Troppi referendum, dice il "sovrano,, di Vittorio Gorresio

Troppi referendum, dice il "sovrano,, Gli svizzeri: no all'«imposta sui ricchi» e meno democrazia diretta Troppi referendum, dice il "sovrano,, Zurigo, 5 dicembre. Domenica scorsa in tutta la CH (Conféderation Helvetique: questo è difatti il nome ufficiale della Svizzera, come risulta dalle targhe delle automobili) una bella raffica di referendum tutti in un giorno, come forse piacerebbe a PanneUa poter fare anche in Italia. Meno gli piacerebbe tuttavia che tra i risultati faccia spicco l'approvazione di una nuova legge che mette un limite all'abuso dei referendum: d'ora in avanti le centomila firme richieste per proporne uno dovranno essere raccolte entro un tempo massimo di diciotto mesi. Finora termini non esistevano, e perciò con paziente ostinazione applicata per anni ed anni, anche gruppuscoli modesti potevano riuscire ad ottenere che fosse rimessa in questione una qualunque legge federale vigente. La democrazia diretta ha i suoi vantaggi, ma in un'età di grandi complicazioni politiche come è l'attuale, ha pure molti inconvenienti, ed il «sovrano» se n'è accorto. «Sovrano» è il nome che si usa in Svizzera, senza nessun sospetto di retorica, per indicare l'elettorato nel suo complesso. L'esito delle votazioni è infatti pubblicato sui giornali con la formula di rito: il sovrano ha risposto con tanti sì e con tanti no alla tale proposta. Nei referendum di domenica l'elettorato svizzero ha dato la prova di essere un sovrano assennato, autolimitaiidosi il ricorso alla possibilità di sanzionare i suoi legislatori, anche per futili motivi. I referendum di estensione federale questa wtta erano quattro, ma vari altri se ne aggiungevano a livello cantonale e addirittura comunale. Cantonale a Ginevra, per esempio, per chiedere la netta separazione dello Stato dalla Chiesa: ed è stato respinto. Comunale a Lutry, una uUiadina presso Losanna, Pìy r.vutcure la convenienza dì vm spesa di mezzo milione di franchi approvata dal Consiglio municipale per. m costruzione di un campo di fotball: e lo stanziamento è stato bocciato per evitare che un buon terreno agricolo fosse sacrificato ai piaceri dei ti| /osi del calcio. In termini qualitativi il sovrano sa dunque comportarsi piuttosto bene, mentre dal punto di vista quantitativo c'è stata qualche delusione. La partecipazione al voto è stata infatti del 38 per cento, che è una media bassa, e che gli esperti spiegano con i'inflazione dei referendum da cui la Svizzera è afflitta. Il fenomeno dell'astensionismo ne sarebbe l'inevitabile conseguenza. A permanenti civiche virtù si attribuisce il rigetto di una proposta per l'obbiezione di coscienza al servizio militare, da sostituire con un servizio civile per motivi ideologici o religiosi. La tradizione militare è ancor vìva nel popolo, specialmente nei cantoni fon¬ datori della Confederazione e in quelli che ne costituirono la prima ossatura. Anche i più recenti, però, quelli che furono per lungo tempo semplici baliaggi dei primi, hanno votato no con larga maggioranza: e la sinistra spiega che se i conservatori giudicavano ui proposta pericolosamente permissiva, iprogressisti la trovavano al contrario non abbastanza liberale, perché non comprendeva tra i motivi validi di obbiezione quelli genericamente definiti «politici». Ultimo e più sensazionale — almeno a valutarlo secondo i nostri schemi di giudizio — il no deciso a quella che era stata chiamata l'imposta sulla ricchezza, cioè un ade- | guamento di tassazione, ugna i le hi tutto il territorio, sui redditi più alti. Risultato: 638.559 sì, 801.295 no. I socialisti proponenti sono stati sconfitti sia pure di misura, e i conservatori esultano: «Il popolo è contrario alle avventure fiscali» ha titolato nella prima pagina La Gazzetta Ticinese che sì vanta di esser? «il più antico quotidiano della Svizzera italiana di ispirazione liberale», e che sembra ispirato da Indro Montanelli. «La recessione economica — si legge nell'editoriale — i sacrifici che comporta, rinvidia democratica che induce facilmente a prendere la ricchezza dove c'è senza preoccuparsi se in tal modo se ne inaridiscono le fonti, potevano far temere l'accettazione dell'iniziativa fiscale socialista e il rifiuto delle dolorose misure di risparmio». Ma il sovrano svizzero ancora una volta si è mostrato deferente e rispettoso nei confronti dei ricchi, come è nella tradizione di quello che rimane ìlpiù puro e ortodosso fra i Paesi capitalisti esistenti nel mondo, la «CH». Vittorio Gorresio

Persone citate: Indro Montanelli

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Losanna, Svizzera, Zurigo