento ha negato la fiducia, sono aperte le consultazioni Soares si è dimesso, incognite a Lisbona (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 8 dicembre. Il miracolo non c'è stato, le forme di « tacito compro messo » non hanno funzionato, il Portogallo è di fronte a una grave crisi di governo. La dura sconfitta subita dal primo ministro Mann Soares poco dopo le sei di stamane, al termine di un dibattito quasi ininterrotto durato 44 ore, getta il Paese in un caos politico che il governo socialista minoritario, pur fra mille difficoltà e grazie al costante appoggio del presidente Eanes, aveva saputo scongiurare nei sedici mesi di questa prima «fase» di vita democratica. Costretto dall'intransigenza della destra moderata (socialdemocratici e democristiani) a porre venerdì scorso una mozione di fiducia, Soares ha subito all'alba di stamane una sconfitta imprevista nelle sue proporzioni. Nel pomeriggio il leader socialista ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente Eanes, il quale ha im mediatamente avviato una serie di consultazioni per tentare di superare questo difficile esame della democrazia portoghese e dare al Paese una continuità di governo essenziale per affrontare e risolvere la grave crisi economica, per riprendere e portare a termine le trattative con il Fondo monetario internazionale dalle quali dovrebbe scaturire un piccolo prestito (50 milioni di dollari) che a sua volta condiziona un altro prestito di 750 milioni da parte di un consorzio internazionale che fa capo a Stati Uniti e a Germania; in tutto 800 milioni di dollari che possono significare la sopravvivenza per un sistema economico già duramente provato. In favore della mozione di fiducia presentata da Soares hanno votato soltanto i cento deputati socialisti presenti in aula. Contro si sono espressi i due partiti di destra (psd e cds), i comunisti che fino all'ultimo momento avevano evitato un preciso impegno, la piccolissima Unione democratica popolare di estrema sinistra (un seggio), perfino i cinque indipendenti ex socialisti, in tutto 159 voti. Fino all'ultimo Soares ha tentato di salvare le sorti del suo governo. «Siamo stati attaccati per tutto e per niente — ha detto polemicamente nell'intervento conclusivo del dibattito, appassionato come queho con cui martedì aveva dato il via allo scontro parlamentare —. Non è facile governare, e l'opposizione lo constaterà se dovrà passare alla guida del Paese». Era chiaro, nelle sue parole, il presentimento della sconfitta: «Se il governo cade — ha precisato — posso dire che me ne vado non con allegria, in quanto la situazione del Paese non presenta un panorama felice, ma neppure con amarezza o risentimento». Certamente Soares, pur prevedendo il risultato negativo, non poteva immaginare un rovescio quale è stato, una débàcle che sembra precludergli l'ipotesi dell'immediato reincarico avanzata nei giorni scorsi. Poco prima di Soares, al palazzo presidenziale di Belem si è recato nel pomeriggio il presidente del Parlamento, Vasco da Gama, il quale ha comunicato ufficialmente a Eanes l'esito della votazione. E' poi stata una processione di leaders politici: sono stati ricevuti Sousa Franco per i socialdemocratici (Sa Carneiro, che regge le fila del psd, si è formalmente dimesso dalla carica), Freitos De Amarai per i democristiani del cds, Cunhal per i comunisti. Domani Eanes vedrà an¬ che Barreiro dell'udp, e gli indipendenti. Negli ambienti politici di Lisbona gli interrogativi proposti dalla caduta di Soares non trovano risposte sicure. Si ricorda che il 25 novembre, prima che la crisi politica si avviasse allo scontro finale di cui siamo stati testimoni la notte scorsa nell'emiciclo di Sao Bento, il presidente Eanes assicurò alla popolazione che «non deve preoccuparsi se i partiti non raggiungono un accordo, poiché esistono meccanismi costituzionali per uscire dalla crisi». Che cosa può significare? Qualcuno accenna, ma senza convinzione, alla possibilità di un reincarico monocolore a Soares, appoggiato dagli indipendenti e con una serie di «tecnici» nel gabinetFabio Galvano (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Luoghi citati: Germania, Lisbona, Portogallo, Stati Uniti